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DOSSIER
ASL PUGLIA:CONTRO PORCATE UN SISTEMA C’E’...!
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Che strana l’Italia: Titoli di prima pagina ieri su “Formigoni indagato”, e quattro accenni di “Vendola indagato”. E nessun riferimento a tutti gli altri, per decenni, non soltanto indagati ma anche condannati – di centro-destra-sinistra – per le ruberie partitocratiche nella Sanità. D’altra parte la sinistra al caviale chiede a Formigoni ormai da anni di dimettersi e stampa e telegiornali da mesi ne parlano e lo accusano. Vendola invece deve difendersi in Tribunale per i malaffari (nella Sanità) nella sua regione e la notizia stampa viene minimizzata e quasi rimossa da stampa e tg. Vedete, noi, proprio noi, soltanto noi – che non amiamo nessuno, ma proprio nessuno, di questa casta clientelare che ingrassa sul popolo italiano – possiamo ben sottolineare queste due diverse misure, questi due diversi pesi utilizzati nelle valutazioni dei guai giudiziari – praticamente gli stessi - di esponenti di partito al “governo” delle per questodisastrate Regioni italiane. In Puglia, in ogni caso, l’inchiesta sulla sanità va avanti e non si ferma e ha coinvolto appunto Nicola Vendola attuale presidente della regione. Più volte si siamo interessati di questo argomento e non poteva che concludersi in questo modo l’indagine preliminare: con il rinvio a giudizio. Un presidente non può non sapere (no?... Chiedetelo a Di Pietro) cosa avviene nella sua giunta e non può essere all’oscuro di quello che fanno gli amministratori nominati dalla stessa regione. Questo non significa che sia colpevole, ma doveva intervenire al primo sentore di voci, poi per quanto riguarda il diretto interessamento per il concorso da primario all’Ospedale San Paolo e per i soldi all’Ospedale Miulli staremo a vedere e sentire lo svolgimento del giudizio cui è stato rinviato. Come sempre attacca e non si smentisce “finalmente potrò difendermi davanti al giudice”. Avrebbe potuto anticipare il giudice e difendersi davanti ai cittadini che lo hanno votato.Invece sembra che per lui il rinvio a giudizio sia un sospiro di sollievo… Mentre noi già ipotizzavamo il suo coinvolgimento, (le voci di popolo” corrono, anche a Bari) lui avrebbe appreso soltanto lo scorso 11 aprile di essere indagato per presunte irregolarità nel concorso per la nomina del primario di chirurgia toracica all’Ospedale San Paolo di Bari. E cioè soltanto quando l’indagine sul suo conto è stata formalizzata. “Sono l’uomo politicamente più potente in Puglia, ed è giusto che i potenti esattamente come le persone senza potere abbiano un atteggiamento di ossequi nei confronti di che esercita il controllo della legalità”. Bel comunista e che sviolinata ai giudici. “Sono sereno perché in tutti i casi della mia vita pernso di aver improntato le mie azioni a estremo sentimento di legalità”…….”posso semplicemente dire che tiro un sospiro di sollievo perché finalmente c’è la data in cui un giudice dovrà vagliare l’accusa” (dovrà comparire davanti al giudice per le indaginipreliminari il prossimo 27 settembre). In effetti sarà il gup a decidere sulla richiesta di processo per Vendola e l’ex amministratrice della Asl Casentino coimputata. Però esiste anche una indagine per una transazione di 45milioni di euro con l’Ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari). Qui vengono contestati reati come : peculato, e falso a vario titolo al governatore e al suo (ex?) capomanipolo giubilato dal Pd a Senatore Tedesco ora ex piddino e anche ex assessore sanità Puglia, e Tommaso Fiore ex assessore sanità Puglia, monsignore Paciello vescovo della diocesi e don Laddaga direttore della struttura sanitaria. Un bel pasticcio: altro che serenità… Una transazione dei 45 milioni di euro mai portata a termine su cui comunque ha messo i riflettori la Procura di Bari. L’accordo sarebbe servito a chiudere un contenzioso amministrativo di 80 milioni di euro e il Miulli Ospedale aveva presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale per chiedere il“ripiano” di 43 milioni di disavanzo maturati dal 2002 al 2007. Praticamente l’Ospedale si era indebitato per costruire la nuova sede, immensa, facendo leva sui propri fondi non avendo potuto utilizzare quelli pubblici relativi all’edilizia sanitaria. Pochi minuti dopo l’annuncio dell’Ansa, Vendola replica anche a queste accuse: “Ribadisco la mia totale assoluta estraneità a fatti che sono al di là di ogni mia immaginazione.” “Qualche ora fa ho ricevuto la notifica di una richiesta di proroga di indagini da parte del gip di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. Sono rammaricato di aver ricevuto solo oggi questa notizia – prosegue – perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattrore prima, come è nel mio costume, avreipotuto informare la stampa e l’opinione pubblica in una unica soluzione”. “Quanto al merito, se per il professor Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore – prosegue Vendola – qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi, e tuttavia riserverò a questo secondo appuntamento, come nel mio stile e nella mia cultura, il medesimo impegno e la medesima serenità che si deve al lavoro della Magistratura. Spero che la vulgata del non c’è due senza tre non mi riproponga l’ulteriore amarezza di nuove comunicazioni per addebiti che sento sinceramente e convintamente molto lontani dal mio modo di essere”. Insomma anche in questo caso Vendola cade dalle nuovole perché avrebbe appreso soltanto ora dell’indagine in corso… Va bene che è debole di udito e non raccoglie le voci che corrono: ma non legge neppure i giornali, il governatore? La verità è che questa “sinistra” – identica ai suoi compari di “destra” e di “centro” - ora trema veramente.AntonioRossini(...) sanità Puglia:Il Consiglio dei ministri impugna il bilancio,spariscono 2250 posti letto Il Consiglio dei ministri impugna il bilancio della Puglia. Deciso il ricorso alla Consulta sulla legge regionale n. 18 del 3/07/2012 che tratta l’assestamento e "la prima variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012". Secondo il governo - si legge nel comunicato - la legge contiene "disposizioni in contrasto con il piano di rientro dal disavanzo sanitario e con i principi in materia di ordinamento della finanza pubblica e, pertanto, viola l’art. 117, Comma 3, della Costituzione". Si tratta del passaggio sui cosiddetti "destabilizzati", ossia quei circa 800 tra medici e paramedici in tutta la Puglia per i quali era stata decisa la conferma in corsia per altri sei mesi. Una deroga per la quale la Regione si è battutta - vista la ’fame’ di personale medico negli ospedali, anch’essi falcidiati dalle misure di contenimento della spesa - forte dei 149 milioni di risparmi ottenuti attraverso i tagli. Gli articoli impugnati consentivano ai direttori generali di prorogare i contratti a quasi un migliaio di persone fondamentali per mandare avanti la sanità regionale gravemente colpita dalla carenza di personale e dal blocco del turn over imposto dal piano di rientro. E visti i forti risparmi, la Regione aveva anche derogato ai limiti imposti per le singole Asl: regionalizzando le somme a disposizione, sono state ammesse alle proroghe sui contratti anche le aziende sanitarie che, in base ai propri conti, non avrebbero potuto confermare i medici. Al taglio di posti letto si nasconde la costruzione di cinque grandi ospedali, la decisione della Regione Puglia, presa un mese fa. E’ quanto emerge dall’allegato ad una delibera approvata in giunta questi giorni e inviata al ministero per la firma dell’accordo. Questa volta la sforbiciata sarà decisamente lieve e indolore, visto che con la disattivazione di quattordici strutture e l’apertura dei cinque nuovi nosocomi il bilancio finale sarà di cinquanta posti letto in meno. Nulla a che vedere, quindi, con i 2200 posti persi a seguito delle due fasi del Piano di rientro, avviato due anni fa di concerto col governo Berlusconi e concluso all’inizio dell’estate con il nuovo esecutivo tecnico. Solo cinquanta posti in meno, quindi, che però confermano che lo standard di posti letto per mille abitanti in Puglia, restando fermo a circa 3 e mezzo, si attesta al di sotto di quello previsto dalla spending review. Il provvedimento del Governo, definito da Vendola stesso “ammazza Italia” aveva infatti portato lo standard a 3,7 per mille, a scapito dei 4 previsti dal Patto per la salute 2010-2012. Secondo la Regione è un modo per iniziare a prepararsi a quelli che saranno i nuovi tagli previsti nei prossimi dieci anni, visto che proprio “il prossimo decennio – si legge in delibera – è individuato come scenario temporale per la completa realizzazione del piano di investimenti”. Addirittura già dal 2013, quando sarà approvato il nuovo Patto per la salute, la soglia potrà arrivare a circa il 3 per mille. Intanto con la delibera di giunta è stato reso noto il numero esatto di posti letto per ognuno dei nuovi ospedali assieme all’ammontare esatto degli investimenti. I fondi derivano da due delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica e sono disponibili già dalla fine del 2008, ovvero da pochi mesi dopo l’approvazione del “Piano Tedesco”, provvedimento con il quale la giunta aveva manifestato l’intenzione di costruire in Puglia dodici nuovi nosocomi. In questi giorni non mancheranno i primi tagli di nastro anticipati. Già domani mattina è prevista la conferenza stampa di presentazione del primo ospedale, quello che sorgerà in Valle D’Itria. Con una dotazione di 299 posti letto, per un investimento totale di 72 milioni di euro, sarà costruito a ridosso del tratto di statale che unisce la Provincia di Bari e quella di Brindisi, per la precisione tra le città di Monopoli e Fasano. A presenziare alla conferenza sarà proprio Fabiano Amati, assessore alle Opere pubbliche, di origine fasanese. Assieme all’assessore, ci saranno i sindaci di Monopoli, Fasano, Polignano, Conversano, Alberobello, Cisternino e Locorotondo, comuni che rappresenteranno il bacino d’utenza della nuova struttura. Puntuali sono arrivate anche le polemiche. Il consigliere del Pdl Gianfranco Chiarelli ha diffuso una agenzia del Consiglio Regionale in cui lamenta il mancato invito alla conferenza del sindaco di Martina Franca, città limitrofa al territorio cui l’ospedale farà riferimento. “Imbarazzante – si legge nella nota – apprendere della mancata convocazione. Nonostante ogni sforzo della sinistra di negare l’evidenza, il rischio della chiusura dell’ospedale di Martina Franca è molto più che un semplice timore. Nonostante le promesse elettorali, assistiamo oggi al suo progressivo depotenziamento che lascia ipotizzare una volontà politica della regione di giungere alla definitiva chiusura”. L’opposizione ha quindi promesso di dare battaglia in caso di chiusura dell’ospedale di Martina Franca, circostanza che, almeno dalle notizie diffuse fino a questo momento, non sembra nei piani della Regione. Per far spazio al nuovo ospedale della Valle d’Itria, infatti, ad essere disattivate saranno le strutture di Monopoli e Fasano, per un totale di 227 posti, cui si aggiunge quella di Conversano già chiusa con l’ultimo Piano di rientro. Nel nord della Bat, Andria, Canosa e Corato lasceranno spazio al nuovo Ospedale di Andria, che avrà 375 posti e costerà 90 milioni di euro. Come già era noto, l’investimento più significativo sarà dirottato su Taranto, dove il nuovo “San Cataldo” avrà 715 posti letto e sostituirà il SS. Annunziata e il Moscati, oltre che la struttura di Grottaglie. Ben 214,5 milioni di euro, per un ospedale concepito dopo la decisione di revocare il progetto di costruire il polo San Raffaele in partnership con la fondazione che fu di don Verzè. A soccombere in favore del nuovo ospedale del Nord Barese, invece, saranno Trani, Bisceglie, Molfetta e Terlizzi. La nuova struttura avrà 281 posti e costerà 67 milioni. A concludere il piano, ci sarà l’ospedale del Sud Salento, che con i suoi 387 letti sostituirà i nosocomi di Galatina e Scorrano, per una spesa di 93 milioni di euro. Bilancio finale: 2057 posti letto nuovi e 2107 posti soppressi. Sommati a quelli persi con i piani di rientro degli ultimi due anni, la sforbiciata totale arriva a 2250 unità. E con le indiscrezioni che circolano su quelli che saranno gli standard previsti dal nuovo Patto della Salute nel 2013, sembra che i tagli non finiranno qui.(...) “Assunzioni nella Sanità, ennesimo pasticcio di Vendola & C” “Sanità pugliese al collasso nonostante il totonumeri lanciato dai manager delle Asl sulle ‘imminenti’ assunzioni di medici e infermieri. E invece la doccia fredda è arrivata puntuale da Roma, dove i dirigenti del ministero hanno di fatto fermato l’ennesima speculazione elettorale e – purtroppo – lo sblocco delle assunzioni. Com’è noto, due le obiezioni: il risparmio del 2011, rispetto all’anno precedente, corrisponde a circa 20 milioni di euro, ma non raggiunge il valore prefissato dal piano di rientro, quasi a sottolineare come quest’ultimo sia stato concepito male e portato avanti peggio e con un ritardo notevole rispetto al previsto. Inoltre dal ministero accusano la Regione di non rispettare la clausola generale dell’abbattimento della spesa per il personale dell’1.4 % rispetto al 2004. Un guaio senza precedenti in una regione in cui l’assistenza sanitaria è stata ridotta ai minimi termini, e resiste solo grazie al grande senso di sacrificio da parte di medici e infermieri, con politiche più che discutibili che hanno messo in allarme anche il governo: le assunzioni insomma non saranno più nelle mani della Regione, ma dovranno essere concordate caso per caso. Ed è per questo che il Pdl si appella ai rappresentanti pugliesi in Parlamento, ancora una volta chiamati a metter ordine ai disastri causati dalla politica sanitaria locale - dove ancora non c’è traccia per esempio delle piante organiche - affinché con un’azione unitaria intervengano per evitare il crollo del sistema sanitario regionale e a tutela delle pressanti richieste di salvaguardia della salute da parte dei cittadini”.(...) SANITA’ MALATA le sporche mani nella Pubblica Amministrazione. Morlacco, tecniche di raggiro di massa...? La Spending review prevede l’accorpamento delle funzioni di direttore sanitario di presidio e di direttore sanitario ove siano presenti entrambi i ruoli. Ci sono 5 direttori sanitari irregolari in Campania. La denuncia arriva dall’europarlamentare Enzo Rivellini (Ppe/Mezzogiorno di Fuoco), che in una lettera inviata al presidente della Regione e commissario alla Sanità, Stefano Caldoro, e al sub-commissario Mario Morlacco, ricorda come “nel decreto Spending Review è chiaramente stabilito che per tagliare le spese nelle Aziende ospedaliere, nelle Aziende ospedaliere - universitarie, negli Irccs, nel caso siano presenti sia il direttore sanitario di presidio sia il direttore sanitario, bisogna eliminare una delle due figure accorpando le funzioni” e come “la tendenza è quella di eliminare il direttore sanitario dando le funzioni al direttore sanitario di presidio che è sempre un vincitore di concorso”. Una norma attualmente disattesa in Campania, lamenta Rivellini, citando i casi del Pascale, del Federico II e del Cardarelli di Napoli, poi del Rummo di Benevento e dell’Ospedale Civile di Caserta,su cui in ogni caso c’è la Corte dei Conti che vigilerà – afferma l’europarlamentare - credo che sia opportuno che si verifichino anche le altre strutture regionali dove ci possa essere l’identica anomalia”. Mario Morlacco è il nuovo sub commissario alla sanità della Regione Campania, come ha stabilito la delibera del Consiglio dei Ministri. Il comunicato stampa relativo alla delibera recitava che al fine di coadiuvare l’opera dei commissari ad acta per il rientro dai disavanzi sanitari nelle Regioni Lazio e Campania, il Consiglio ha nominato sub commissari nella prima il dottor Giuseppe Antonio Spata e in Campania il dottor Mario Morlacco e il dottor Achille Coppola. Nato in provincia di Foggia, Mario Morlacco, manager di 63 anni, ha già diretto l’Agenzia Sanitaria Regionale in Puglia nel 2006 e nel 2008 è stato nominato per la prima volta sub commissario alla Sanità, lavorando nella Regione Lazio con le giunte Marrazzo e Polverini. Quest’ultima non ha risparmiato parole di encomio per il manager pugliese, ringraziandolo anche a titolo personale per essere riuscito ad ottenere il via libera al nuovo piano sanitario regionale, un risultato che, secondo la Polverini, è dovuto interamente all’esperienza di Morlacco. Al suo fianco, per curare la parte amministrativa, la delibera del Consiglio dei Ministri ha nominato il commissario dimissionario della ASL Napoli 1 Achille Coppola, già presidente dell’ordine dei Commercialisti. I due prendono subentrano a Giuseppe Zuccatelli, dopo che questi ha goduto di diverse proroghe, prima di essere nominato nuovo direttore generale dell’Istituto Nazionale Riposo e Cura per Anziani di Ancona. La struttura commissariale dovrà recuperare, attraverso un piano di rientro dal debito, quasi 5 miliardi di euro, in ragione delle misure di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica adottate dallo Stato. Dunque per Morlacco si tratta di un trasferimento dal Lazio alla Campania, entrambe sottoposte ai piani di rientro del debito. Il sub commissario alla Sanità Mario Morlacco è indagato dalla Procura di Foggia in una vasta inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza che coinvolge in totale 47 persone e che è legata agli accreditamenti di alcune strutture sanitarie private della Regione Puglia. Vari i reati ipotizzati dai magistrati : corruzione, concussione, truffa, abuso d’ufficio, falso, peculato, estorsione e rivelazione del segreto d’ufficio. Benvenuto Michelangelo(...) Malasanità:speculazione, illeciti, clientelismo... Nuova bufera sulla Regione Puglia,Tedesco e altri 46 indagati Non c’è pace per il sistema sanitario pugliese. Dopo la conferenza stampa convocata ieri Nichi Vendola per comunicare la sua iscrizione nel registro degli indagati a causa delle accuse della ex Lady Asl Lea Cosentino, oggi è arrivata la svolta nell’indagine sugli accreditamenti delle cliniche private. Falsificavano i dati delle liste d’attesa. Segnalavano criticità laddove invece non ce n’erano. Non avrebbero pensato alla salute dei cittadini quanto piuttosto alle esigenze degli imprenditori che aprivano cliniche private. E’ questa la nuova accusa che la procura di Bari muove alla gestione della sanità pugliese negli ultimi anni: stamattina sono stati notificati 47 avvisi di conclusione delle indagini a politici, dirigenti dell’assessorato alla Sanità e imprenditori. Le accuse vanno a vario titolo dall’associazione a delinquere ai falsi. Tra gli indagati c’è l’ex assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco, oggi senatore del Gruppo Misto, Mario Morlacco, ex dirigente dell’Ares, l’agenzia per la Salute, e Lucia Buonamico, dirigente del settore che si occupa per la Regione degli accreditamenti con le cliniche private. L’ipotesi di reato è che la giunta regionale abbia concesso convenzioni a strutture sanitarie che non ne avevano i requisiti, e la procura procede per associazione a delinquere. E che lo abbiano fatto sulla base di premesse false. La giunta sarebbe però stata indotta in falso dalle strutture regionali e da alcuni assessori compiacenti, tra cui appunto l’assessore Tedesco, che invece avrebbero avuto interessi all’accreditamento della clinica. L’inchiesta parte dalla clinica Kentron di Putignano, oggetto di una lunga inchiesta del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza coordinata dall’allora pm (oggi assessore) Lorenzo Nicastro. L’indagine, che partendo dall’imprenditore Ritella sfiorava i vertici del Partito democratico, aveva portato al sequestro e poi al dissequestro della clinica (che poi aveva ottenuto un nuovo accreditamento, avendo messo le carte posto). Quell’inchiesta non era però mai stata chiusa ed è finita, dopo l’andata di Nicastro, sulla scrivania dei pm Francesco Bretone e Marcello Quercia. Il fascicolo è stato ripreso, incrociato con stralci dell’indagine effettuata dai carabinieri che si erano occupati del senatore Tedesco, aggiornato in alcuni punti. E l’indagine è rinata tanto da raccontare in maniera assai efficace - dicono gli investigatori - il reale intreccio tra politica e macchina amministrativa. Un intreccio che ha permesso a imprenditori privati di arricchirsi alle spalle delle casse regionali e spesso della salute dei cittadini. L’avviso è firmato dal procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno e dai sostituti Desirè Digeronimo e Francesco Bretone, gli stessi che si sono occupati dell’inchiesta sul presidente Vendola. E’ coinvolto anche un luogotenente della Guardia di finanza. Al senatore Tedesco, nella sua precedente qualità di assessore alla sanità della Regione Puglia, la pubblica accusa contesta i reati di abuso d’ufficio, falso e truffa in relazione all’accreditamento della struttura sanitaria ‘Giovanni Paolo II’ della società Kentron; di abuso d’ufficio (assieme al genero Elio Rubino, amministratore di una società della famiglia Tedesco) in relazione ad un “ingiusto vantaggio patrimoniale” procurato alla ‘Cbh-Città di Bari Hospital spa’ che gestisce a Bari le case di cura ‘Mater Dei’, ‘Santa Rita’, ‘La Madonnina’ e ‘Villa Bianca‘. Sono sei in tutto, però, le società che secondo l’accusa hanno beneficiato, senza averne i requisiti, delle procedure amministrative della Regione Puglia per il rilascio di vari provvedimenti autorizzativi sanitari: accreditamento al Servizio sanitario regionale, verifica del fabbisogno del progetto imprenditoriale, autorizzazione a realizzare le strutture, erogazione delle prestazioni socio-sanitarie, trasferimento della sede e determinazione delle fasce di qualità dei servizi prestati. I provvedimenti regionali hanno provocato danni per milioni di euro alle casse della Regione. Delle sei imprese si parla nell’avviso di conclusione delle indagini notificato oggi dalla Guardia di Finanza a 47 indagati, tra cui – come detto – il senatore Alberto Tedesco (ex Pd ora al gruppo Misto), l’ex senatore Francesco Carella (Verdi-Ulivo dal 1994 al 2006) nella sua qualità di dirigente della sanità foggiana, ad imprenditori, dirigenti e funzionari della Regione Puglia. Le società coinvolte sono: la ‘Cbh-Città di Bari Hospital’ di Modugno (Bari), la Kentron di Putignano (Bari), la Spgs srl di Bari, il Gruppo Villa Maria di Lugo (Ravenna), la Gestione e management sanitario (Gms) di Adelfia (Bari) e le Case di Cura Riunite Villa Serena e Nuova San Francesco di Foggia. Tra i dirigenti coinvolti c’è anche Lucia Buonamico, responsabile del settore programmazione e gestione sanitaria della Regione Puglia. Quest’ultima – secondo l’accusa – ha gestito in maniera “clientelare” le procedure amministrative e di autorizzazione all’esercizio e/o di accreditamento al Ssr di alcune sanitarie. Le scelte di Buonamico – secondo la procura – hanno orientato gli impegni di bilancio regionale per la sanità privata in Puglia verso imprenditori amici della dirigente, ai danni del Fondo sanitario regionale. Secondo la Guardia di Finanza, Buonamico (assieme ad altri pubblici ufficiali) era asservita agli interessi imprenditoriali di alcuni soggetti, in totale spregio dei principi di trasparenza, di buona e corretta amministrazione della cosa pubblica. b.m. TUTTI GLI INDAGATI: Lucia Buonamico, 63 anni; Francesco Ritella,38 anni; Alberto Tedesco,62 anni; Mario Morlacco,63 anni, Leonardo Loparco, 65 anni; Francesco Carella,60 anni; Angela Rocco Colonna,42 anni; Michele Conversano,55 anni; Giuseppe Copertini,44 anni; Giovannantonio Daddabbo,65 anni; Salvatore De Giorgi,62 anni; Maria Stella De Giorgi,32 anni; Silvio De Pascale,61 anni; Aurelio Zaccaria Di Taranto,60anni; Pasquale Faccioli, 59anni; Giovanni Iannucci,58 anni; Antonio Mancino,50 anni; Domenico Massaro,56 anni; Luigi Mastronuzzi,57 anni; Riccardo Matera,52 anni; Matteo Murro,62 anni; Domenico My,60 anni; Giovanni My,34 anni; Piernicola Pellegrino,61 anni; Francesco Pollice,57 anni; Roberto Rizzi,48 anni; Pasquale Sanpaolo,64 anni; Michele Santamato,37 anni; Fulvia Tamma,61 anni; Paolo Vincenzi,49 anni; Graziano Antonio Pallotta,46 anni; Gioacchino Fanelli,41 anni; Giovanni Colaianni,51 anni; Mario Cappiello,65 anni; Giuseppe Impedovo,60 anni; Giovanni Nardone,66 anni; Giuseppe Carrieri, 41 anni; Francesco Longo,41 anni; Nicola Pansini, 59 anni; Alessadro Calasso, 63 anni; francesco Lippolis,57 anni; Libero Rignanese,67 anni; Bartolomeo Lofano,58 anni; Giovanni D’Alessadro, 60 anni; Paolo Giulio Telesforo, 62 anni; Elio Rubino, 39 anni; Max Paganini, 64 anni Sanitaservice Bari, Usppi: rischiano 4 mila lavoratori Affollatissima ed infuocata assemblea sindacale dei lavoratori della Sanitaservice Asl/Ba, aderenti al sindacato Usppi, presso la sala Riunioni del CTO di Bari, per dire “no” alla chiusura delle societa’ in house e contro il licenziamento di oltre 4 mila lavoratori in Puglia. L’Usppi ha avuto mandato dai lavoratori della Sanitaservice per continuare a manifestare in tutti i modi ed in tutte le occasioni contro i tagli previsti dalla spending review che affossano il servizio pubblico e provocano il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori delle società in house nelle asl pugliesi, denominate “Sanitaservice” – denuncia Nicola Brescia segretario generale dell’usppi . In concomitanza del prossimo consiglio regionale del 3 agosto, l’Usppi intende affrontare con i consiglieri regionali e i parlamentari pugliesi il problema dei tagli del personale. I lavoratori e le lavoratrici, in rappresentanza di tutti i lavoratorimanifesteranno il loro forte dissenso ad una politica che di taglio in taglio sta devastando il welfare del nostro Paese, mettendo in discussione centinaia di migliaia di posti di lavoro - continua Brescia. Questa devastante manovra non si può fermare a colpi di inutili emendamenti, né attraverso il ritorno alla concertazione, ma solo grazie alla decisa opposizione alle politiche imposte dall’Europa, ricorrendo ad ogni forma di mobilitazione e di lotta necessaria, compreso lo sciopero, conclude Brescia .(...) Losappio: Con dipendenti Sanità Service, contro furore ideologico liberisti Il Presidente del Gruppo consiliare Sel, Michele Losappio ha diffuso al seguente dichiarazione: “Le iniziative di Monti come il Decreto n. 95 sulla spending rewiew hanno un impatto anche sull’occupazione, ma un impatto negativo. Negli ultimi anni la nostra Regione si è distinta per una serie di provvedimenti volti a contrastare il precariato e a dare dignità ai lavoratori come quelli impegnati nei servizi connessi agli ospedali ed alle ASL. Queste iniziative e la costituzione delle sei Sanità Service hanno prodotto benefici ai dipendenti senza creare difficoltà ai bilanci che si chiudono tutti in pareggio. La Puglia ha quindi dimostrato di come si possa fare occupazione nei servizi pubblici mantenendo in equilibrio i conti e i bilanci. Oggi dovremmo annullare tutto questo e tornare indietro di anni a causa del decreto e della volontà di Monti di procedere con tagli e provvedimenti lineari e pertanto ciechi rispetto alle realtàvirtuose. Dovremmo privatizzare e vendere società che hanno i conti in ordine, non determinano rischi per la Regione e danno ai lavoratori dignità e certezze per il futuro. Siamo perciò a fianco del Presidente Vendola e sosteniamo la richiesta ai Parlamentari di evidenziare, con specifici emendamenti, le realtà virtuose da quelle decotte in modo da salvaguardare la nostra Puglia da ulteriori conflitti e tensioni sociali di cui non sentiamo davvero il bisogno”.
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