"No Triv Day" Un esercito di manifestanti in difesa mare Adriatico
 











Le forze dell’ordine ne contano 5mila, ma i manifestanti dell’esercito anti-trivelle in Adriatico continuano ad accrescere le fila del lungo corteo che dal primo pomeriggio di oggi attraversa Manfredonia nell’ambito del "No Triv Day". Il serpentone arriverà fino al mare, dove il corteo andrà "a morire" con uno spiaggiamento di gruppo. Si tratta del quinto grande raduno anti-trivelle dopo quelli di Lesina e delle Isole Tremiti, in provincia di Foggia, Termoli in Molise e Monopoli, nel Barese. Un esercito dalla coscienza ambientalista, che si batte per un unico scopo - difendere l’Adriatico dalle prospezioni in mare ad opera della multinazionale Petroceltic Elsa- e che sfila dietro un’unica bandiera, quella del dissenso, unanime e compatto, alla ricerca di idrocarburi a poche miglia dall’area marina protetta dell’arcipelago delle Diomedee. L’unico momento di tensione, di un corteo pacifico nelle forme e nelle intenzioni, si è registrato a inizio manifestazione, quando alcuni sindaci della provincia di Foggia hanno lamentato l’esposizione arbitraria di bandiere e simboli politici da parte di alcuni gruppi
In testa al corteo i rappresentanti di numerosissimi comuni della Puglia, del Molise e dell’Abruzzo, le tre regioni del versante Adriatico che fanno fronte comune in questa battaglia. La "pancia" del corteo, invece, si nutre di studenti,associazioni, sindacati o comuni cittadini. Testimonial della manifestazione è la foggiana Vladimir Luxuria che questa sera sarà sul palco accanto a Francesco Baccini e numerosi altri gruppi musicali della provincia di Foggia per il concerto di fine evento. Ma scendendo lungo la coda del corteo si incontrano, tra gli altri, anche il sindaco di Bari, Michele Emiliano, l’onorevole Michele Bordo e il senatore Carmelo Morra, ma sono tantissimi i rappresentanti delle istituzioni locali presenti, di tutti gli schieramenti politici. Presente anche Franco Salcuni di Legambiente e Stefano Pecorella,
presidente del Parco Nazionale del Gargano.
E’ proprio quest’ultimo a sintetizzare il perché di questa grande mobilitazione che, nel giro di poche ore, si è arricchita di almeno altre 2mila unità. "Questa manifestazione gioiosa di protesta contro i decreti emanati per le ricerche petrolifere ha un duplice effetto  -  spiega Pecorella - sensibilizzare i cittadini delle regioni adriatiche a opporsi ad uno sviluppo assolutamente incompatibile con le bellezze paesaggistiche e naturalistiche che rappresentano la costa adriatica, e poi mobilitare le istituzioni affinché si metta mano ad una riforma normativa per l’abrogazione di quelle norme che ancora oggi consentono di poter trivellare nei nostri mari".
"Siamo in prima linea per difendere il futuro dei nostri figli, per difendere il futuro del nostro territorio  -  spiega l’ex parlamentare Vladimir Luxuria  -  Il petrolio della nostra terra è il turismo". Un pensiero in linea con i grandi striscioni
esposti dai manifestanti: da quelli più propositivi come "Insieme si può" a quelli più battaglieri come "La vostra speculazione è la nostra opposizione" fino a quello forse più vero e concreto, ovvero "Questo mare è l’unico che abbiamo".Maria Grazia Frisaldi-repubblica.it