Primarie vere o di nomenklatura?
 











Primarie vere o primarie di nomenklatura? Quelle vere esigono un minimo di regole. Allo scopo di impedire l’obbrobrio dei voti comprati a cinque o dieci euro (immigrati ed emarginati) e l’indecenza delle truppe cammellate. Per il resto, le regole dovrebbero aver di mira la più ampia partecipazione possibile e lo scontro “ad armi pari” fra i contendenti. Quelle decise da Bersani e i capicorrente Pd hanno questi nobili scopi? Una sola, anzi mezza. Il doppio turno. Quando ci sono più candidati bisogna sempre avere un secondo turno tra i due più votati, se nessuno ha superato al primo il 50%. Solo così si incoraggia la pluralità delle candidature, altrimenti un candidato “moderato” rinuncia per non danneggiare un altro “moderato”, e analogamente tra i candidati “progressisti”. Al secondo turno, però, deve poter votare anche chi al primo è restato a casa. Scopo dichiarato delle primarie è infatti galvanizzare e mobilitare tutti i potenziali cittadini di uno schieramento, un ballottaggio più interessante o inedito del previsto può coinvolgere elettori fino ad allora apatici e disillusi.
Le altre regole sono invece “ad personam”, hanno l’unico scopo di scoraggiare potenziali votanti per Renzi. Naturalmente si possono sempre trovare ragioni universali e sante, l’ipocrisia dei politici serve a questo, ma come stiano le cose lo sanno anche i sassi. C’è da chiedersi, piuttosto, perché a nessun “dirigente” del Pd sia venuta in mente una regola davvero d’oro: imporre che almeno nella fase finale (una, meglio due settimane) la campagna avvenga attraverso confronti fra i candidati, in cui ciascuno è costretto ad addurre argomenti e rispondere alle critiche, anziché “incantare” platee passive con le seduzioni di ben confezionati format, berlusconizzando vieppiù la politica (che dovrebbe essere serietà) in spettacolo.
Infine: perché mai le regole di primarie che devono essere di coalizione le decide un solo partito? E perché si pretende che
chi si reca ai gazebo firmi una specie di giuramento sulla identità di tale coalizione, quando è evidente che la scelta dei contenuti programmatici e relativi confini delle alleanze spettano ai cittadini che partecipano alle primarie? Primarie vere o primarie di nomenklatura?                          Matteo Renzi spera in un’affluenza stile 2005. Quando ad incoronare Romano Prodi leader dell’allora Ulivo furono più di quattro milioni di persone.  Se alle primarie del Centrosinistra, infatti, andassero a votare almeno 4 milioni di persone, il sindaco di Firenze raccoglierebbe il 29 per cento dei consensi contro il 26 per cento del segretario del Pd, Pierluigi Bersani. È quanto emerso da un sondaggio dell’istituto di ricerca Swg
Bersani sarebbe invece in testa se alle primarie partecipassero 2,6 o 3,3 milioni di persone, rispettivamente con il 37 e il 33
per cento contro il 29 di Renzi. Nichi Vendola, candidato anche lui alle primarie, non supererebbe il 14 nel caso in cui si recassero alle urne in 4 milioni e otterrebbe il 13 negli altri due casi in esame Intanto per quanto riguarda i partiti il Pd si conferma primo partito italiano con il 25 percento dei consensi, ma registra un calo di un punto percentuale rispetto alla settimana scorsa (-1,1%); torna invece a salire Beppe Grillo: il Movimento 5 Stelle, si attesta al 19,6 percento.
Stabile il Pdl (15%), dopo il flop della scorsa settimana a causa dello scandalo del Pdl laziale, a 10 punti dal Pd. In ascesa i partiti che nei giorni scorsi hanno dichiarato apertamente il loro sostegno al ’Monti bis’. L’Udc di casini passa infatti dal 5,3 al 5,9 percento e Fli del presidente della Camera dal 2,1 al 2,8 percento.
Per gli italiani sono ancora il governo e i ministeri la fonte maggiore di sprechi per il 46% degli italiani. A dispetto degli scandali delle ultime settimane, le regioni
sono avvertite come ’sprecone’ dal 23% degli intervistati, attestandosi così alle spalle del Parlamento (25%). "Se avessimo fatto questa domanda 6-7 anni fa - precisa Roberto Weber, presidente dell’Swg - non avremmo trovato in classifica le Regioni".