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Ostruzionismo sulle bonifiche dei poligoni militari |
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Le bonifiche dei poligoni militari italiani rischiano di essere rinviate a data da destinarsi. I Ministeri dell’Economia e Difesa hanno giocato di sponda per evitare di destinare risorse ai territori interessati dalle esercitazioni militari. Nella legge di stabilità era stato inserito un comma con uno stanziamento preciso. Peccato che la norma fosse incompatibile con il regolamento di Montecitorio e, per questo motivo, stralciata perché ritenuta “microsettoriale”. Risulta davvero difficile credere che i Gabinetti e gli uffici legislativi non conoscano i regolamenti delle Camere. La “svista” di Palazzo Chigi è servita a insabbiare il procedimento di finanziamento. Un intendimento malcelato dagli ultimi provvedimenti dei generali della Difesa. Alte sfere interessate a non modificare le attuali normative e a non imporre una piccola “rivoluzione” nell’organizzazione delle esercitazioni militari. Eventi molto spesso al centro di una collaborazione tra l’Italia ed altri Paesi membri della Nato. L’Esecutivo aveva previsto uno stanziamento di venticinque milioni di euro all’anno sino al 2015, una cifra insufficiente ma fondamentale per iniziare con le opere di ingegneria ambientale. Denari che ora rientrano nel gioco di somme algebriche della decisione di finanza pubblica, articolato modificabile senza toccare i saldi finali. La commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito non ha nascosto il proprio dissenso. Gian Piero Scanu (foto), capogruppo del Pd e autore della relazione votata dall’organo inquirente, ha denunciato il pericolo a cui saranno esposti i territori gravati da servitù militari. “Continua ad esistere la drammatica necessità di garantire la salute ai cittadini di quei territori dando avvio alla bonifica – ha commentato il senatore del Pd – Di fronte a una situazione così grave non solo è necessario l’immediato ripristino dei milioni che la Difesa ha messo a disposizione per tale operazione, ma anche impegnare il governo a rispettare quanto sottoscritto appena due mesi fa in Senato durante l’approvazione della relazione della Commissione di indagine sui poligoni militari”. Il documento sostenuto da tutti i Gruppi di Palazzo Madama è chiarissimo. La commissione uranio pretende un finanziamento di cento milioni di euro all’anno per tre anni. Spese a cui dovranno contribuire i ministeri dell’Ambiente, della Salute, della Coesione territoriale e dello Sviluppo economico. Al momento la partita si chiuderà con un nulla di fatto. Come al solito, si sta facendo di tutto per garantire lo status quo. Lo avevamo largamente previsto.Matteo Mascia |
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