Diffamazione, commissione Senato dà ok a testo Berselli
 











La commissione Giustizia del Senato ha approvato il testo base messo a punto dal relatore 1, il presidente della commissione stessa, Filippo Berselli, sulla riforma della diffamazione. I dieci emendamenti presentati da Idv, Api e dal democratico Vincenzo Vita sono stati ritirati e verranno riprensentati per l’Aula. Il testo è passato a maggioranza. Contro si sono espressi l’Api di Francesco Rutelli e la Lega Nord. A favore anche l’Italia dei Valori.
Nel testo si dice ’No’ al carcere per i giornalisti che diffamano e si fissa a 50.000 euro il tetto massimo per la cauzione pecuniaria. "Sono molto soddisfatto, il mio testo  e’ passato senza modifiche. I 10 emendamenti che erano stati presentati al provvedimento sono stati ritirati e molto probabilmente verranno ripresentati per l’Aula", ha detto Berselli.   "E’ probabile- aggiunge - che con gli apporti migliorativi di alcuni senatori il testo in aula potrà essere ulteriormente
migliorato". Poi ha precisato che gli interventi potranno riguardare probabilmente questioni marginali e di coordinamento.
Il testo approvato è più snello e asciugato delle norme più contestate. In tutto due articoli che si limitano a integrare l’articolo 8 della legge sulla stampa del 1948, aboliscono il carcere per i giornalisti e aumentano le sanzioni pecuniarie sia per la diffamazione a mezzo stampa che per la diffamazione semplice e l’ingiuria (comunque più basse rispetto al vecchio testo che era uscito dalla commissione e poi rispedito indietro dell’aula).
Capitolo multe. Per la diffamazione a mezzo stampa "o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità" la sanzione a da 3 mila a 30 mila euro. Per la diffamazione a mezzo stampa consistente nell’attribuzione di un fatto determinato, si applica la pena della multa da 5 mila e 50 mila euro (nella vecchia versione il massimo arrivava fino a 100 mila euro). Per la diffamazione semplice le multe saranno da 3 mila a 15 mila euro. Per
l’ingiuria invece multa fino a 5 mila euro. Previsto anche il risarcimento danni patrimoniali e non patrimoniali ai sensi dell’articolo 185 del codice penale. Le pene sono diminuite fino a 2/3 qualora sia stata pubblicata la rettifica.
Rettifica. Assume valore centrale. Intanto è confermato l’obbligo (già indicato nel testo arenatosi nell’aula del Senato) alla pubblicazione "senza commento" in quotidiani e periodici e nelle relative edizioni telematiche. Spariscono i limiti di spazio della legge vigente (il tetto delle trenta righe), e la rettifica va pubblicata "con lo stesso rilievo e nella medesima collocazione" dell’articolo ritenuto diffamatorio. Per la mancata pubblicazione della rettifica la sanzione amministrativa andrà da ottomila a sedicimila euro. Sparito anche il ’bavaglio’ per i blog, i siti internet non espressioni di testate cartacee e i libri.
Omesso controllo del direttore. Pena diminuita in misura non eccedente un terzo in caso di omesso controllo del direttore
o del vice direttore. La diminuzione non si applica in caso di autore ignoto o non identificabile; la pena è aumentata qualora l’autore sia sospeso o radiato dall’ordine dei giornalisti.
Gli emendamenti potranno essere presentati a titolo personale dai diversi senatori, ma, a quanto si è appreso, non ve ne saranno da parte della presidenza dei gruppi che hanno raggiunto l’intesa sul testo che sta per essere depositato.