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Chevron, congelati beni in Argentina |
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Un giudice argentino ha ordinato il congelamento dei beni della Chevron in Argentina, per un valore di 19 miliardi di euro, in seguito alla decisione della giustizia dell’Ecuador di condannare la multinazionale a versare otto miliardi di dollari per danni ambientali in Amazzonia. La vicenda risale al periodo tra il 1664 e il 1990, nel corso della quale la Texaco (acquisita e incorporata nella Chevron) ha inquinato i terreni, le falde acquifere e le foreste con rifiuti tossici derivanti dalle estrazioni petrolifere, causando gravi problemi di salute ai residenti, molti dei quali sono morti. Solo a febbraio del 2010, dopo 18 anni di battaglie legali, il giudice ecuadoriano Nicolas Zambrono del tribunale della provincia di Sucumbios ha considerato legittime le accuse rivolte al colosso petrolifero, tra cui quelle di avere riversato nell’ambiente più di 68 miliardi di litri di rifiuti tossici nei fiumi amazzonici. Si è infatti dimostrato che nelle regioni in cui operava Texaco vi è stato un forte aumento di malattie mortali, tra cui cancro e leucemia. Finora la giustizia ecuadoriana non è riuscita a riscuotere la multa di otto miliardi, perché la Chevron –che si rifiuta di pagare la multa in Ecuador, sostenendo che nasce da “una sentenza illecita e inapplicabile”- non possiede attualmente beni a Quito. A questo punto, ci ha pensato il giudice argentino a riscuotere la multa nel suo territorio di competenza, in base alla Convenzione interamericana di esecuzione delle misure cautelari. Enrique Bruchou, rappresentante a Buenos Aires dei coloni e delle comunità indigene ecuadoriane che hanno iniziato e vinto la causa a Quito, ha spiegato che il sequestro interessa il 100% delle azioni di Chevron Argentina, il 40% delle vendite dell’azienda alle raffinerie e il 40% dei fondi che ha depositato nelle banche argentine. A loro volta, i responsabili a Buenos Aires della Chevron hanno sottolineato che in Argentina “tutte le operazioni sono in mano a sussidiarie che non hanno nessun legame con l’Ecuador” e che non sono stati notificati formalmente gli atti del sequestro. F.D.
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