Primarie centrosinistra. Sogni di un non vedente
 











Francamente non si capisce proprio a che servano le primarie. Ormai lo sanno anche i sassi che ci sarà il Monti bis, meno i centrosinistri e centrodestri che fingono di giocare alle primarie. Quasi certamente la coalizione Bersani-Vendola uscirà vincitrice delle politiche del 10 e 11 marzo ma sicuramente non finirà a Palazzo Chigi. Il posto, purtroppo, è già prenotato da Monti. Perché questo è quello che vogliono la Bce, l’Ue, la City, Wall Street e l’amministrazione americana. Invece centrosinistri e centrodestri continuano a giocare, come se davvero contassero qualcosa. Bersani, Vendola, Berlusconi e Renzi, come gli stessi Casini, Fini, Rutelli non contano niente, in quanto sono solamente delle pedine al servizio di un gioco più grande. Finché si tratta di amministrare una Regione o un Comune i poteri internazionali lasciano fare ma quando si tratta di potere a livello nazionale la casella viene inesorabilmente occupata. E a decidere non sono gli elettori italiani ma i grandi elettori internazionali. Non facciamoci, quindi, prendere in giro da Tizio e Caio. Invece purtroppo il popolo centrosinistro e centrodestro sembra ancora farsi soggiogare da Bersani, Vendola, Renzi, Alfano e Casini. Per le primarie di domenica è prevista un’affluenza ai seggi di circa 3 milioni di elettori. E francamente non si capisce proprio come si possa sentirsi partecipi quando in sostanza è già tutto deciso altrove. Se uno poi si vuol far prendere in giro, libero di farlo. E non ci riferiamo solo alle primarie del centrosinistra ma anche a quelle del centrodestra.
“Io non garantisco…” ha detto Monti in riferimento a governi politici diversi dal suo. E questo dovrebbe bastare per mettere il cuore in pace ai creduloni di centrosinistra e centrodestra. A meno che non siano di coccio, come si dice a Roma. Quindi quando Vendola o altri illusi parlano di superamento dell’agenda Monti ci viene da ridere a crepapelle. Si potrà tornare ad essere decisivi
solo se si dirà definitivamente addio a questa Europa delle banche e degli interessi internazionali. Solo così il voto avrà una ragione di sovranità, altrimenti a decidere saranno sempre gli altri.
Vendola si avvale del documento sottoscritto anche da Bersani e Renzi come se avesse una qualche validità. “Se Renzi vincendo dovesse immaginare di essere il dominus assoluto della scena e fare scelte differenti, per esempio andare nella direzione di proposte politiche di tipo liberista, a quel punto liberi tutti, libero anche io”. Francamente sembra di assistere ad una commedia napoletana dove l’illusione la fa da padrona. Anzi si sogna di governare per poi risvegliarsi con il Monti bis. E questo francamente è inaccettabile, soprattutto per una questione di serietà. Non si può continuare a prendere in giro la gente ben sapendo che poi non si potranno mantenere certe promesse. Promettere delle politiche diverse da quelle già tracciate dai tecnici è una presa in giro. A meno che non si
esca dal solco della moneta unica e dal giogo internazionale. D’altronde il monito di Napolitano sul proseguimento delle politiche di Monti non ammette sotterfugi. Come si fa quindi a votare questi mistificatori della realtà? In caso di grande affluenza alle primarie vorrà dire che il popolo centrosinistro e centrodestro ha ancora una volta le idee annebbiate. Tornando al voto di domenica dove si deciderà chi guiderà il centrosinistra, la sfida sembra ristretta a Bersani e Renzi. Anche se il rottamatore nel suo tour elettorale ha sempre fatto il pieno di gente, difficilmente riuscirà a superare lo scoglio del radicalismo post-comunista che sostiene Bersani. Oltretutto le regole introdotte dalla dirigenza del Pd sono proprio volte a rendere più tortuoso il cammino del sindaco di Firenze. Se si fosse mantenuto il vecchio sistema senza paletti ovvero quello che permise a Prodi e Veltroni di vincere molto probabilmente la vittoria di Renzi sarebbe stata quasi certa.
Ma che vinca l’uno o
l’altro poco importa, almeno a livello di governabilità. E questo vale non solo per Bersani, Vendola e Renzi ma anche per Alfano.
Per Casini, Fini, Rutelli, nonché per il promesso sposo Montezemolo, il discorso è diverso. Siamo di fronte infatti a dei convinti fautori del montismo fino al dissanguamento degli italiani.   michele mendolicchio