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Ddl Sallusti: sì a norma salva-direttori giornalisti verso lo sciopero |
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Sulla norma ’salva-direttori’ presentata dal relatore Filippo Berselli al ddl Diffamazione il governo è stato battuto. Il sottosegretario alla Giustizia, infatti, aveva dato parere contrario ’per ragioni tecniche’. La votazione resta aperta a lungo per ’colpa’ di numerosi pianisti che poi vengono richiamati all’ordine dai segretari d’Aula. Votano a favore il Pdl, la Lega e Coesione Nazionale. Il Pd dice ’no’ (ma in molti non prendano parte al voto) insieme all’Udc e all’Idv. Gerardo D’Ambrosio non partecipa alla votazione e critica pesantemente la norma soprattutto da un punto di vista giuridico. "Ma vogliamo tornare tutti quanti al primo anno di università? - domanda - così com’é scritto questo emendamento é un obbrobrio giuridico. E’ una sceneggiata incredibile". Berselli difende la sua proposta negando che abbia effetti anche sull’art.57 del codice penale. Secondo lui, infatti, "c’é una diversità sostanziale tra l’autore dell’articolo e il direttore". "Non possiamo abbandonare il relatore ai cannoneggiamenti della sinistra che parlano di attacchi sistematici" è l’invito che rivolge Roberto Castelli al resto del centrodestra dopo aver sostenuto le ragioni della norma che differenzia la pena per giornalisti e direttori. Una differenziazione che il responsabile Giustizia dell’Idv Luigi Li Gotti non esita a definire una "discriminazione". Attacca a testa bassa la norma dicendo che oltretutto penalizza il giornalista radiato che comunque "ha diritto di scrivere se vuole" e annuncia il ’no’ del suo gruppo. Anche Rutelli difende il ’salva-direttori’, ma la sua proposta di inserire un registro nelle redazioni per annotare la vera identità degli autori anonimi non passa. Silvia Della Monica si astiene "dal partecipare al voto di questo pasticcio". Achille Serra dell’ Udc fa un paragone con il furto: palo e ladro hanno la stessa pena. Perché giornalista e direttore no? Vincenzo Vita (Pd) infine non ha dubbi: "Questo testo è un vero pasticcio e non ha senso". "Il voto di oggi è la dichiarazione di un conflitto che i giornalisti sono costretti a raccogliere chiamando alla risposta con loro tutti i cittadini. Lo sciopero della categoria, con una mobilitazione diffusa, diventa inevitabile". Lo dice Franco Siddi, segretario della Fnsi, dopo il via libera del Senato alla norma ’salva-direttori’.
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