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Nasrallah: “Israele più fragile di una tela di ragno” |
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In un discorso televisivo, il segretario generale di Hizbollah, Seyyed Hassan Nasrallah, ha lanciato un duro avvertimento a Israele: in caso di guerra con il Libano ogni parte dei territori palestinesi occupati sarebbe obiettivo della Resistenza. Ma dopo il recente scontro a Gaza, Israele ha dimostrato di essere in realtà “più debole di una tela di ragno”. Il leader della resistenza libanese ha infatti definito la tregua seguita all’operazione Colonna di nuvola “una vera vittoria” delle milizie palestinesi. Sayyed Nasrallah quindi messo in guardia Tel Aviv, rivelando che la resistenza sciita libanese è in grado di colpire gli interi territori occupati “dal confine con il Libano a quello giordano e al Mar Rosso, da Kiryat Shmona a Eilat”, aggiungendo che il tempo in cui gli israeliani agivano con prepotenza si è concluso e che “questo terribile Israele è andato”. “Come potrebbe, un nemico che è stato scosso dai pochi razzi che cadevano su Tel Aviv da Gaza, reggere alle migliaia di razzi che cadrebbero su Tel Aviv e in altre città?” si è chiesto Nasrallah ipotizzando le conseguenze di un conflitto con il Paese dei cedri. La questione della recente aggressione a Gaza è stata poi l’occasione per indirizzare un deciso affondo alle monarchie del Golfo: “Alcune persone nel mondo arabo e musulmano stanno cercando di far passare Israele come un amico e l’Iran come un nemico (…). Dico a quelle persone che tutti i loro piani sono destinati a fallire. Giorno dopo giorno le popolazioni arabe e islamiche testimoniano che l’Iran è loro amico e li sostiene, questo è stato confermato durante il recente scontro nella Striscia di Gaza e in precedenza in Libano”. Un sostegno, ha affermato ancora Nasrallah, per il quale Teheran non si aspetta nulla in cambio. Gaza e la Palestina, ha insistito, “non hanno bisogno solo di simpatia e di visite, ma hanno bisogno delle vostre armi, di denaro e di supporto vero e proprio”. Il tipo di supporto che l’Iran ha fino ad ora garantito sia alla resistenza libanese che a quella palestinese. Il segretario generale di Hizbollah ha quindi voluto ricordare il caso del Bahrein attaccando ancora i Paesi della regione, gli stessi che assumono le ambigue posizioni sul conflitto israelo-palestinese, “che impediscono qualsiasi soluzione” perché temono che gli appelli alle riforme della popolazione bahreinita si estendano alle nazioni vicine. Sulla crisi siriana, Sayyed Nasrallah ha affermato che Hizbollah è al fianco di ogni popolo oppresso in ogni Paese, ma che non si dovrebbe sospettare su chi è realmente l’oppresso: “Quello oppresso in Siria è ormai tutta la Siria, tutto il popolo, l’esercito e tutta la sua esistenza, perché la Siria è bersagliata a più di un livello”, ha detto. Una crisi, quella siriana, che in molti hanno cercato di esportare nel vicino e fragile Libano, nel quale Hizbollah resta tuttavia - nonostante la demonizzazione – un fattore di equilibrio e stabilità. Nasrallah ha infatti sottolineato che il solo nemico del Partito di Dio è “Israele” e che la Resistenza sciita non ha nemici in nessun partito politico libanese, nonostante le differenze: “Abbiamo creduto e continuano a credere che il dialogo politico e l’azione siano gli unici modi per risolvere la crisi in Libano. Non abbiamo mai rifiutato di sederci a dialogare ogni giorno, ma non accettiamo che qualcuno ci imponga condizioni per il dialogo. Oggi dico che siamo per il dialogo, la convergenza e una soluzione politica”. |
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