|
|
Analogie e differenze fra comunismo e capitalismo |
|
|
|
|
|
|
|
|
Nell’attuale sistema fiscale ed economico la metà delle risorse è assorbita e controllata dallo Stato. Siamo quindi in una forma di “mezzo statalismo comunista” con la differenza che la ricchezza non è prodotta dalle industrie di stato ma dalla tassazione su di un’economia ancora, per certi versi, privata. Circa la corruzione della potente e soffocante burocrazia non ci sono grandi differenze nei due sistemi. La libertà di espressione, teorizzata nelle democrazie, è in realtà vanificata dal potere condizionante di un’informazione strettamente controllata non da uno stato ma da una strapotente casta economica. E la forza del potere in democrazia è provata dal fatto che in questa, per ora, non ci si deve basare sulle decine di milioni di morti, sui gulag, sullo stato poliziesco della dittatura comunista o sull’olio di ricino, le manganellate o il confino del fascismo (non sfugga la differenza). Essi sono divenuti inutili. Il potere del capitale ha raggiunto, infatti, dimensioni enormi e tali da opprimere il pensiero autonomo addirittura prima che si formi. Gli strumenti sono una assordante propaganda televisiva e di pressoché tutti i mezzi di informazione, o meglio di deformazione della realtà, senza che si permetta di esistere ad una significativa ed efficace voce diversa. In Ucraina e in altri stati ex comunisti sono molti a considerare che il comunismo dava a tutti, anche nel generale bassissimo livello del tenore di vita, un lavoro, una casa, il minimo essenziale, in uno stato che aveva alcune forme di difesa sociale, pur sussistendo una classe politica e burocratica privilegiata. Se non temessi di non essere capito, ricorderei quanto successo con la sostituzione del comunismo con le “libertà capitalistiche”. Ad esso è subentrata la disoccupazione, l’incertezza del futuro per le famiglie e per gli anziani, uno spaventoso aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e, come nel resto dei paesi cosiddetti liberi, crisi economica, chiusura di attività industriali rovinate dalla concorrenza dei paesi finanziariamente ed economicamente più forti. Mi sembra di notare molte analogie di comportamento con il colonialismo inglese in India dove il fiorente artigianato locale è stato completamente distrutto dalle importazioni dalle isole britanniche dei prodotti industriali a più basso contento di manodopera e quindi di minor costo, in particolare per il tessile. Lo strapotere della burocrazia sovietica è da noi sostituito dall’arroganza dalle mezze tacche del potere economico, finanziario e burocratico costituito da amministratori, dipendenti di complessi bancari, di aziende semiprivate di erogazioni di servizi, di piccoli burocrati di enti locali, di dipendenti di uffici di enti addetti alla riscossione di tasse, di magistrati, di assicuratori, di professionisti. La distruzione dello stato sociale istituito nel “tanto deprecato periodo fascista” da noi è già in avanzato stato di distruzione mentre negli stati ex comunisti non è ancora molto evidente, ma già negli ospedali occorre ora pagare medicinali e altre spese. Da noi la crescente oppressione fiscale vessa il cittadino in condominio con la speculazione privata alla quale in ultima analisi, attraverso il pagamento degli interessi sulla sovrastruttura truffaldina del debito statale, confluiscono tutte le risorse strappate alle famiglie ed al funzionamento delle strutture private, industriali, pubbliche e sociali. Se si tiene conto che anche nel sistema dell’U.R.S.S. comunista la banca centrale era privata e controllata dai capitali di grandi banche degli Stati Uniti, il cerchio si chiude. Tutto il potere finanziario e tutte le risorse economiche vengono convogliate s il controllo della casta apolide e s molti aspetti aliena all’umanità restante. Essa controlla strettamente la creazione dal nulla e la distribuzione del denaro nelle varie nazioni del pianeta con conseguenti interessi usurai che tutto distruggono. Non si capisce dove si vorrà arrivare, visto che certi comportamenti prefigurano il genocidio, prima culturale e poi fisico di tutte le genti escluse quelle della razza “ladrona” che sta rubando ai popoli il potere di decidere del proprio destino. Ormai nell’industria automatizzata le moltitudini non servono più nemmeno come manodopera ed il consumismo di tanti inutili persone inquina inutilmente l’ambiente che si vuole creato da dio per il popolo eletto. Si rilegga criticamente la bibbia. Dopo la crisi economica, che getta impietosamente famiglie ed intere popolazioni nella disperazione dopo averle private di tutto, un grave pericolo potrebbe verificarsi per quasi tutta l’umanità, a partire dai popoli più intelligenti e per questo giudicati più pericolosi dalla casta finanziaria.Vittoriano Peyrani
|
|