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I cittadini non vogliono la centrale turbogas |
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Prosegue il braccio di ferro tra le comunità dell’alto casertano e la politica locale. In seguito alle considerazioni apparse su manifesti firmati dal Sindaco di Presenzano, Vincenzo D’Errico, il giorno successivo alla grande mobilitazione “No Turbogas” del 24 novembre a Vairano Scalo, il Comitato e tutto il movimento di protesta, vastissimo, interregionale e trasversale, hanno ritenuto opportuno replicare alle argomentazioni fornite dall’Amministrazione Comunale presenzanese per giustificare il proprio comportamento. La solita litania delle “presunte” conquiste in favore della comunità locale, presenti nell’Atto Transattivo, sul quale tra l’altro pende ormai un ricorso al Tar volto ad annullarne l’efficacia, non incanta più nessuno. “Pur consapevoli che l’A. C. di Presenzano non è l’unica responsabile di questo devastante progetto, scrivono i cittadini in una dura nota, rimane comunque incontestabile la resa di quest’ultima rinunciando a portare a termine i ricorsi amministrativi e raccogliendo così solo quelle che sembrano delle briciole, se rapportate ai danni incalcolabili che comporterà la paventata Turbogas”. Entrando nel merito delle argomentazioni sollevate, si rileva inoltre che dal punto di vista occupazionale, il citato art. 7.1 dell’Atto rileva che dopo la cantierizzazione la “Edison provvederà a comunicare il numero, le qualifiche e le mansioni dei lavoratori […] compatibilmente con la disponibilità locale dei profili necessari per l’esercizio della Centrale”. Ad oggi, non è noto né quanti lavoratori saranno assunti né i relativi profili professionali. Il pericolo di una “nuova Sparanise” è quindi del tutto legittimo; il contributo annuo di 330.000,00 Euro per dieci anni del citato art 6.2 lett. C dell’Atto, è utilizzabile dal Comune comunque solo per le ipotesi di “compensazione ambientale” (artt. 6.1 e 6.4 dell’Atto). Il ristoro, in ogni caso, è previsto dalla legge, anche senza accordi specifici con la società costruttrice. Complessivamente, il Comune di Presenzano riceverà circa la metà del contributo ricevuto da Sparanise per lo stesso tipo di impianto. Il citato art. 5.4, la lett. d) impone al Comune di concordare con Edison gli accessi alla Centrale, per verificarne l’attività e il rispetto degli impegni assunti, “con congruo anticipo”. Cosa che vanificherebbe, secondo i cittadini, gli effetti stessi del controllo qualora si concordino i tempi e le modalità con il controllato. Non sono piaciute poi le affermazioni sarcastiche rispetto alla “oceanica partecipazione” alle manifestazioni di protesta, anche in considerazione della presenza di circa un migliaio di persone al corteo del 24 novembre e delle centinaia di persone che partecipano costantemente alle assemblee pubbliche. Il movimento raccoglie adesioni dal Molise fino al Basso Casertano, di amministratori, agricoltori, sindacati, studenti, pensionati, movimenti, associazioni e cittadini comuni. “Noi crediamo, concludono i membri del Comitato No Turbogas, che la democrazia non si risolva esclusivamente nel momento elettorale, ma presupponga la partecipazione e la consultazione dei cittadini, almeno nelle decisioni che possono influire sulla salute pubblica, sull’ambiente e sull’economia del territorio. Infatti, oltre ai problemi di ordine sanitario, causati dalle emissioni di polveri sottili, le ripercussioni graveranno sull’economia locale, colpendo le aziende agroalimentari e turistiche già colpite alla crisi, e sull’ambiente, inquinando i campi e i fiumi dell’area”. Il gasdotto Tap, che approderà in Salento, potrebbe essere operativo a partire dal 2018. Arriva direttamente da Bruxelles la conferma che il progetto di Trans Adriatic Pipeline di portare in Italia il gas dell’Adzerbajan (che non ha ancora le necessarie autorizzazioni poiché è in corso la procedura per ottenere la Via), ha comunque la benedizione del Governo. Le parole pronunciate dal sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, al termine del Consiglio UE energia, lasciano pochi dubbi: "Dopo la firma dell’accordo a New York tra Italia, Grecia e Albania ora stiamo definendo le norme specifiche per il Tap, un’opera che giudichiamo molto importante, perché aprirà il Corridoio Sud per l’Italia e per l’Ue". Il gasdotto, con una capacità di 10 miliardi di metri cubi all’anno, dovrebbe partire, stando alle previsioni della Commissione Ue e del governo azero, tra la fine del 2017 e il 2018, dopo che sarà costruita "la pipeline non solo tra la Turchia e l’Italia ma anche tra l’Azerbaigian, dove ci sono i giacimenti di gas, e la Turchia continentale". La Tap, intanto, punta decisa alla Via, rimodulando le parti critiche del progetto, soprattutto nella parte finale dell’approdo a San Foca, in vista della consegna dell’ulteriore documentazione al ministero entro il 10 dicembre. La modifica più consistente riguarda il terminale di ricezione, ridotto da 16 a 13 ettari e compreso solo nel territorio di Melendugno e non più di Vernole, che - è stato assicurato - non sarà un deposito per lo stoccaggio del gas. A mettere la faccia sotto tale promessa è stato il country manager Italia, Giampaolo Russo: "Il progetto di stoccaggio di Tap è solo in Albania e comunque non sarebbe possibile fare un deposito a Melendugno perché lì non esiste un campo depleto, già svuotato di idrocarburi e con caratteristiche geomorfologiche precise". Russo, che nei giorni scorsi ha incontrato i suoi interlocutori istituzionali pugliesi, ha descritto il terminale come "una grande masseria, alta 1 metro e 70 cm e con due piccoli comignoli, molto simile agli edifici di quelle zone e dunque dall’impatto visivo minimo". A suo dire "il terminale sarà realizzato in aree incolte, e per farlo saranno espiantati solo 5 ulivi monumentali. Non ci saranno emissioni in atmosfera, né rischio di inquinamento sonoro e tantomeno sarà realizzato un impianto industriale". La Trans Adriatica Pipeline, insomma, è determinata nel tentativo di chiarire il proprio progetto all’opinione pubblica, per smussare le posizioni molto dure di numerosi cittadini, che hanno iniziato una battaglia contro il gasdotto con il sostegno dei comitati ambientalisti a partire dal "No Tap". Per farlo ha creato un nuovo sito (consultabile all’indirizzo www.conoscitap.it), attivo da lunedì scorso, per avere informazioni e aggiornamenti sul progetto e sullo stato delle procedure e per porre domande alla società. "Probabilmente finora siamo stati carenti nella comunicazione - ha aggiunto Russo - ma poiché non abbiamo nulla da nascondere adesso tenteremo di farlo capire al territorio". Tale scelta "di fornire integrazioni e aggiornamenti rispetto al progetto e alla compatibilità ambientale, così come quella di aprire un confronto con i diversi interlocutori territoriali" è stata valutata positivamente da Edoardo Zanchini, responsabile nazionale Energia di Legambiente, secondo il quale "questa infrastruttura potrebbe permettere al nostro Paese di rendere più sicuri gli approvvigionamenti di gas e aumentare la concorrenza, con vantaggi ambientali legati, tra l’altro, a un maggior uso di centrali a gas rispetto a quelle a carbone o olio combustibile, ben più inquinanti, per la produzione convenzionale". Proprio la possibilità di rendere più sicuri gli approvvigionamenti, a quanto pare, rende il gasdotto con approdo in Salento appetibile per il Governo, mentre decisamente contraria si è mostrata finora la Regione Puglia, che ha bocciato l’idea con un parere molto duro del Comitato Via. Russo, tuttavia, si è detto anche "fiducioso" sulla possibilità che l’ente, dopo aver esaminato la nuova documentazione allegata alla richiesta di Via dirà sì al gasdotto. Intanto, però, la Trans Adriatic Pipeline attende l’esito del ricorso al Tar, presentato contro il Comune di Melendugno che, dopo avere espresso in primavera parere negativo al progetto con delibera consiliare, ha negato la possibilità di effettuare indagini nelle aree in cui è previsto il passaggio dell’opera. L’udienza è stata rinviata al 12 dicembre e i comitati ambientalisti hanno salutato con favore il rinvio, dal momento che entro quella data la nuova documentazione dovrà essere stata presentata al ministero per la richiesta di Via, per cui i risultati dei rilievi che dovevano essere effettuati a Melendugno non entreranno a far parte degli atti.
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