Sanità, Marino: "No ai primari scelti dai politici. Lazio brutto esempio"
 











Mario Monti lo ha detto chiaramente: c’è un problema di sostenibilità del servizio sanitario nazionale  e bisogna trovare altre forme di finanziamento, senza che ciò significhi provatizzare la sanità. C’è la riforma cui lavora il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che punta all’abolizione dei ticket sanitari e a una modulazione dei costi delle cure in base al reddito percepito, ma c’è anche un buco di 2 miliardi da colmare in qualche modo, a partire da gennaio 2014. La sanità è dunque a un bivio tra riduzione di budget e riforme da avviare e di questo si è parlato nel videoforum su Repubblica Tv condotto da Michele Bocci. Protagonisti del dibattito Ignazio Marino, senatore Pd e presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficienza del Servizio sanitario nazionale e, in collegamento da Milano, il professor Gabriele Pelissero, ordinario di Igiene presso l’Università di Pavia e presidente dell’Aiop, l’associazione degli ospedali privati.
Pubblico e privato a confronto. Marino e Pelissero rappresentano le due facce della medaglia sanità. Il primo difende il settore pubblico, il secondo quello privato. Secondo un’indagine del Censis, circa un terzo
degli italiani considera peggiorato il servizio sanitario offerto nella propria regione. E infatti, mentre la spesa sanitaria pubblica rallenta, quella privata avanza: più 25% negli ultimi dieci anni. Il più delle volte, secondo il Censis, questa scelta dipende dalle attese troppo lunghe per fare visite ed esami in ospedali e Asl. Per il senatore Pd, il Ssn va difeso razionalizzando la spesa ed evitando gli sprechi, ma senza ulteriori tagli: "Tagliamo i 15 miliardi previsti per i caccia bombardieri e non sottraiamo 30 miliardi al Servizio sanitario nazionale", spiega Marino, che ammette: "Non ho votato il decreto Balduzzi perché non condivido le nuove norme che regolano l’attività professionale intramoenia. Penso, infatti, che il chirurgo debba
garantire la continuità delle cure in un unico luogo. Inoltre non ritengo giusto che i primari vengano scelti non per i loro meriti e capacità ma sulla base dell’affiliazione politica". Per Pelissero, invece, la sanità pubblica e quella privata vanno messe sullo stesso piano: "Nel pubblico c’è stato troppo spreco, ecco perché in molte regioni, come il Lazio, ci troviamo di fronte a buchi di bilancio colossali. C’è bisogno di più competizione per migliorare la qualità del servizio".
Sanità nel Lazio. A proposito della crisi del sistema sanitario laziale, la soluzione per Marino non può essere trovata neanche in questo caso nei tagli: "E’ impensabile - spiega - che si chiuda una struttura come il San Filippo Neri. Nel Lazio qualcuno si è ’distratto’ negli ultimi 15 anni: abbiamo 35 strutture per emodinamica, che salvano le persone dall’infarto, di cui solo 6 lavorano 24 ore su 24. E’ evidente che c’è stato uno sperpero di risorse. No ai tagli, ma ben vengano gli accorpamenti di
strutture che possono lavorare insieme".
Marino sindaco di Roma? "Un compito molto difficile, soprattutto dopo l’esperienza disastrosa di Alemanno’’. Ignazio Marino risponde alla domanda sulla sua possibile corsa alla poltrona di primo cittadino della capitale. "Sulla candidatura deciderà il Pd con un percorso democratico, che spero sia quello delle primarie’’, ha detto il senatore.
Dl Sviluppo: "Pdl irresponsabile". Marino commenta poi la notizia del giorno, ossia il voto di fiducia al Senato sul decreto Sviluppo, con l’astensione del Pdl: "Al governo Monti viene a mancare la maggioranza - afferma -  Il partito di Berlusconi segue le indicazioni dell’ex presidente del Consiglio di voler tornare alla guida del Paese. Un segnale che la fine di questa legislatura è vicina". Monica Rubino-repubblica