Monti: "Mi dimetto dopo la legge di stabilità"
 











Dopo oltre due ore di incontro al Quirinale, l’annuncio: "Monti intende rassegnare le dimissioni, dopo l’approvazione della legge di stabilità. Impossibile proseguire dopo la sfiducia del Pdl". E poi la precisazione, in una nota: "Il Presidente del Consiglio accerterà quanto prima se le forze politiche che non intendono assumersi la responsabilità di provocare l’esercizio provvisorio - rendendo ancora più gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a livello europeo - siano pronte a concorrere all’approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio. Subito dopo il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Capo dello Stato".
IL TESTO DEL COMUNICATO DEL QUIRINALE - "Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha stasera ricevuto al Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Senatore Mario Monti. Il Presidente della
Repubblica - - si legge in un comunicato diffuso dal Quirinale - ha prospettato al Presidente del Consiglio l’esito dei colloqui avuti con i rappresentanti delle forze politiche che avevano dall’inizio sostenuto il Governo e con i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Il Presidente del Consiglio  ha dal canto suo rilevato che la successiva dichiarazione resa ieri in Parlamento dal Segretario del PdL on. Angelino Alfano costituisce, nella sostanza, un giudizio di categorica sfiducia nei confronti del Governo e della sua linea di azione.
Il Presidente del Consiglio non ritiene pertanto possibile l’ulteriore espletamento del suo mandato e ha di conseguenza manifestato il suo intento di rassegnare le dimissioni. Il Presidente del Consiglio accertera’ quanto prima se le forze politiche che non intendono assumersi la responsabilita’ di provocare l’esercizio provvisorio - rendendo ancora piu’ gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a livello
europeo - siano pronte a concorrere all’approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilita’ e di bilancio. Subito dopo il Presidente del Consiglio provvedera’, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica".
ELEZIONI: IPOTESI VOTO A FEBBRAIO;CONTATTI MINISTRI-FILOMONTIANI
Fonti ministeriali riferiscono che la decisione del Pdl di porre in Senato la pregiudiziale di costituzionalita’ sull’accorpamento delle province e’ stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non che la decisione di Mario Monti non fosse gia’ maturata ieri. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, aveva gia’ comunicato ai suoi ministri l’intenzione di rassegnare le dimissioni dopo l’ok alla legge di stabilita’. Ma quel passaggio della nota del Quirinale in cui si chiede "un’accelerazione in tempi brevi" delle leggi di stabilita’ e di bilancio fa presupporre anche la possibilita’ di uno scioglimento anticipato delle
Camere rispetto alla ’road map’ prevista in un primo tempo. A questo punto, fanno presenti fonti ministeriali, non si esclude neanche l’ipotesi del voto a febbraio e un nuovo gior di consultazioni da parte del presidente della Repubblica.
Del resto dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani, e’ arrivato subito un invito a varare celermente il provvedimento. "Siamo prontissimi, stringendo i tempi", e’ la risposta di Alfano. Il presidente del Consiglio ha formalizzato le sue intenzioni dopo la posizione del Pdl, constatando nelle parole pronunciate dal segretario di via dell’Umilta’ "un giudizio di categorica sfiducia nei confronti dell’esecutivo". Il Pd e l’Udc avevano invocato nell’incontro al Colle un alt alla politica delle mani libere del Pdl. E il no del Pdl ad alcuni provvedimenti sul tappeto, in primis l’accorpamento delle province, misura che era richiesta anche dal Capo dello Stato, e’ stato percepito dal Capo del governo come un ulteriore segnale di un tentativo di
logoramento. Dietro le quinte piu’ di un ministro, riferiscono fonti ben informate, ha avallato la decisione di Monti, incoraggiandola. "Non ci dovra’ essere nessun galleggiamento", viene ripetuto. L’obiettivo e’ comunque quello di tenere il Paese al riparo da una crisi, evitando strappi e lacerazioni che potrebbero arrecare un ulteriore danno all’Italia. Ma la decisione di Monti viene interpretato da fonti ministeriali come la determinazione a creare un distacco dalla fase politica che si e’ aperta con l’inizio della campagna elettorale. L’auspicio dei ’filomontiani’ e’ che il Professore possa utilizzare questo spazio che si apre per lanciare una sua candidatura e mettersi a capo di una sorta di Ppe italiano.
IL NON CI STO DI MONTI, ORA POTRO’DIRE CIO’ CHE PENSO
Non ci sto a galleggiare, a questo punto sono io che decido quando chiudere l’esperienza di questo governo. Fonti ministeriali riferiscono che Mario Monti avrebbe spiegato al Capo dello Stato le sue intenzioni di
procedere alle dimissioni per l’atteggiamento assunto dal Pdl. Non ci sto, questo il ragionamento del Professore, a farmi impallinare da un partito che ha votato i provvedimenti per un anno e all’improvviso prende una posizione opposta ai suoi comportamenti. Ed ancora: non ci sto a considerare che quanto successo non comporta delle conseguenze, la decisione del Pdl lede la mia persona e il mio governo.
E’ un duro j’accuse quello del presidente del Consiglio al partito di via dell’Umilta’, sempre secondo quanto riferiscono fonti ministeriali. Uno sfogo che il Professore avrebbe fatto al Capo dello Stato che ha provato, sempre secondo quanto viene riferito, a frenarlo ma comprendendone poi tutte le ragioni. Un ragionamento che Mario Monti ora avrebbe intenzione di riferire direttamente agli italiani. Il premier avrebbe preso la decisione di dimettersi anche per avere una maggiore agibilita’ politica, ’mani libere’ per poter dire cosa pensa e salvaguardare la sua ’agenda’ e il suo
credo legato ai tempi europei e all’antipopulismo. Monti sta seriamente valutando, spiegano le stesse fonti, la possibilita’ di scendere in campo. Ad alcuni dei cosiddetti ’filomontiani’ del Pdl ha dato appuntamento la settimana prossimo per un incontro decisivo. A diversi ministri il presidente del Consiglio avrebbe gia’ avanzato l’intenzione di voler accelerare su una sua possibile candidatura.
MARONI, EVVIVA DIMISSIONI MONTI, BRAVO ALFANO
"Monti si dimette, evviva! Fine dell’anomalia democratica. Bravo Alfano, avanti cosi’ fino in fondo". Cosi’ Roberto Maroni su Facebook, commentando le decisioni del presidente del Consiglio, dopo il colloquio con Giorgio Napolitano.
CORSARO, "DIMISSIONI DI MONTI? FINALMENTE"
"In un anno di governo tecnico il Pil e’ peggiorato, il debito pubblico e’ cresciuto, la disoccupazione aumentata, la produzione industriale crollata, la disoccupazione record e la pressione fiscale a livello di strozzinaggio. Monti si dimette? Finalmente...". Lo
dichiara Massimo Corsaro, vice presidente vicario del Pdl alla Camera.
RUTELLI,ORA CIASCUNO SI ASSUMA PROPRIE RESPONSABILITA’
"L’annuncio di Monti e’ sacrosanto. Ciascuno prenda le proprie responsabilita’ davanti al Paese". Lo scrive su twitter Francesco Rutelli, leader di Api.
GOVERNO: BERSANI, DA MONTI ATTO DIGNITA’ CHE RISPETTIAMO
"Di fronte alla irresponsabilita’ della destra che ha tradito l’impegno assunto un anno fa davanti al paese, aprendo di fatto la campagna elettorale, il presidente Monti ha risposto con un atto di dignita’ che rispettiamo profondamente. per cio’ che ci riguarda siamo pronti ad operare per l’approvazione nei tempi piu’ rapidi della legge di stabilita’". Lo ha dichiarato il segretario del Pd, Pieluigi Bersani.
LA RUSSA, ALTRO CHE POPULISMO. GLI E’ MANCATO IL POPOLO
"Secondo me, e secondo molti di noi, nelle priorita’ di questo governo non e’ che non c’e’ il populismo, tante volte non c’e’ proprio il popolo". Ignazio La Russa replica cosi’ a
Mario Monti e a proposito dei rischi di ’scorciatoie populiste’ evocati dal presidente del Consiglio oggi a Cannes, il coordinatore Pdl aggiunge: "Non so cosa intenda Monti ma per lui il massimo e’ il disarmo della democrazia. Ma senza partiti non c’e’ democrazia, quindi cosa auspica?". "Gli italiani, se si potra’ decidere democraticamente, potranno scegliere - aggiunge sempre da TgCom24 - se preferiscono un governo Monti o se invece possono indirizzare le scelte in maniera assai piu’ pregnante. Monti terzo incomodo? Se decidesse di candidarsi sarebbe terzo incomodo legittimamente. Potrebbe essere apprezzato da molti". "Quello che non apprezzo - conclude -non e’ il Monti come persona, non apprezzo che sia tutto una marmellata. Questo governo e’ stato appoggiato da tutti, finendo per approvare provvedimenti che spesso non piacevano a nessuno. Se Monti vuole candidarsi lo faccia, poi decideranno gli italiani".