Stati Uniti Un altro Bush per la Casa Bianca?
 











“Spero proprio di sì”. Ecco cosa ha risposto il figlio di Jeb Bush alla domanda della Cnn se il padre sarà candidato alle elezioni presidenziali del 2016. La sconfitta di Mitt Romney non è stata digerita bene dai repubblicani e fin da oggi si comincia a cercare soluzioni per riconquistare la Casa Bianca dopo i due mandati di Barack Obama.
Le analisi elettorali ci hanno chiarito che Romney ha perso principalmente per essersi spostato troppo a destra ed avere alienato le donne ed i gruppi minoritari come gli afro-americani e gli ispanici. Ci vorrebbe dunque un moderato che aggiunga al voto tradizionale repubblicano quello delle minoranze, o almeno una buona fetta di questi elettori.
Jeb Bush potrebbe essere il salvatore dei repubblicani in parte perché come il padre George ed il fratello William si trova politicamente al centro. Non si sposterebbe troppo a destra, anche se, come tutti i repubblicani, crede all’idea delle tasse bsse, un governo
ridotto, è contrario all’aborto, eccetera. Per quanto riguarda l’immigrazione, Jeb si trova in una posizione moderata anche ed infatti, durante la campagna del 2012, ha criticato l’aspra posizione del suo partito. Crede che i clandestini che non abbiano commesso reati dovrebbero avere le porte aperte alla residenza legale ed eventuale cittadinanza ma è contrario alla soluzione parziale di Obama di dare un permesso temporaneo ai figli dei clandestini. In sintesi, un candidato moderato che questa volta i repubblicani credevano di avere trovato in Romney il quale però non ha avuto successo ad abbandonare le catene estremiste imposte dal Tea Party che gli sono costate l’elezione.
Jeb Bush avrebbe anche un grande vantaggio considerando i suoi legami personali con gli ispanici i quali questa volta hanno votato più del 70 percento per Obama. Come si sa, Jeb parla spagnolo molto bene, ha sposato una messicana, e si trova in una buonissima posizione per migliorare il record del fratello
George con i latinos i quali gli avevano dato più del 40 percento dei consensi, cifra ottima per un repubblicano.
Non avrebbe una tale facilità con gli afro-americani i quali votano quasi al novanta percento per i democratici essendo stati allontanati dal Partito Repubblicano.
Insomma Jeb avrebbe tutte le carte in regola per creare una coalizione non molto diversa da quella del fratello George e nonostante il fatto che il 2016 sia abbastanza lontano potrebbe farcela e diventare il terzo Bush a risiedere nella Casa Bianca.
Esattamente come Romney però, Jeb dovrebbe sudare sette camicie per vincere la nomination del partito nella quale gli elettori di estrema destra hanno una forte influenza. Ma se riuscisse a convincere i repubblicani che lui sia il candidato dovrebbe anche convincere l’elettore medio che lui non è il fratello George. Vero che nel 2016 la disastrosa politica del fratello sarà stata dimenticata dato che gli elettori hanno memoria corta. Ma l’idea di un terzo
Bush come presidente avvicinerebbe questa famiglia ad una specie di aristocrazia non molto diversa di quella dei Kennedy anche se questo clan è solo riuscito ad eleggere uno dei loro a presidente. In effetti, surclasserebbe i Kennedy dal punto di vista dei successi politici pratici.
Jeb non ha ancora deciso se sarà candidato anche se non ha rifiutato categoricamente come aveva fatto per il 2012. Al momento deve preoccuparsi delle finanze famigliari le quali hanno evidentemente sofferto abbastanza con la recessione e deve anche considerare in che maniera la sua decisione influirebbe sui suoi figli i quali hanno già cominciato a partecipare nella vita politica del Texas.
Siamo lontani dal 2016 ma nella recente elezione presidenziale non è stato candidato né un Clinton né un Bush. Non succedeva dal 1976.
Hillary Clinton ha già fatto sapere che lascerà il suo incarico come segretario di Stato fra non molto. Un altro duello Bush Clinton nel 2016? Vedremo in un futuro
articolo.Domenico Marceri (Santa Maria - California)