Saviano a de Magistris "Non usare la città"
 











Roberto Saviano

"De Magistris mi sembra distratto, in questa fase. Non vorrei si usasse Napoli per una ribalta personale". E ancora: "Non si può andare in televisione, il giorno dopo la sparatoria davanti a un asilo, e non dire una parola su Scampia". Roberto Saviano torna a Napoli, per costituirsi parte civile al processo contro i boss del clan dei casalesi.
È un duello a distanza, ormai.  Roberto Saviano che già aveva criticato apertamente il sindaco, via twitter, dopo il licenziamento di Raphael Rossi, ora replica con un’analisi molto severa alle recenti esternazioni che gli ha rivolto il sindaco. "Mi spiace - commenta - che il sindaco risponda ad un’osservazione sul governo cittadino non spiegando cosa ha fatto o intende fare, ma attaccando me o genericamente quelli che "se ne vanno via da Napoli". Tra l’altro, dovrebbe sapere che non me ne sono andato di mia volontà".
Le 12: l’udienza in cui lo scrittore si è costituito parte civile contro boss e
avvocati di Gomorra è appena finita. Saviano si trattiene nell’aula 111 dopo aver fissato nei monitor, a distanza, i padrini Antonio Iovine e Francesco Bidognetti collegati al processo in videoconferenza.
Saviano parla di de Magistris, delle "delusioni" che apprende da parte di "tanti napoletani". Del rientro di Berlusconi come candidato premier: "Ritorno
devastante per la lotta alle mafie". E lancia un allarme: "Teniamo gli occhi aperti sul voto di scambio: bastano 20 euro e una spesa fatta per comprare il consenso".
Qualche ora prima, le auto scure erano passate svelte da un varco posteriore di Palazzo di Giustizia: la scorta porta il giovane scrittore che non mette piede da tempo nella sua città. L’autore di Gomorra torna a Napoli quattro anni dopo la sua presenza pubblica all’aula bunker di Poggioreale quando, nel giugno 2008, la Corte di Assise d’Appello conferma tutti gli ergastoli per il gotha dei casalesi; e torna tre anni dopo il privato e affettuoso scambio di
saluti, nel 2009, tra lui e il direttore Abbado, in una suite del Vesuvio.
Ma è la prima volta che Saviano si costituisce parte civile nel processo che vede imputati, per minacce e diffamazione, con Bidognetti e Iovine, i loro ex avvocati casertani, Michele Santonastaso e Carmine D’Aniello che, nel 2008, presentarono un’istanza di remissione leggendo frasi "diffamatorie, calunniose e minacciose" sia per i giornalisti, sia per i magistrati Federico Cafiero de Raho e Raffaele Cantone.
Saviano resterà per alcune ore, fino alla fine dell’udienza: al suo fianco l’avvocato Antonio Nobile e il pm antimafia Antonello Ardituro. Il presidente della terza sezione, Aldo Esposito, rigetta due istanze della difesa e rinvia il processo al 4 marzo. Si prevedono testi eccellenti per parlare di diffamazione e cultura antimafia. Il pm Ardituro ha citato, ma sarà il Tribunale a decidere, il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, quello dell’Espresso, Bruno Manfellotto, l’anchorman Fabio Fazio, l’ex
direttore del Mattino Virman Cusenza, e i politici Fausto Bertinotti e Walter Veltroni.
Saviano, il sindaco ha detto: "Mi sono simpatici gli intellettuali che sono andati a vivere fuori, ma mi sono più simpatici quelli che rimangono. Quindi l’interlocuzione con Saviano non mi appassiona. Gli dico solo: perché non vieni a Napoli a lavorare, a metterti a disposizione?". Saviano, perché?
"Intanto mi stupisce che il sindaco attacchi la persona invece di rispondere sul punto...".
Ricordiamolo: lei aveva sostanzialmente sostenuto, parafrasando Jhonny Stecchino, che il problema di Napoli sembra il traffico e che l’unico atto di rinnovamento non può essere il "lungomare liberato".
"Io penso semplicemente che è strana, è terribile la scelta strategica legata solo alla bellezza della città: che poi non è un merito della politica, casomai può essere un merito tutelarla. Secondo punto: il primo cittadino dovrebbe sapere che la mia condizione mi ha portato lontano, ma spero di tornarci
nella mia città: e comunque la mia presenza qui come parte civile testimonia che questo territorio è il mio e lo difendo e lo tutelo. Invece, sento la delusione di molti napoletani che non hanno visto un’idea, una proposta, un’azione di cambiamento forte sulle periferie. Lo vedo distratto...".
Se si riferisce all’attivismo del sindacoleader degli Arancioni, che proprio domani sarà presentato ufficialmente a Roma e che ha in animo di candidare il magistrato Ingroia, sappia che de Magistris ha appena ribadito, in una lettera pubblica, che questo impegno non sottrarrà energie al ruolo di sindaco, e anzi che "Napoli non potrà che trarre beneficio" da questo.
"Io ho un timore, confesso: che Napoli rischi di essere la vetrina per lanciarsi su una dimensione nazionale. Mi spiego: il meccanismo non è quello di trasformare Napoli e portare questo risultato come contributo alla città e al Paese. Ma usare Napoli per una grande ribalta. Ovviamente spero di sbagliarmi: se così fosse, sarebbe
davvero doloroso".
È un’analisi dura. C’è qualcosa che l’ha colpita in negativo?
"Una cosa mi è sembrata singolare. Non si può andare in tv e non parlare di Scampia, della città da lui amministrata, il giorno dopo che c’è stata una sparatoria davanti a un asilo (il riferimento è alla trasmissione di Santoro, "Servizio Pubblico")".
Facciamo finta che lei sia qui a lavorare per Napoli. Cosa proporrebbe lei per Scampia, esercito a parte?
"Una premessa: l’invio dell’esercito lo ritengo importante solo come pronto soccorso ma credere che esercito serva da solo è assurdo. Se serve ad affrancare uomini dell’intelligence, se viene affiancato da progetti a lungo termine sulla vivibilità e la crescita del territorio, allora sì. Ma credo che tutto dovrebbe ruotare su un’idea di centralità contro la marginalità. Una biblioteca speciale? Degli uffici particolarmente avanzati del Comune? Da spostare lì. Bisogna incentivare in ogni modo iniziative imprenditoriali importanti. Invece di
guardare alla solita imprenditoria. Insomma: sfruttare la mediaticità "nera" di Scampia per una "mediaticità" luminosa. E non soltanto il giorno di Carnevale, e non soltanto per opera delle associazioni, che si portano da sole, sulle spalle, questo compito".
Stasera c’è l’iniziativa della municipalità "la scuola è la luce per Scampia", le aule tutte illuminate che ospitano i cittadini e un incontro pubblico. Lei ci sarà solo idealmente?
"Idealmente ci sarò, certo. Spero al più presto di farlo anche fisicamente".
Saviano, Berlusconi è di nuovo sulla scena come candidato premier. Cosa cambia?
"Un ritorno devastante: anche perché arriva in un momento difficilissimo dal mio punto di vista. Guardo all’aspetto della difficoltà della guerra di camorra e alla chiusura processo ndrangheta in Lombardia che dimostra presenza capillare e diffusa delle mafie anche al nord. E poi dico: teniamo gli occhi aperti sul voto di scambio. È solo la mia opinione: ma penso che il mondo vicino a
Berlusconi utilizzerà molto questa leva e tocca anche ai media e alla società civile vigilare". Conchita Sannino-repubblica