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Eni delle brame...Negli States la campagna elettorale non è finita... |
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Venerdì 7 dicembre è stata posta la prima pietra del cantiere per la costruzione del gasdotto South Stream (50% Gazprom, 20% Eni, 15% Edf, 15% Wintershall). Il gasdotto porterà, dal 2017, 63 miliardi di metri cubi di gas naturale dalla Russia all’Europa occidentale con tre rami collettori: due verso l’Italia, uno verso l’Austria. Un successo russo (e italiano) inversamente proporzionale alle difficoltà che sta incontrando la realizzazione del gasdotto in competizione, il Nabucco sponsorizzato da Usa e Ue. Nel 2008 - come fanno fede i rapporti dell’ambasciata Usa a Roma con la Segreteria di Stato a Washington, svelati da Julian Assange e dalla sua Wikileaks - fu proprio la necessità di bloccare il South Stream russo ad armare - per così dire - una feroce campagna anti-Eni e anti-Roma. E non è nemmeno escluso che le continue pressioni dei fondi americani (che hanno una cospicua minoranza del pacchetto dell’Eni) alla svendita della Snam e del settore gas dell’Eni siano da attribuire al medesimo intento. Non è fantapolitica. E’ la realpolitik. Che i nostri organi di disinformazione censurano.Lorenzo Moore “Senza aumenti delle tasse non ci sarà nessun accordo”. Parla Timothy Geithner, il ministro dell’economia degli Stati Uniti. Si tratta di fare scadere gli sgravi fiscali approvati dall’amministrazione di George Bush per il due percento dei più ricchi in America. Senza un accordo si arriverà al “fiscal cliff”, il burrone fiscale che molti credono potrebbe fare ricadere il Paese in un’altra recessione. Sembra dunque che lo stallo a Washington continui perché nonostante le belle parole pronunciate subito dopo l’elezione da John Boehner, presidente della Camera, ci si ritrova un’altra volta al punto di partenza prima dell’elezione. Nulla sembra essere cambiato ma in realtà le cose sono diverse. Obama è stato rieletto, i democratici hanno rafforzato il loro controllo al Senato, ed alla Camera, i repubblicani continuano il loro dominio anche se hanno perso alcuni seggi. Ma ora Obama ha più forza e la sta usando. I sondaggi ci dicono che, in mancanza di accordo, cinquantatre americani su cento darebbero la colpa ai repubblicani mentre solo per ventotto Obama ne sarebbe responsabile. Ma il talento dei politici non è quello di governare secondo i sondaggi. I buoni politici devono indicare la strada che loro vedono migliore per tutti. Tuttavia, per i repubblicani, Boehner ha spiegato che aumentando le tasse peggiorerà la fragile economia. Ciò è vero solo in parte. Se gli sgravi fiscali di Bush scadranno per la classe media si tratta di soldi che non rientreranno nell’economia e quindi l’effetto sarà negativo riducendo posti di lavoro. Una famiglia con reddito lordo di 50.000 dollari annui si vedrebbe il salario ridotto di 1600 dollari annui mentre una con reddito di 80.000 pagherebbe 3500 dollari in più di tasse. Soldi generalmente spesi perché queste famiglie ne hanno bisogno per vivere. Per quanto riguarda i risparmi fiscali dei benestanti si tratta invece di quattrini che sarebbero verosimilmente investiti nella finanza con effetti quasi nulli come stimoli di crescita. Ma i repubblicani continuano a vedere i benestanti, quelli che hanno un reddito di 250.000 e più, come i creatori di lavoro. Se ciò fosse vero gli sgravi fiscali di Bush avrebbero dovuto creare un sacco di posti di lavoro. Un azzardo. Ma si tratta anche di una questione di giustizia. Quelli che più guadagnano più dovrebbero contribuire al bene comune. Un’idea che i repubblicani non condividono. Il loro sacerdote è ovviamente Grover Norquist il quale è riuscito a fare firmare una promessa solenne a quasi tutti i parlamentari e senatori repubblicani di mai aumentare le tasse. Mitt Romney aveva dichiarato che da presidente avrebbe ridotto le tasse a tutti del venti percento. Obama invece ha promesso di ridurre le tasse della classe media e di aumentare quelle dei benestanti. Obama ha vinto ed i repubblicani hanno perso. Ma forse non se ne sono ancora accorti. Vorrà dire che i repubblicani alle prossime elezioni di midterm del 2014 perderanno anche il controllo della Camera.Domenico Maceri |
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