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La Corte europea dei diritti condanna la Fyrom |
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La Corte europea dei diritti dell’uomo ha dato ragione ad un cittadino tedesco, vittima della pratica delle cosiddette “extraordinary rendition” (“consegne straordinarie”), ovvero la cattura e il trasferimento con voli in prigioni segrete dell’intelligence statunitense. presenti sul suolo europeo e altrove in giro per il mondo. Il tribunale della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha condannato le autorità della Fyrom (Former Yugoslav Repubblic of Macedonia) per aver violato i diritti fondamentali di Khaled El-Masri, quando lo hanno consegnato alla Cia nel 2004. La Fyrom è diventata così il primo Stato europeo, che però non è parte integrante dell’Ue, che viene ritenuto responsabile del suo coinvolgimento nella pratica dei trasferimenti con voli segreti in luoghi nascosti da parte dei servizi Usa. “Questa sentenza è storica. Riconosce che il sistema della consegna alla Cia e delle detenzione segrete implicava torture e sparizioni forzate”, ha commentato Wilder Tayler, segretario generale della sede a Ginevra del Comitato internazionale dei giuristi. Tuttavia sarà pure un successo agli occhi dei giuristi e della Corte europea, ma ad essere condannato è soltanto uno Stato che non fa parte del club dei Ventisette. Infatti i giudici della Corte Ue avrebbe dovuto condannare anche la Germania per non aver fatto nulla nella difesa di un proprio cittadino. Per il governo di Berlino infatti i rapporti con gli Stati Uniti sono più importanti di qualsiasi altra cosa e quindi si è sempre rifiutato di chiedere l’estradizione degli agenti della Cia riconosciuti di aver rapito il malcapitato. D’altronde Khaled El-Masri è un cittadino tedesco di 49 anni, originario del Libano, che ha chiesto giustizia per il periodo di detenzione illegale a cui la Cia lo ha sottoposto dal 31 dicembre 2003 al 28 maggio 2004. El-Masri venne arrestato alla frontiera con la Serbia dalla polizia macedone, mentre viaggiava verso Skopje, dove avrebbe passato il capodanno. “Mi hanno imprigionato per 23 giorni in una camera d’albergo in Macedonia, senza alcuna possibilità di incontrare un avvocato o mettermi in contatto con la mia famiglia. La polizia macedone mi ha interrogato più volte chiedendomi conto di alcuni incontri che avrei tenuto con dei terroristi di al Qaeda, di un mio viaggio, mai avvenuto, a Jalalabad e dei miei presunti contatti con una cellula di terroristi islamici in Norvegia”, ha osservato il cittadino tedesco. Successivamente venne trasferito all’aeroporto di Skopje e torturato dalla polizia macedone, consegnato in catene a un gruppo di agenti dell’intelligence statunitense e trasportato in Afganistan. Secondo la ricostruzione il volo che lo trasportò a Kabul seguì una rotta regolarmente effettuata da jet della Premier executive transport services (Pets), una società fantoccio utilizzata dalla Cia per trasferire all’estero detenuti stranieri soggetti alla carcerazione in Paesi terzi. Alcuni analisti ritengono che la sentenza potrebbe avere anche implicazioni sulla Polonia, la Lituania e la Romania che si sospetta abbiano ospitato dei centri di detenzione della Cia e dei programmi con prigioni segrete. Tutti e tre i Paesi hanno ancora cause pendenti presso la Corte Ue, ma le indagini sono giunte a un punto morto. È molto probabile infatti che, nonostante la condanna della Corte europea dei diritti e l’accusa mossa dall’Europarlamento riguardo alla presenza di carceri segrete nei tre Paesi dell’Europa orientale, i governi dell’Ue non vengano condannati e non facciano nulla per estradare i veri colpevoli – gli agenti della Cia che vivono indisturbati nel loro Paese – e condannare il comportamento degli Usa nei confronti dell’Europa, considerata come sempre una colonia. Andrea Perrone |
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