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Pdl. L’uscita dall’euro? La solita boutade propagandistica |
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Che la campagna elettorale sia iniziata ce ne siamo accorti tutti dalla massiccia presenza di Berlusconi in quasi tutti i maggiori programmi televisivi e radiofonici. A molti non piacerà questa invasione ma giustamente non è altro che una compensazione dell’abbuffata delle primarie con Renzi e Bersani. L’uomo di Arcore ha fatto tanti errori in politica interna come in quella estera ma anche perché la sua vita privata spesso imbarazzante si è intrecciata con il resto. E poi le frequenti capriole fatte non sono un buon segnale di coerenza e di credibilità. Una delle poche cose positive della sua lunga stagione politica è rappresentata dagli accordi con la Russia di Putin. Detto questo però dall’altra parte sono messi pure peggio. Bersani è semplicemente penoso, come tutto il resto del centrosinistra. Al solo pensiero del suo messaggio: “La prima cosa che faremo sarà una legge sul conflitto d’interessi”, ci viene semplicemente da ridere. Primo perché ci sono ben altri interessi del Paese a cominciare dal lavoro; secondo perché ha il sapore di una presa in giro, pensando alla stessa promessa fatta da Prodi e da tutti gli altri big del partito. E logicamente non se ne fece nulla in quanto doveva servire sempre come clava antiberlusconiana. In quanto a credibilità poi non ce l’avrà Berlusconi ma non ce l’hanno nemmeno Bersani e soci. Ma torniamo all’intervento radiofonico del Cavaliere. Se l’è presa con Monti, giudicando la sua discesa in campo un grave errore. “Monti in campo? Piccolo protagonista”, questa la sintetica opinione del Berlusca. Il pensiero ci sembra azzeccato. Considerando infatti le misure messe in campo nel primo anno della sua gestione il giudizio degli italiani non può che essere negativo. Tutto in discesa: dal pil alle opportunità di lavoro alle pensioni, e tutto in salita: dal debito pubblico alle tasse soffocanti per finire al degrado sociale. Se Berlusconi si facesse promotore dell’uscita dall’euro e del ripristino di quel minimo di sovranità molto probabilmente riuscirebbe a raccogliere ancora consensi. Lo ha ventilato più volte timidamente ma non lo farà, perché prigioniero del sistema, dei ricatti internazionali e delle sue contorsioni mentali. E poi non è più credibile. Poi sul giocatore arancione Ingroia pronto a scendere in campo ritiene che sarà “ininfluente”. Indubbiamente Ingroia come tanti altri magistrati scesi in campo nell’una o nell’altra squadra non riuscirà a lasciare traccia del suo passaggio, anche perché politicamente ha ben poco da dire. Il suo appello a Bersani, qualora dovesse vincere, affinché abroghi tutte le leggi ad personam dell’uomo di Arcore ci sembra solo impregnato di antiberlusconismo e nulla più. I problemi primari sono altri, in primis il ritorno alla nostra sovranità e alla nostra lira per fermare il declino delle famiglie e lo sfruttamento dei lavoratori. Certamente il fallimento della politica è dettato anche dal sistema istituzionale che tra le due Camere, la Corte Costituzionale e il ruolo di giudice del Colle rende impossibile una velocizzazione della macchina Italia. Non per niente sono quasi 20 anni che non si fa più nulla per il bene comune. Non è possibile che per l’approvazione di riforme necessarie per la crescita del Paese si impieghino mesi e mesi tra un passaggio e l’altro delle Camere e magari con la spada di Damocle dell’incostituzionalità. Non per niente tutte le riforme (negative) fatte da questo governo tecnico sono passate “grazie” ad un’ampia maggioranza e soprattutto grazie ai decreti legge. Pur giudicandole negative preferiamo che si legiferi piuttosto che restare impantanati nelle istituzioni pachiderma. Il ruolo della Cei nel voto è ancora una volta invadente. La Chiesa ha deciso di appoggiare Monti e i suoi chierichetti Casini, Montezemolo e Riccardi. L’uomo di Arcore, logicamente, cerca di mettere il bastone fra le ruote del carro papalino. “Credo che la Chiesa abbia la sua influenza e auspico che si ricordi tutto quello che abbiamo fatto per la Chiesa. Sono certo che abbia chiara l’immagine di cosa farebbe la sinistra al governo”. Su questo punto la pensiamo in maniera diversa. Per i vescovi è ininfluente che governi l’uno o l’altro. Non per niente ha scelto il terzo incomodo Monti. Gli unici a rimetterci saranno gli italiani che piano piano stanno finendo nel girone dei dannati in compagnia degli ultimi. Aver riempito le nostre città di schiavi e di disperati giova solo a questi politici sinistro-centro-destro e alla Cei, tanto per perpetuare la loro esistenza. Il Paese sta precipitando nel degrado e nella povertà grazie a queste politiche di interesse internazionale. Infine Berlusconi si è detto pronto a qualsiasi faccia a faccia con Bersani e Monti. Solo che di confronti, di primarie farsa e di promesse vuote ne abbiamo piene le tasche. L’offerta dell’uno e dell’altro contenitore è molto simile, molto contraddittoria e inficiata dall’antiberlusconismo e berlusconismo. Per cui meglio indirizzarsi su un’offerta nuova come quella del M5S che propone l’uscita dall’euro e un ripristino della morale attraverso un tetto ai politici e a tutti i paperoni piuttosto che morire nell’inedia delle promesse sinistro-centro-destro. michele mendolicchio |
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