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Monti diventa politico, ma alle sue condizioni. E intanto Berlusconi... |
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MONTI DIVENTA POLITICO: MI CANDIDO ALLE MIE CONDIZIONI - Gira e rigira le parole, attento come il più fine dei politici. Ma alla fine Monti ha deciso: scenderà nella competizione politica, sarà in campo alle prossime elezioni come candidato alla guida del Paese. Certo, essendo senatore a vita non sarà candidato in questo o quel collegio, ma appoggerà e darà una mano a tutte le liste e uomini che sosterranno la sua agenda. Insomma, Monti non ha seguito le indicazioni del capo dello Stato, ha fatto spallucce agli inviti perentori di D’Alema e Berlusconi che gli avevano consigliato di restare fuori dalla competizione. Monti farà campagna elettorale, alle sue condizioni: ieri ha presentato le sue tavole della legge, 25 pagine di cose che il nuovo governo dovrà fare. Toccherà alle forze politiche ora valutare, soppesare e… condividere. Prendere o lasciare, non ci saranno vie di mezzo. Alla fine, chi deciderà di stare con Monti dovrà sottostare anche all’ultima pesante condizione: sarà Monti a dire sì o no alle candidature, soppesando il tasso di novità e di qualità dei candidati. Un problema soprattutto per i ‘centristi’, area a cui si rivolge Monti, che con Casini hanno già manifestato un certo fastidio per tutte questi passaggi. Eh sì, perché difficilmente Casini, forte del suo 6% che gli danno i sondaggi, si farà dettare nomi della sua lista. Altra novità, a quanto risulta, sul versante dei ‘montezemoliani’: il capo, Montezemolo, non si candiderà, troppi problemi di conflitto d’interesse. La decisione di Monti porterà turbolenze in tutti gli schieramenti: già qualche esponente di spicco del Pd, si pensi a Ichino, hanno abbandonato i lidi democratici per sposare le tesi montiane. Lo stesso capiterà dalle parti del Pdl, dove già Frattini ha salutato Berlusconi, e altri si apprestano a seguirlo. NEL PD… al momento, al segretario Bersani non resta altro a fare che buon viso e cattivo gioco. Monti creerà problemi, questo è poco ma sicuro. Ma il segretario del Pd non può attaccarlo a testa bassa, visto che fino ad oggi lo ha sostenuto. Quindi ha preso tempo, e ha promesso che si metterà a studiare le 25 pagine del programma montiano. Poi farà sapere. Ma già adesso si può immaginare una campagna elettorale dura, anche nei confronti dei ‘montiani’, visto che scendono in campo per vincere la guida del governo. Chiaro che con la sua decisione di ieri Monti ha detto addio al Quirinale. E sul Colle, a questo punto, molto probabilmente vedremo Romano Prodi. E se Monti non dovesse farcela a conquistare il governo, potrebbe decidere di accordarsi con il vincitore e prendersi la poltrona di presidente del Senato. Per un anno, il tempo necessario perché si liberi una poltrona in Europa (presidente della Commissione o del Consiglio dei ministri europei) dove volerebbe con gran piacere. BERLUSCONI? PARTITA DIFFICILE E COMPLICATA, A COMINCIARE DALLA LOMBARDIA - Il Cavaliere continua ad impazzare nelle tv. Convinto com’è che più tv si tradurrà in più voti, Berlusconi non si fa sfuggire una trasmissione. Ieri, intervistato da Giletti, ha dato vita ad una simpatica sceneggiata: ‘ Me ne vado o non me ne vado? Mi deve lasciare parlare altrimenti me ne vado… me ne vado?”. Alla fine non se n’è andato, e ha sparato a palle incatenate contro tutti e tutti. Contro Monti… e solo un professore, ha sbagliato tutto; contro Fini, ministro alle fogne… e via così. Berlusconi è nei guai, e cerca di spostare l’attenzione nel campo avverso. Perché soprattutto in Lombardia, regione chiave per il Pdl, le cose si stanno mettendo male. Berlusconi è costretto ad allearsi con la Lega se vuole portare a casa qualche seggio. Ma la Lega vuole Maroni alla presidenza della Regione Lombardia, mentre per il Pdl si è presentato Albertini, già sindaco di Milano. Berlusconi ha cercato di convincerlo con un posto al Senato, che Albertini ha rifiutato. Anzi, Albertini ha deciso di uscire dal Pdl e di restare in campo con una sua lista civica. Chiaro che Berlusconi, e Maroni, si stanno giocando una partita decisiva. Perché in Lombardia il centrosinistra ha trovato un buon candidato, l’avvocato Ambrosoli, e se a destra marceranno divisi questi ha buone possibilità di vincere la regione. In quel caso salterebbe la segreteria di Maroni ed anche per Berlusconi le cose diventerebbero maledettamente più complicate. Nico Perrone-dire
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