Il “Piano Sulcis” è un grande imbroglio
 











Ricordate la visita di Corrado Passera nel Sulcis? Si concluse con una incredibile fuga a bordo di un elicottero dei Carabinieri mentre i locali della miniera di Serbariu venivano circondati da centinaia di operai pronti a tutto per di manifestare la propria rabbia. La tappa sarda del Governo si concluse con una lunga serie di promesse. Palazzo Chigi si diceva disposto a qualsiasi sforzo necessario per evitare che la provincia più povera d’Italia continuasse a subire i colpi della spirale recessiva. Parole oggi sparite dall’agenda della campagna elettorale.
Il destino della Carbosulcis e dell’Alcoa interessa solo i politici locali. Le segreterie dei partiti nazionali sembrano non curarsi delle produzioni strategiche. È meglio alzare cortine fumogene per gettare nella confusione i potenziali elettori. Il deputato del Pdl Mauro Pili – documenti alla mano – ha svelato un “grande imbroglio” architettato da Monti e dai suoi ministri. Ad oggi,
sarebbero pochissimi i progetti attivati intorno a Iglesias e Carbonia. A dirlo non sono i detrattori dei Tecnici, ma gli atti ufficiali dei Dicasteri coinvolti. “I documenti dei Ministeri parlano chiaro e lo certificano: il Piano Sulcis è un imbroglio. I funzionari dei Ministeri lo attestano con tanto di firma. I documenti nascosti nei meandri dei siti del Governo non usano mezze parole, procedure inesistenti, progetti irrealizzabili, opere iniziate anni fa, e persino opere dichiarate concluse.
Quello che si prospetta dai report dei funzionari dei Ministeri è un vero proprio scandalo del quale sono complici tutti coloro che hanno nascosto la verità. Dai ministri a coloro che si sono sperticati ad imbrogliare il Sulcis con parole e pacche sulle spalle. Fabbriche chiuse per la complicità con i poteri forti dell’Enel e poi Piano Sulcis totalmente inesistente”, ha spiegato in un comunicato stampa Pili, già primo cittadino di Iglesias. “Emerge un quadro di una gravità inaudita – ha
spiegato il deputato Pdl – con l’evidente complicità di chi a tutti i livelli ha cercato di spacciare questo piano come una grande conquista. È una bufala. Chiunque abbia un minino di onestà intellettuale lo deve riconoscere e dire le cose come stanno. Non si può tollerare un inganno di questa portata. Chiunque sostenga il contrario è complice di questi millantatori di Stato”. “I documenti che vi propongo sono nascosti nel sito del Cipe. Dimostrano carte alla mano il grande imbroglio del Piano Sulcis. Gettano la maschera sul grande inganno messo in campo dai ministri del governo Monti scappati dal Sulcis in elicottero. Progetti inesistenti, procedure inesistenti, e alcuni interventi iniziati nel 2006. Alcuni che risultano finiti da anni. A certificare questo raggiro di un popolo i sopralluoghi effettuati dai funzionari del ministero della Coesione territoriale. Una grande messa in scena degna di una compagnia di truffaldini che ha spacciato milioni di qua e di la per poi certificare l’impossibilità di spendere o di aver già speso tutto negli anni passati”.
L’ex presidente della Giunta sarda ha allegato al comunicato tutti gli atti in cui si espone lo “stato di avanzamento” dei vari interventi previsti dai Ministeri. In tanti casi, si legge “nessuna procedura”. In altri si segnala la mancanza di atti presupposti. Uno stallo amministrativo in grado di paralizzare qualsiasi tipologia di intervento, con buona pace di Regione Sardegna ed Enti locali. “Si dichiara per esempio – continua il giornalista eletto nelle liste del Pdl – che nella miniera di Orbai l’inizio dei lavori è del 2006 e siamo all’analisi del rischio, manca il dimensionamento economico e la procedura è indefinita. Progetti iniziati nel 2011 per Nebida e nel 2010 per l’area del Guspinese. Si evince da questa tabella la grande presa in giro dei tempi. Ma per quale motivo progetti del 2006, già avviati, e in alcuni casi conclusi, sono stati messi in questo fantomatico piano Sulcis? Per imbrogliare”.
Nel sito estrattivo di Montevecchio sono stati stanziati quaranta milioni di euro ma non risulta nessuna procedura avviata. Alle “macchinazioni” dei Ministeri si aggiungono le vertenze industriali. I lavoratori degli appalti Alcoa sono rimasti senza nessun tipo di ammortizzatore sociale. Gli altri operai dovranno invece fare i conti con l’entrata in vigore della riforma voluta da Elsa Fornero. La nuova Aspi durerà meno della cassa integrazione e la mobilità sparirà definitivamente. Un pericolo per i territori coinvolti dalla chiusura della fabbrica di alluminio. Qualche giorno fa, il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca si era complimentato con la Giunta di Ugo Cappellacci.
La Sardegna risulta essere la terza Regione italiana per capacità di impiego dei fondi comunitari. Un risultato importante per tentare di intercettare la ripresa economica. Le Amministrazioni locali ce la stanno mettendo tutta. Adesso il pallino del gioco torna a Roma. Si deve dare corpo alle
promesse fatte negli ultimi mesi. Il prossimo Governo dovrà dare garanzie precise nei primi giorni del suo mandato. C’è il pericolo che l’accantonamento delle risorse finisca nel calderone dei resti iscritti nel bilancio dello Stato. La Sardegna ed il Sulcis hanno bisogno di un serio piano di investimenti. Non si può abbandonare la regione mineraria al proprio destino. Mario Monti ha ancora tempo per spiegare il perché di questa strategia “poco chiara”. Matteo Mascia