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Il cameriere con l’orecchino |
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Quando si va al cinema per vedere un film ci incavoliamo subito quando un amico che l’ha già visto ci svela il finale. Ma non crediamo proprio che qualcuno ancora si possa indignare di come finiranno queste politiche. E’ già tutto scritto: chiunque vincerà dovrà seguire pedissequamente l’agenda della Bce, dell’Ue e dei mercati. Tutto il resto sono balle, a cominciare dal profumo di sinistra di Vendola. E questo Bersani lo sa bene solo che deve fingere per non perdere voti. Anche se il ticket Pd-Sel dovesse conseguire una maggioranza al Senato non potrebbe assolutamente fare le cose promesse. Ci sarebbe subito il richiamo dei vertici di comando europei a rimettere in riga i bugiardi di turno. Che poi nella lista il Berlusca occupi il primo posto questo non cambia di una virgola il discorso. In un momento di grave crisi dove le famiglie e le imprese sono attaccate alla bombola d’ossigeno è normale che di fronte alla proposta dell’abolizione della tassa sulla prima casa la gente lo voti. Oltretutto da Monti, da Bersani e da Vendola non viene nessun tipo di coerenza, rispetto a certi temi molto cari ai cittadini. Basti pensare alla patrimoniale, ritenuta giusta fino a quando Bersani non ha fatto dietrofront. Forse la fuga dei ricchi parigini gli ha fatto cambiare idea? Anche sull’Imu si sono contraddetti più volte, a cominciare dal Professore. Per non parlare poi delle riforme che Vendola e Bersani intenderebbero cambiare ma che non cambieranno mai. Basta una chiamata da Bruxelles o da Francoforte per metterli in riga. La stessa cosa vale per Berlusconi ma quantomeno si dimostra meno ipocrita. Poi la cosa più fastidiosa e insopportabile è proprio questa aureola di superiorità di certi ambienti post-comunisti. Basti pensare a tutte le vicende di corruzione: quando si tratta del Pdl siamo di fronte ad un partito corrotto, quando c’è di mezzo il Pd e Sel si tratta di responsabilità personali. Ma non è affatto così. Basti pensare al caso Penati. Non è assolutamente pensabile che le tangenti del sistema Sesto siano finite sui suoi conti. Ma torniamo alle unioni di terzo tipo. “Se la vittoria del centrosinistra sarà dimezzata, io chiedo a Bersani di presentarsi alle Camere con il nostro programma e vedere se lì ci saranno alleati di governo”, queste le aspettative di Vendola. Pensa forse di aggregare anche le anime del movimento di Ingroia? Povero illuso. Ci sarebbe subito la bacchettata dei poteri forti europei e internazionali. L’unica alleanza concessa è quella con i centristi di Monti o tutt’al più quella già vista all’opera dei tecnici, retta da tre gambe. Bisognerà vedere cosa ne penseranno gli elettori, soprattutto quelli della propria area. Non crediamo proprio, né a destro-centro né a sinistro-centro che l’elettorato possa accettare ancora questa farsa dell’ammucchiata salvezza. Oltretutto la maggioranza degli italiani ce l’ha proprio con chi ci ha portato nell’euro. Il Pd è il maggiore responsabile di questa scelta scellerata che ha dimezzato il valore dei salari e delle pensioni. Le responsabilità di Berlusconi sono altre ma sbiadiscono rispetto a quelle di Napolitano, Prodi, Ciampi, D’Alema, Bersani e Casini che ci hanno fatto precipitare nel baratro della povertà, svendendo quel poco di sovranità che c’era rimasta. Basta farsi un giro per le nostre città per rendersi conto del livello di povertà e degrado. Nichi dice che l’alleanza con Monti si farà solo “sull’agenda dei progressisti”, ma è una balla clamorosa. Semmai i camerieri saranno proprio i progressisti e Monti lo chef. Anche se il segretario del Pd respinge l’ipotesi di un cambio di alleato. “Mollare Vendola per Monti? Se lo tolgano dalla testa”, questo il monito di Bersani. Probabilmente non succederà perché di camerieri sinistro-centro-destro la Bce e l’Ue ne hanno estremo bisogno. Quindi il cameriere con l’orecchio può stare tranquillo. Solo a loro fa comodo questa Europa della moneta che distribuisce poltrone e benefit, tranne ai cittadini costretti a tirare la cinghia. michele mendolicchio «Le liste di Rivoluzione Civile puzzano di antico perchè le rivoluzioni fatte solo dai maschi sono incivili». Per Nichi Vendola è il naso l’organo guida di questa campagna elettorale: sente profumo di sinistra quando sta vicino a Bersani e puzza di antico se legge le liste di Rivoluzione civile. Così gli risponde Sandra Amurri, giornalista candidata con Rivoluzione civile di Ingroia: «All’amico Nichi Vendola, al quale con affetto, auguro di ritrovare al più presto l’altezza del suo stile umano, verbale e politico, rispondo ciò che dovrebbe sapere: le donne non sono merce di propaganda elettorale. Non sono le percentuali, imposte per legge a garantire la qualità e le competenze, come diceva il grande Brancati è il “come a distinguere gli uomini civili dai barbari”. Posso garantire che la qualità e la forza delle donne candidate in Rivoluzione Civile testimoniano non solo la civiltà del progetto ma anche la sua forza dirompente e la sua delicatezza. E le parole di Vendola, invece, dimostrano che la rivoluzione è già iniziata». «Come si può sostenere la raccolta delle firme per ripristinare l’articolo 18 e contemporaneamente essere alleato con chi l’ha abolito? Anche la coerenza ha un profumo antico, Nichi, non vecchio», replica anche Rosa Rinaldi, della segreteria Prc e candidata con Rivoluzione civile in Lombardia 1. Da parte sua il leader di Sel deve alternare gli attacchi a Ingroia con le dichiarazioni di fedeltà alla carta d’intenti: «Quello che mi vincola è quello che ho firmato» ovvero il patto di coalizione del centrosinistra stretto con Pier Luigi Bersani e Bruno Tabacci. «Sel non sarà fattore di fibrillazione» assicura. E se Bersani giura che non scambierebbe Nichi Vendola con Monti, il governatore delle Puglie ricambia domostrandosi possibilista sul prossimo governo con il banchiere-professore: «si può cercare di trovare un compromesso sulla riforma dello Stato con la destra costituzionale» rappresentata da Mario Monti. «Se la vittoria del centrosinistra sarà dimezzata, io chiedo a Bersani di presentarsi alle Camere con il nostro programma e vedere lì se ci saranno alleati di governo». Ma che Sel sia uno specchietto per le allodole è chiaro anche a Daniela Santanché: «Vendola dovrebbe evitare di strumentalizzare questioni di genere, nel tentativo mal riuscito di fungere sa specchietto per le allodole per un elettorato post-comunista e di sinistra. Per quel target ci sono - più credibili e accaniti - Ingroia, Diliberto e in parte anche Grillo. I rivoluzionari della domenica che al lunedì si svegliano fintamente riformisti non hanno mai prodotto nulla di buono per il Paese. Vendola non fa eccezione. Serve solo a fermare l’emorragia di voti che da Bersani potrebbe andare verso i massimalisti e giustizialisti di Rivoluzione Civile».
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