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All’Avana la presidenza della Comunità degli Stati latinoamericani |
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Ancora una volta falliscono i tentativi degli Stati Uniti di isolare Cuba. E’ successo anche questa volta, assegnando all’Avana la presidenza della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac). In questo modo «l’America latina e i Caraibi dicono con una sola voce agli Stati Uniti che tutti i tentativi di isolare Cuba sono falliti e falliranno»: lo ha scritto il presidente venezuelano Hugo Chávez in una lettera letta dal vice-presidente Nicolas Maduro al primo vertice dell’organismo continentale tenutosi a Santiago del Cile. Nonostante la malattia e il suo ricovero all’Avana, il capo di Stato venezuelano è stato uno dei principali protagonisti dell’atteso incontro, il primo dopo l’atto di nascita della comunità nel dicembre 2011 a Caracas, proprio su suo impulso. Nella missiva, Chàvez ha sottolineato che l’assegnazione della presidenza di turno a Raúl Castro rappresenta «un atto di giustizia dopo 50 anni di resistenza all’embargo criminale imperiale». Chávez – in convalescenza all’Avana dallo scorso 11 dicembre – ha poi fatto riferimento al suo stato di salute: «sto nuovamente lottando con la malattia dalla rivoluzionaria Cuba», sottolineando che «queste righe sono un modo per essere presente al vertice della Celac e di riaffermare ora più che mai l’impegno vivo e attivo del Venezuela alla causa storica dell’unione». Dopo aver evidenziato che «il sottosviluppo è figlio della divisione», ha denunciato e condannato «la continua colonizzazione e ora la militarizzazione progressiva delle isole Malvinas (…) che rappresenta un’altra violazione di tutte le risoluzioni emesse dall’Onu per salvaguardare i diritti del popolo argentino». Costituita da 33 paesi dell’America Latina e dei Caraibi, la Celac è il più ampio organismo continentale mai esistito, nato come contraltare all’Organizzazione degli Stati americani di cui fanno parte anche Stati Uniti e Canada. A Santiago, l’81enne presidente Castro ha invece dichiarato che l’assegnazione della presidenza al suo paese rappresenta «un riconoscimento alla lotta devota del nostro popolo per la sua indipendenza«. Facendo gli onori di casa, il capo di Stato cileno Sebastián Piñera ha reso omaggio a tre presidenti della regione che hanno contribuito all’attuazione della Celac: oltre all’omologo veneuzuelano Chávez anche all’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e al collega messicano Felipe Calderón. A Castro Piñera ha ricordato che «gli obiettivi della presidenza sono di mantenere l’unità, promuovere la comprensione reciproca, difendere la democrazia e le libertà». Il fatto che anche un uomo di destra come Piñera di fatto riconosca come interlocutori Cuba e Venezuela e la dimostrazione del forte condizionamento che questi paesi, pur così diversi dal Cile governato dalla destra, hanno nei confronti dell’intero continente. Facendo così apparire ancora più anacronistico l’embargo di Washington nei riguardi dell’Avana, blocco che neanche la presidenza Obama sembra aver intenzione di scalfire.
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