Monti il “sociale” vuol fare la voce grossa in Europa
 











Con le elezioni in arrivo, Mario Monti ha deciso di smettere le vesti dell’autore del rigore e dell’austerità in chiave europea per sostenere che il bilancio europeo per il periodo 2014-2020 sul quale i governi europei torneranno a discutere da giovedì 7 febbraio a Bruxelles, non sia nel segno della restrizione ma punti invece a sostenere la crescita. Per raccattare voti, una impronta “sociale” potrebbe infatti a servire per fare dimenticare la realtà di essere stato lui medesimo a tassare gli italiani con l’Imu e con l’Iva e a rendere sempre più precari i rapporti di lavoro.
In ambito europeo quindi, l’attuale governo italiano sosterrà che l’Unione europea non può parlare di crescita come politica economica comune e allo stesso tempo adottare un bilancio settennale che, nella sua bozza originaria, bocciata dalla Gran Bretagna e da altri 10 Paesi membri, è all’insegna della restrizione, del ripiegamento e della rassegnazione. Inoltre l’Italia
considera essenziale avere miglioramenti nel saldo tra versare e ricevere dei contributi all’Unione. Questo è uno dei casi in cui è legittimo far valere un interesse nazionale all’interno della Ue.
Parlando agli industriali di Verona, l’ex Goldman Sachs ha sostenuto che siccome, ovviamente grazie a lui, è passata la fase più acuta dell’emergenza finanziaria, è arrivato il momento per un’azione concentrata a favore dell’industria. Certo, ha ammonito con un evidente e polemico riferimento a Berlusconi, si deve essere sempre attenti alle esigenze di bilancio perché, udite, udite, “se ricadessimo ancora nell’allegria di bilancio ripiomberemmo nella profonda tristezza di bilancio di novembre 2011”.
Quando c’era il Cavaliere e il debito pubblico era al 120,1% del Pil. Ora con Monti il debito è al 126,2%. Un grande miglioramento non c’è che dire soprattutto perché fatto con sobrietà ed eleganza. Al contrario della invadente esuberanza di quel grossolano di Berlusconi. Che, come diceva
Agnelli, riferito da Romiti, non si sa nemmeno vestire. Per accattivarsi gli industriali presenti, Monti ha prospettato deduzioni fiscali per le ristrutturazioni nell’edilizia e una nuova “Legge Sabatini” per sostenere gli investimenti in macchinari. L’Italia vanta infatti, con Giappone e Germania, la più grande industria meccanica al mondo che deve avere più sbocchi sul mercato interno. E poi ancora, si varerà una drastica riduzione dell’Irap a partire dalle imprese medio piccole al Sud.  Però, ha avvertito, non vogliamo (si noti il plurale maiestatis) essere il dottor X che viene chiamato dopo che l’Italia ha fatto nuovi pasticci dal punto di vista finanziario. A preoccupare Monti, è comunque la stretta creditizia sulle imprese piccole e medie e il calo del potere d’acquisto delle famiglie. E pure la mancanza di lavoro per i giovani che rischia di farli diventare frustrati, disperati, e nemici della società nella quale vivono. Lui è consapevole che le sue misure possono avere lasciato l’amaro in bocca ai cittadini ma al tempo stesso rivendica di avere messo in campo azioni per aiutare la crescita del Paese. Interventi dei quali si sente fiero oggi e ancora più fiero si sentirà domani. Chi si accontenta gode. Gli italiani sicuramente no.
La sua lista, “Scelta Civica”, ha assicurato, non ha fatto alcuna alleanza prima delle elezioni ma ha presentato una proposta sulla quale punta ad avere il maggior numero di voti. Una alleanza futura potrà nascere soltanto dall’accettazione da parte di altri partiti (il PD senza Vendola) di tale linea di politica economica.
E se fra i cosiddetti elettori “moderati” ci sono persone che vorrebbero votare PdL e Lega come polo di rassicurazione contro una certa Sinistra di cui non si fidano, per Monti si tratterebbe di un voto inutile. L’unico utile è quello per Lui che sa come trattare la Sinistra, Prospettando, ad esempio, diciamo noi, il pericolo di nuovi attacchi speculativi sui nostri Btp se passasse la linea della
spesa facile che farebbe ancora aumentare il debito e schizzare lo spread alle stelle.
Da parte sua Berlusconi, dopo aver ribadito che toglierà l’Imu e cancellerà il redditometro ha bocciato senza appello l’opera di Monti al governo. A suo avviso, quando il Professore afferma di avere salvato l’Italia dal burrone, dice una autentica mascalzonata che lui, il Cavaliere non può accettare. E’ una fandonia, una panzana assoluta, ha insistito. Il PdL ha lasciato i conti in ordine. Al contrario questo governo ha creato più di 500 mila disoccupati, ha aumentato la pressione fiscale e ha fatto cadere il Pil. Applicando acriticamente la politica europea dell’austerità, come vuole la Germania, si sono fatti soltanto danni. Il seguito, alla prossima puntata. Filippo Ghira