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Le domande. Dall’ospedale al territorio. Il lavoro e il ruolo del medico. La sostenibilità del Ssn |
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le domande rivolte ai quattro rappresentanti della Lista Monti (Balduzzi), del Centro Destra (Barani), del Centro Sinistra (Bianco) e di Rivoluzione Civile (Palagiano): 1. Un’effettiva realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria è fondamentale per lo sviluppo e l’efficacia dell’Assistenza Primaria. Cosa pensate dell’ipotesi di procedere con ogni mezzo, legislativo, istituzionale e organizzativo, ad una attribuzione chiara delle competenze e delle risorse, quali ad esempio un Ministero della Salute e dei Servizi Sociali e un Fondo Socio-sanitario nazionale che inglobi anche tutte quelle risorse che ora sono destinate all’assistenza sociale? (FIMMG) 2. La crisi degli ospedali, di cui le condizioni del Pronto soccorso rappresentano una perfetta rappresentazione, provoca un profondo disagio nei Medici e dirigenti sanitari: incremento dei carichi e del disagio del lavoro, elevata età media per blocco turnover e delle uscite pensionistiche, sempre più vincoli e controlli organizzativi, retribuzioni ferme ma in calo per potere di acquisto, rischio contenzioso elevato, estraneità ai processi decisionali. Una “questione medica” nella prigione del pubblico impiego. Quali gli interventi per evitare fughe e demotivazione? (ANAAO ASSOMED) 3. Di riforma delle cure sul territorio si parla da anni. Ma la politica fino ad oggi ha fatto il gioco delle tre carte spostando risorse economiche dall’ospedale al territorio esclusivamente in modo virtuale. E senza risorse la riforma delle cure primarie rischia di restare sempre sulla carta. Se sarà il suo schieramento a governare si invertirà la rotta con risorse e investimenti certi? (SUMAI) 4. L’esternalizzazione è sempre più un problema per il SSN. Secondo gli intendimenti legislativi dalla 502/92 in poi non avrebbe dovuto riguardare il core-business del sistema sanitario. Al contrario è diventata un sistema sempre più utilizzato a scapito della qualità dei servizi, con professionisti medici e sanitari sottopagati. Come pensate di affrontare tale problema destruente per il SSN? (FASSID) 5. Dopo anni di blocco del turnover, conseguenza dei piani di rientro ma anche dei tagli lineari in sanità, continuando a credere nel servizio pubblico, come pensate di dare una risposta con una risoluzione concreta, fattiva e definitiva al problema dei contratti atipici ed alla drammatica situazione di circa 10mila medici precari? (FP CGIL MEDICI) 6. La carriera del medico si è trasformata in un “sistema di incarichi a tempo”, dove le verifiche gestionali prevalgono su quelle tecnico-professionali. Coerentemente con la richiesta sempre più pressante di un accreditamento d’eccellenza, anche delle strutture pubbliche, non è giunto il momento di tornare a valorizzare, nella carriera e nella progressione economica, i migliori professionisti? (CIMO ASMD) 7. La gestione della sanità in mano alle Regioni ha creato di fatto venti Sistemi Sanitari Regionali ognuno diverso dall’altro. E la gestione della sanità è andata totalmente in mano alla politica. Come pensate e con quale progetto si può espellere la politica dalla gestione della sanità e siete disposti ad impegnarvi per modificare il titolo quinto della costituzione togliendo alla Regione la gestione diretta della sanità? (CISL MEDICI) 8. Il ruolo e le competenze dei medici, dei veterinari e dei dirigenti sanitari sono state nel recente periodo oggetto di unilaterali proposte di revisione al ribasso, con trasferimento di competenze anche critiche per la salute dei cittadini, a categorie prive di percorsi formativi paragonabili. Quali sono le Sue proposte al riguardo a garanzia della salute dei cittadini? (AAROI-EMAC) 9. Considerato che il modo più sicuro per contenere la spesa sanitaria consiste nel non far ammalare i cittadini, perché la prevenzione primaria è sempre molto citata ma poco sostenuta e finanziata? (FVM) 10. In attesa della tanto auspicata riforma delle cure primarie i Pronto Soccorso degli ospedali stanno scoppiando. Anche se la riorganizzazione del territorio è necessaria e strategica per il futuro assetto dell’assistenza, non ritenete opportuno, anzi necessario, ripensare il sistema dell’Emergenza–Urgenza e ridisegnare l’accoglienza del Pronto Soccorso? (SMI) 11. Quali garanzie potete offrire oggi sulla permanenza di una specificità di ruolo, funzioni e compiti per l’assistenza pediatrica da 0 a 14 anni nell’ambito della riforma delle cure primarie? (FIMP) 12. Il contenzioso medico-legale ha raggiunto nel nostro paese livelli tali da condizionare in maniera rilevante la relazione fra medico e paziente provocando anche la crescita della cosiddetta “medicina difensiva”, A dispetto della recente sentenza della Corte di Cassazione, il “Decreto Balduzzi” non appare in grado di incidere in maniera significativa su questo problema. Quali proposte concrete intendete fare per risolvere il problema? (FESMED) 13. Da oltre un ventennio è la Legge 502/229 che "regola" l’organizzazione, la funzionalità e la vita del Ssn. In tutti questi anni vi sono stati solo alcuni provvedimenti a carattere meramente correttivo, resisi necessari dai cambiamenti della realtà sociale e sanitaria. Pensate invece che sia pensabile e auspicabile mettere mano a una globale riscrittura legislativa per una vera riforma del Ssn? (ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI) 14. L’attuale numero di borse annuali per l’accesso alle scuole di specializzazione, già largamente insufficiente a coprire i fabbisogni espressi dalle Regioni, rischia di diminuire ancora, lasciando privi di prospettive migliaia di medici che, non essendo in possesso di un titolo post-laurea, non avranno accesso ai concorsi per il Ssn. Siete d’accordo, e se sì come, per una riforma dell’accesso al lavoro all’interno del SSN per i giovani medici? (FEDERSPECIALIZZANDI) 15. L’attuale numero di borse annuali per l’accesso alle scuole di specializzazione, già largamente insufficiente a coprire i fabbisogni espressi dalle Regioni, rischia di diminuire ancora, lasciando privi di prospettive migliaia di medici che, non essendo in possesso di un titolo post-laurea, non avranno accesso ai concorsi per il Ssn. Siete d’accordo, e se sì come, per una riforma dell’accesso al lavoro all’interno del SSN per i giovani medici? (FEDERSPECIALIZZANDI) 16. Domanda finale A conclusione del nostro incontro una domanda di interesse generale, per i medici ma anche per i cittadini. Condividete il pensiero di quanti sostengono che la sanità per tutti sia un lusso che non possiamo più permetterci e che quindi si debba pensare a nuove forme di finanziamento del sistema per integrare le risorse pubbliche (nuovi ticket, fondi assicurativi privati o quant’altro)? Quasi tre ore di domande e risposte tra i principali sindacati medici italiani e i rappresentanti di quattro delle coalizioni in lizza per le prossime politiche. Protagonisti, l’attuale ministro della Salute e candidato nella Lista Monti, Renato Balduzzi, il parlamentare membro della Commissione Affari Sociali della Camera e candidato nel Centro Destra Lucio Barani, il presidente della Fnomceo e candidato nel Centro Sinistra Amedeo Bianco e il presidente della Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari e sui disavanzi sanitari e candidato per Rivoluzione Civile Antonio Palagiano. Sedici domande e due minuti per rispondere ad ognuna da parte dei quattro candidati nel confronto. Entro questa cornice di regole si è inerpicato il dibattito “Dai un voto alla Salute” (seguito in diretta web stamattina su Quotidiano Sanità da oltre 1.500 persone), in cui i medici hanno incalzato i partiti in vista dell’imminente appuntamento elettorale. Riforma del Titolo V, cure territoriali, responsabilità professionale, governance del sistema, aziendalizzazione, valorizzazione professionale, precariato, appropriatezza delle cure formazione e non solo sono stati i temi proposti dai medici. Un dibattito che ha sì visto un confronto serrato (talvolta polemico ma mai acceso nei toni) tra i contendenti, ma che ha proposto alla platea anche visioni comuni su alcuni temi caldi, a partire dalla necessità di mettere mano al Titolo V della costituzione. E partiamo proprio da qui. A prescindere dalle critiche alla riforma del 2001 targata centrosinistra e nonostante la varietà delle domande sul punto c’è stata unanimità sul futuro del Ssn: “Più ministero, meno Regioni”. Per Barani del Pdl il problema non è solo nella Carta costituzionale ma è proprio nel modello di sistema, a partire dalla legge 833/78, senza poi considerare gli interventi della 502/92 e dellla 229/99 su l’aziendalizzazione (“Bisogna deBindizzarla” la battuta più usata) che per l’esponente del Pdl sono insieme al titolo V “la vera macchia della nostra sanità” come la politicizzazione del sistema. Seppur con un’impostazione improntata alla difesa dei principi introdotti nel 1978 e dal titolo V sia il ministro Balduzzi che il presidente FnomCeo Bianco hanno invece proposto un modello che prevede una cabina di regia più forte in capo al Ministero della salute e agli enti centrali del Ssn (Aifa, Agenas, Iss). Idea su cui è convenuto anche Palagiano che ha però rimarcato come “servirà coraggio e perlomeno una legislatura”. Ma se più Ministero, meno Regioni sarà forse lo scenario istituzionale, quale sarà il ruolo del medico negli anni a venire. Le preoccupazioni espresse dai camici bianchi sono state plurime a partire dall’aziendalizzazione su cui tutti i candidati hanno convenuto nella necessità di andare oltre all’aspetto gestionale della sanità visto che la spesa amministrativa è superiore a quella sanitaria in senso stretto. Su le nuove norme introdotte dalla spending review e dal decreto Balduzzi lo scontro è stato invece più acceso. Il ministro ha difeso il suo provvedimento dagli attacchi sulla mancanza di risorse per la riforma delle cure primarie spiegando “come proprio dalle risorse che si libereranno dalla riorganizzazione degli ospedali si troveranno i fondi per lo sviluppo della rete territoriale. Certo, nessuno ha mai promesso l’H24 in un giorno”, ha poi specificato. Anche Barani ha difeso il provvedimento di cui è stato relatore alla Camera, mentre Palagiano e Bianco non credono che il problema si potrà risolvere solo con una rimodulazione. “Perché possa completarsi – ha specificato Bianco - occorrerà trovare altre risorse. Dobbiamo uscire dalla logica contabile”. “Rivendico di essere stato in piazza contro il decreto Balduzzi. Sono soluzioni, senza risorse”, ha sostenuto invece duramente il candidato di Rivoluzione civile. Sempre sulla legge Balduzzi, in merito all’articolo 3 sulla responsabilità professionale unanime è stata la convinzione che si potesse fare di più. Tra le proposte quelle di Bianco che ha spinto per l’introduzione delle tabelle di risarcimento e quelle di Palagiano e Barani sull’obbligatorietà per le strutture di avere l’assicurazione o aderire a fondi assicurativi. Balduzzi ha difeso il ‘suo’ articolo e ha trovato “singolare la scelta dello sciopero” (dei ginecologi e delle ostetriche del prossimo 12 febbraio) visto che la politica ha fatto qualcosa sulla questione. Unanimità di vedute invece sul precariato che Balduzzi e Barani hanno definito “un’indecenza” e sul cui tema Palagiano ha proposto “lo sblocco del 50% turnover per le Regioni in Piano di rientro che danno segnali positivi”. Altro tema toccato è stato quello della formazione professionale. Se per Palagiano occorre eliminare il numero chiuso all’università e inserire quello programmato per Bianco si potrebbe ridurre di un anno la durata di alcune specializzazioni, mentre per Barani è la mancanza dei ‘maestri’ il problema perché oggi alle università insegnano i “politici”. Altro tema la prevenzione. Per Bianco bisogna far rispettare i Lea sulla prevenzione. Balduzzi rileva come ci sia un problema di eccessivo uso zuccheri, sali e grassi e dobbiamo ragionare con i produttori e con i Medici di medicina generale che sono fondamentali per la prevenzione”. Sul punto è convenuto anche Barani mentre Palagiano ha criticato l’atteggiamento della politica a cui non conviene parlare di prevenzione perché “non porta consensi”.Visioni differenti più marcate invece sul tema della sostenibilità del sistema. Per Palagiano, prima di introdurre i ticket (2 mld dal 2014 se non si trova copertura o rimodulazione alternativa), si dovranno trovare risorse attraverso “la lotta contro la medicina difensiva, attraverso la riduzione delle esternalizzazioni e lo sviluppo di ospedali a basso impatto energetico”. Per Barani invece il sistema “è un lusso che non ci possiamo più permettere”. Mentre a difesa del modello universalistico equo e solidale basato sul finanziamento della fiscalità generale si è posizionato Bianco per cui il Ssn “non è un sistema che crolla. L’impegno è finanziare l’universalismo in modo congruo”. Anche Balduzzi è in disaccordo sulla privatizzazione del sistema, ma apre ai fondi integrativi e allo sviluppo delle casse di categoria. |
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