Ora Grillo ha quasi paura del suo inevitabile successo
 











Il precedente di Parma dove il Movimento 5 Stelle ci ha messo più di un mese per varare una giunta che affiancasse il “suo” sindaco Pizzarotti, preoccupa  non poco Beppe Grillo che ora quasi teme di vincere le elezioni. Più che sulle cose da fare, indicate nel programma, ci sarebbe da scegliere in fretta le persone adatte per governare. L’ipotesi di una vittoria è infatti tutt’altro da escludere. Essa si nutre della rabbia dei cittadini per una povertà crescente e per l’invadenza di una classe politica ricca, corrotta ed incapace e per la presenza di una burocrazia inefficiente che non blocca soltanto la vita dei cittadini ma anche l’attività e la sopravvivenza stessa delle imprese. I sondaggi di opinione, la cui diffusione è vietata per le due settimane precedenti le elezioni, attestano un grande successo ai grillini. Un consenso che è andato aumentando dopo gli ultimi scandali finanziari come quello del Mps che ha coinvolto i vertici del PD nazionale e toscano. Se prima il M5S era considerato un partito soprattutto di giovani abituati al linguaggio più concreto di Internet e ostili al linguaggio oscuro e autoreferenziale della politica ufficiale, ora con Grillo si stanno schierando molti ambienti imprenditoriali che sperano che un successo del comico genovese possa essere l’elemento capace di far deflagrare finalmente un Paese asfittico ed ingessato. Una prospettiva, il successo di Grillo, che non fa dormire sonni tranquilli a Bersani e a Monti che negli ultimi giorni sono andati giù pesantemente sostenendo che un successo del M5S sarebbe devastante per il futuro dell’Italia in Europa. Allo stesso modo di quello di Berlusconi. Grillo da parte sua aspetta. E dopo aver ammesso questi timori su un successo superiore alle sue più rosee aspettative, ha spiegato che in Italia succedendo qualcosa che non era mai successo in Italia. C’è un virus, una voglia di cambiamento che si sta diffondendo. Il Movimento si è trasformato in una comunità dove ognuno porta un suo contributo gratuito. Lo stesso, ha concluso, dovrebbe succedere per l’Italia.
Nel Centrosinistra di Bersani, si è convinti che, nonostante tutto, PD e SeL vinceranno alla Camera e al Senato, il PdL perderà e che Grillo avrà un grande successo togliendo voti a Berlusconi. Con la vittoria arriverà pure quel premio di maggioranza che servirà a Bersani per guidare un governo da solo senza l’appoggio di Monti. Questo secondo punto è in realtà una balla rivenduta agli elettori per mostrare di sé un’anima più sociale. Ma il leader del PD sa benissimo che dopo le elezioni Monti gli servirà eccome per garantirlo con la sua presenza al governo sul fronte della finanza internazionale anglofona. La speculazione non vede l’ora di portare un attacco speculativo ai nostri Btp se non verranno ampliate le riforme “strutturali” (il lavoro in primis) e se non verranno privatizzate le aziende pubbliche. Una realtà che anche gli elettori hanno capito bene e non
vedendo differenze tra un Bersani, un Monti e un Berlusconi si stanno orientando in massa verso Grillo. Se i sondaggi non vengono resi noti, in virtù di una legge assurda che considera gli elettori dei sottosviluppati influenzabili dal primo venuto, è invece ben palpabile il clima che si respira tra i cittadini che ormai percepiscono i politici come parte di una stessa consorteria che vive di rendita sulle loro spalle. Basta andare in giro per le strade delle città per avvertire questo clima di insofferenza verso parole ormai prive di significato come destra, sinistra e centro che non dicono più niente a nessuno, specie agli elettori più giovani. Allo stesso modo di parole come fascismo e comunismo. Quello che oggi conta è il portafoglio. E con milioni di persone che non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese, i discorsi sui “valori” interessano a pochi. Quello che conta sono le soluzioni pratiche ed immediate per rendere più decente la vita di tutti i giorni. Da questa realtà si alimenta il consenso crescente a Grillo che sa leggere la realtà molto meglio dei suoi avversari. Seppure ha assunto posizioni ultra-liberiste che finiranno per fare il gioco dei Poteri Forti contro i quali dice di voler combattere, Grillo appare in questo momento come l’unico in grado di dare, con una sua presenza forte in Parlamento, un colpo decisivo alla politica per rinnovare un Paese che sta lentamente sprofondando nella povertà e quello che è peggio, sta dando l’idea di essere sul punto di disintegrarsi in macro regioni come vorrebbero i suoi nemici.Filippo Ghira