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Berlusconi: "La magistratura è più pericolosa della mafia" |
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Un pò la disperazione, un pò la compulsiva tendenza alla menzogna, un pò l’indole golpista, un pò l’innata mascalzonaggine, un pò la consapevolezza di essere giunto al capolinea: un pò di tutto questo ha spinto questo nostrano Riccardo III che è Berlusconi a rendersi protagonista dell’ultima sopercheria: a Carnago (Varese), violando il silenzio elettorale, B. ha vomitato contro i giudici l’ultimo insulto. "Da noi la magistratura é una mafia più pericolosa della mafia siciliana, e lo dico sapendo di dire una cosa grossa", è stato l’ultimo conato. Ma, a ben vedere, non è una cosa grossa, è solo una cosa infame, come chi l’ha pronunciata. Faceva così anche Al Capone, sbraitando e minacciando, ma ormai alla sbarra. C’è da stramazzare al pensiero che quest’individuo abbia potuto reggere le redini dell’Italia per tanti anni. Per la verità è ciò che si disse anche di Mussolini, ma solo dopo che il regime fascista fu travolto e sepolto. Dapprima, l’antifascismo non fu di massa. E occorsero vent’anni per liberarsi da quel giogo. C’è, evidentemente, una sorta di coazione a ripetere, un’ancestrale tendenza del nostro popolo a consegnarsi - periodicamente - a dittatori dall’inquietante personalità border line, o a farsi succube e prigioniero di pifferai capaci di venderti e poi rivenderti il bronzo per oro. Ma Berlusconi è già (politicamente) morto e non basterà quest’ultima rodomontata ad offrirgli un’altra chance. L’importante, in queste ore di attesa, prima che si aprano i seggi, è capire che mentre il Caudillo è in off side, non si è obbligati a scegliere fra il neoliberismo bersanian-montiano e il qualunquismo di Grillo e Casaleggio. Si può tornare ad alzare la testa, prima che altre disgrazie si abbattano su di noi. Dino Greco |
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