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Crisi di governo. Il gatto gioca con i due topolini |
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Le frizioni tra il nuovo che avanza e il vecchio sistema arroccato nei suoi privilegi non sembrano trovare una soluzione. C’è chi propone il governissimo, addirittura a tre punte: Pd, Pdl, M5S, come D’Alema; e chi lo vorrebbe solo a due punte: Pd-Pdl. E lo scontro si sposta anche sul web. La comparsa di una petizione a favore di un sostegno ad un governo Bersani di una presunta simpatizzante del movimento ha creato un po’ di fibrillazione dentro e fuori il 5Stelle. C’è una parte dell’elettorato che ritiene giusto appoggiare il tentativo di Bersani, altri invece sono nettamente contrari e equidistanti dall’uno e dall’altro schieramento. Ha fatto bene Grillo a prenderne subito le distanze e a ribaltare il tavolo. “Se proprio Pd e Pdl ci tengono alla governabilità possono sempre votare la fiducia al primo Governo M5S”, questa la sua proposta. Francamente non si capisce come si possa appoggiare il Pd o il Pdl, rappresentanti di una politica al servizio di altri interessi e non certo di quelli dei cittadini. Non per niente sono sempre sull’attenti quando chiama la Bce, l’Ue e il padrone d’Oltreoceano. L’idea di un voto di fiducia a Bersani è impensabile. E nemmeno si può mascherare sotto altre forme di sostegno, del tipo aventiniane. Grillo per il momento riesce a gestire al meglio la situazione, ascoltando tutti ma sorprendendo nello stesso tempo tutti. E questo rappresenta la forza del movimento che pur avendo posizioni differenti non si spacca. E’ chiaro che l’intento dei sinistro-centro-destro è quello di far saltare il tappo, provocando una sorta di scisma. Ma finché Grillo e Casaleggio riusciranno a gestire la questione con sapienza e accortezza difficilmente il tappo salterà. Certo il pericolo di atti destabilizzanti è dietro l’angolo, anche attraverso l’uso dei servizi segreti interni o esterni. Non solo di qualche Paese europeo ma soprattutto di potenze internazionali maggiormente interessate a bloccare sul nascere il fenomeno che potrebbe estendersi a macchia d’olio. Non per niente il pacco sospetto recapitato nella residenza di Grillo potrebbe essere il primo segnale di una lunga serie. Poi per fortuna si è trattato di un falso allarme. Intanto dopo l’offerta di Bersani e la risposta secca di Grillo con l’invito a dimettersi, arriva la controproposta ironica della dirigenza piddina. “Se Grillo vuole fare il presidente del Consiglio lo dica” questo il messaggio di Boccia. Per l’esponente del Pd spetta proprio a Bersani dirigere l’orchestra. “Quello che è evidente è che il leader del partito che ha più seggi a Camera e Senato è Bersani, che è stato chiaro: proporrà 5 punti sui quali chiederà la fiducia del Parlamento. Se Grillo ci dice che il premier vuole farlo lui, ce lo dica subito”. La strategia è quella di scaricare le responsabilità dell’impasse politico e del Paese sul capo del 5Stelle, con la speranza che una bella fetta di eletti del movimento passi nelle proprie file. “Il governo -aggiunge Boccia- nasce se ottiene la fiducia con la maggioranza dei parlamentari in entrambi i rami. Se non dovesse nascere non si può restare senza e si tratterebbe di un prolungamento della crisi”. Poi sottolinea le difficoltà del comico a gestire le due anime del 5Stelle. “Il problema di Grillo è che gli ex elettori di sinistra che hanno votato il Movimento vorrebbero verificare il programma di Bersani, mentre gli ex elettori di destra no”. Respinge poi l’idea di un governissimo cui il suo partito non sembrerebbe disponibile, ribadendo che l’unico interesse è quello di una verifica di una maggioranza in Parlamento sul pacchetto Bersani. E chi non lo voterà se ne dovrà assumerne le colpe. Dunque, lo scenario che si apre è piuttosto complesso. Staremo a vedere come si muoverà Napolitano. michele mendolicchio |
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