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Ue, Spagna e Grecia: no ai diktat su Iva e licenziamenti |
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’’Non e’ necessario aumentare di nuovo l’Iva o altre imposte ambientali’’ in Spagna, come reclama la Commissione Europea, dal momento che il governo ’’ha una rotta chiara e idee stabilite’’ su quali siano i passi da seguire ’’nella nuova tappa per uscire dalla crisi’’. Stavolta a protestare contro l’afflizione dell’austerity è addirittura il segretario generale del gruppo parlamentare del governativo Partito Popolare, Jose’ Antonio Bermudez de Castro. Proprio in questi giorni, infatti, sono è in corso una trattativa sull’introduzione di nuovi paletti al bilancio della Spagna. Nel commentare il secondo rapporto di revisione degli aiuti al sistema bancario spagnolo, realizzato dall’esecutivo comunitario in collaborazione con la Banca centrale europea (Bce), il leader del PP ha sottolineato che fra le nuove raccomandazioni formulate da Bruxelles per l’esercizio in corso, ci sono alcuni provvedimenti come un nuovo aumento dell’Iva, un approfondimento della riforma del lavoro, un progressivo ed effettivo aumento dell’eta’ delle pensioni, un’applicazione piu’ rigida della legge di stabilita’. Bermudez de Castro ha ricordato che il governo ’’ha fatto gia’ uno sforzo straordinario con l’aiuto degli spagnoli durante il 2012’’ e che pertanto considera ’’che in questo momento non siano necessari sforzi supplementari’’. Il governo iberico ha insistito negli ultimi giorni sul fatto che non adottera’ misure aggiuntive di taglio del deficit pubblico nel 2013, ma dovra’ negoziarle con Bruxelles per il 2014. Al contrario, la Commissione Ue ritiene ci sia un margine per aumentare la pressione fiscale sul consumo, limitando l’applicazione dell’Iva ridotta e aumentando le tasse ambientali, in particolare quelle sui carburanti. L’esecutivo di Rajoy ha gia’ approvato, lo scorso anno, un aumento generale dell’Iva di 3 punti percentuali al 21%, incrementando quella ridotta dall’8% al 10%, e l’abolizione dell’imposta ridotta su una serie di servizi, come quelli della cultura e dello spettacolo. Intanto, prosegue in Grecia la missione di controllo dei rappresentanti della Troika sull’attuazione del programma per l’adeguamento di bilancio e le riforme economiche e strutturali previste dal memorandum firmato dal governo greco con i rappresentanti dei creditori internazionali. Secondo il piano dei rappresentanti dei creditori, nel 2013 dovranno essere posti in mobilita’ (’status’ che costituisce il primo passo verso il licenziamento) 25.000 dipendenti statali, di cui la meta’ entro i primi sei mesi dell’anno. Da parte sua, il governo di Atene non sembra disposto ad aprire adesso una questione cosi’ complessa in quanto teme una dura reazione sociale. Secondo informazioni di stampa, le decisioni finali si prenderanno domenica prossima nell’incontro della troika con il ministro delle Finanze cui partecipera’ anche il responsabile dell’Fmi per la Grecia, Paul Tomsen.Fabio Sebastiani
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