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Ospedali psichiatrici giudiziari, quasi fuorilegge,’La proroga era un passaggio necessario’ |
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Potrebbe essere prorogata l’esistenza degli ospedali psichiatrici giudiziari nonostante una legge ne imponga l’immediata chiusura. Il governo dei Tecnici continua ad avere una politica discutibile rispetto al circuito dell’esecuzione penale. Dopo la mancata risoluzione del sovraffollamento dobbiamo fare i conti con una decisione in contrasto con una norma approvata dal Parlamento. La commissione d’inchiesta del Senato ha lavorato per mostrare al Paese la vergogna di queste strutture, penitenziari vittima di degrado e di abbandono dove i “malati” sono sottoposti a pochissime cure e rinchiusi in una cella lontana dal personale medico. Grazie al lavoro di Palazzo Madama molti italiani sono venuti a contatto con il tema dell’ergastolo bianco, nei sei Opg italiani sono reclusi cittadini colpevoli di reati anche minori ma ritenuti infermi di mente. Famosa la storia di un recluso accusato di tentata rapina nei primi anni novanta, i suoi complici sono in libertà da anni, per lui non è possibile fare nessun calcolo. Potrà uscire solo quando non verrà più ritenuto “socialmente pericoloso”. Non si contano poi i casi di “ricoveri” ultraventennali per i reati di atti osceni in luogo pubblico o resistenza a pubblico ufficiale. Una pena lunghissima e, allo stesso tempo, lontanissima da quelle che dovrebbe essere la sua dimensione costituzionale. Nell’attuale sistema non si scorgono né finalità rieducative né terapie adatte alla condizione di questi malati. La vicenda risente poi dell’incrocio di competenze tra lo Stato e le Regioni. Il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria dovrebbe infatti essere sostituito dai sistemi sanitari regionali; enti che, però, denunciano di non potersi fare carico dell’assistenza di centinaia di nuovi pazienti. Un vicolo cieco in cui potrebbe essere calpestato – come se queste persone ne avessero il bisogno – il diritto di accesso alle cure mediche. Le Regioni hanno chiesto tempo, Palazzo Chigi potrebbe rispondere con una proroga estesa a tutto il 2014. Le Giunte potrebbero però iniziare a contabilizzare i fondi stanziati dall’Esecutivo, denari di cui sarebbe privato il Dap ed il ministero della Giustizia. Lo stallo amministrativo fa il paio con il sequestro disposto dalla Commissione a danno dell’opg siciliani di Barcellona Pozzo di Gotto, nosocomio criminale in grado di allontanare l’Italia dal novero della civiltà giuridica europea. Il governo di Monti ha assicurato di essere pienamente consapevole del problema. “Sapevamo che i tempi sono stretti. Il percorso va avanti e bisogna trovare la tempistica migliore perché vada avanti”, ha dichiarato a margine dell’ultima Conferenza Stato-Regioni, il ministro della Salute Renato Balduzzi, rispondendo a una domanda sulla definita chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. “Il governo si fa carico di questo come un problema urgente”, ha aggiunto Balduzzi spiegando che poi la parola passerà al parlamento. “Bisogna fare in modo di non dare l’impressione di un arresto del percorso né della modifica del principio guida”. La parafrasi della dichiarazione del Ministro è molto chiara. Palazzo Chigi studierà un decreto legge che sarà poi presentato alle Camere per la conversione, saranno i nuovi deputati e senatori a decidere se, e come, chiudere i sei ospedali gestiti dal dicastero di via Arenula. Il termine del 31 marzo imposto dalla legge 3 del 2013 è troppo vicino per essere rispettato, l’esito dello scrutinio parlamentare appare scontato. I giuristi potranno poi esercitarsi a capire se la nuova disciplina potrà essere definita transitoria ovvero temporanea, esercizio di dubbia utilità consumato sulla pelle delle persone condannate ad una reclusione inumana. Governo e Regioni devono puntare al definitivo superamento di queste strutture e a una reale riforma del sistema - attraverso la creazione e il potenziamento di strutture alternative come le Comunità Terapeutiche assistite per le quali sono state stanziate le risorse - con la presa in carico dei pazienti affetti da problemi psichiatrici da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale delle Aziende sanitarie con percorsi di riabilitazione differenziati che tengano conto delle esigenze di salute di ciascun detenuto. I ragionamenti meramente ragionieristici serviranno solo ad acuire il problema. Sbaglia anche chi considera negativa la chiusura degli Opg, l’esperienza di molte Regioni dimostra che è possibile curare chi è malato con modalità alternative alla detenzione. Matteo Mascia Opg. Gli psichiatri: "La proroga era un passaggio necessario"-Finalmente è arrivata la proroga, l’attendevamo con trepidazione”. Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria, è raggiante per l’approvazione in consiglio dei ministri del decreto Balduzzi che rinvia al prossimo 1° aprile la dismissione degli Opg, in attesa della realizzazione da parte delle Regioni delle strutture sostitutive. “E’ una battaglia che portavamo avanti da mesi – prosegue – abbiamo sempre evidenziato la necessità di realizzare le dismissioni nei tempi fisiologici”. Sono anche altri gli elementi che soddisfano Mencacci. “Nel decreto c’è un richiamo al potenziamento dei Dsm e questo passaggio rappresenta un tassello fondamentale su cui costruire l’assistenza ai pazienti”. Resta però ancora qualche nodo da sciogliere. “Il decreto garantisce l’efficacia del processo di dismissione, ma affinché l’iter vada in porto adeguatamente bisogna concentrarsi su un ulteriore punto: il potenziamento dell’assistenza psichiatrica nelle carceri. Senza questo mattone rischia di crollare l’intero edificio”. C’è poi chi ipotizza che la proroga di un anno non sia sufficiente e che nel 2014 servirà un ulteriore rinvio. “Alcune regioni, come la Lombardia e l’Emilia Romagna, sono più avanti nella preparazione dei progetti per le strutture alternative. Nel centrosud, invece, ci sono delle realtà che sono più indietro e forse per esse sarà necessaria una nuova proroga. Il cammino però è stato intrapreso e sono ottimista. Ora serve un massiccio potenziamento dell’assistenza territoriale per completare il mosaico”. |
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