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Rifiuti, indagati tre dirigenti regionali |
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Non solo imprenditori, ma ora anche funzionari pubblici. L’indagine sulla discarica di Conversano entra in una nuova fase, quella più delicata. La procura di Bari ha iscritto tre dirigenti della Regione Puglia nel registro degli indagati. Un atto dovuto ed anche una svolta nell’inchiesta che ora, quindi, si concentra anche sulle procedure che hanno portato all’apertura dell’impianto. La discarica di Conversano è da ottobre sotto sequestro perché secondo la procura non è sicura. Le pareti delle due vasche che contengono i rifiuti non sarebbero state impermeabilizzate a dovere e quindi il rischio di inquinamento, di contaminazione dell’ambiente è molto alto. Le indagini, ora, proseguono su due fronti. Nei giorni scorsi i carabinieri del Noe e gli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza sono arrivati negli uffici della Regione ed hanno acquisito il contratto di gestione della discarica. E lo hanno fatto perché la procura ha deciso di approfondire una denuncia di Legambiente secondo la quale le aziende che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti sarebbero state fortemente avvantaggiate dall’accordo firmato con la Regione. La storia della discarica è molto complessa e dall’inizio è caratterizzata da una guerra di carte bollate. E’ stata la ditta Lombardi, nel 2002, ad aggiudicarsi la gara per la realizzazione di un impianto di cdr (combustibile da rifiuto) bandita dalla Regione. Un’aggiudicazione contestata: altre ditte avevano presentato ricorso al Tar e nel 2010 il Ads by SelectionLinks Consiglio di Stato aveva dato loro ragione. Nel frattempo però Lombardi aveva costruito (a sue spese) l’impianto, così come prevedeva il bando. La Regione avrebbe dunque dovuto risarcirli. E’ riuscita a evitarlo perché ha bandito una nuova gara, a cui ha partecipato, vincendola, anche Lombardi insieme però ai vecchi avversari, quel gruppo Cogeam che fa capo al gruppo Marcegaglia. La denuncia, presentata da Legambiente, ha offerto numerosi spunti agli investigatori. Secondo l’associazione ambientalista, il contratto siglato nel 2010 è capestro, peggiore e quindi meno conveniente per i Comuni, e dunque per i cittadini, rispetto a quello del 2002. Una pista investigativa, per il momento. Come quella che nei giorni scorsi ha portato i carabinieri in un laboratorio di analisi del Molise dove la società che gestisce la discarica avrebbe inviato i campioni, dimostrando che l’inquinamento, le infiltrazioni di sostanze tossiche nel terreno, non c’è. Ma la procura sta cercando di capire se gli esami siano stati compiuti correttamente. E per questo sui campioni sono state disposte altre indagini. Intanto sarà il Tar a pronunciarsi sul ricorso presentato dal Comune di Brindisi che si è opposto all’ordinanza con la quale la Regione Puglia ha disposto il conferimento dei rifiuti, smaltiti nella discarica di Conversano, all’impianto di Brindisi.Gabriella De Matteis e Giuliano Foschini-repubblica |
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