“All wars are bankers wars”
 











So che parecchie persone hanno molta difficoltà a comprendere come tante guerre siano state originate unicamente dalla volontà di imporre banche centrali private ad una nazione, per cui lasciatemi fare alcuni esempi in modo che capirete perché il governo USA sia coinvolto in così tante guerre in giro per il mondo. Vediamo prima gli antefatti.
Gli Stati Uniti avviarono la rivoluzione Americana principalmente a causa della legge sulla moneta di re Giorgio III, che obbligava i coloni ad utilizzare unicamente banconote stampate dalla banca d’Inghilterra e prestate ad interesse. Dopo la rivoluzione, i nuovi Stati Uniti adottarono un sistema economico radicalmente diverso nel quale il governo emetteva moneta basata sul valore, in modo tale che le banche private come la Banca d’Inghilterra non potesse succhiar via la ricchezza della gente attraverso una moneta gravata di interesse.
“Il rifiuto del re Giorgio III di permettere alle colonie di operarecon un sistema monetario onesto, che liberasse l’uomo della strada dal potere dei creatori di denaro, fu probabilmente la prima causa delle rivoluzione.” Benjamin Franklin, Padre Fondatore
Colonie americane indipendenti: la reazione e gli attentati
Ma i banchieri sono un nulla totale senza il loro potere di acquisire le vostre ricchezze, e sanno anche fin troppo bene quanto facile è corrompere i capi di una nazione. Solo un anno dopo che Mayer Amschel Rothschild ebbe pronunciato il suo famigerato “Lasciatemi emettere il denaro di una nazione e me ne infischio di chi ne fa le leggi”, i banchieri riuscirono a creare una nuova banca centrale privata chiamata the First Bank of the United States, in buona parte grazie al supporto del principale sostenitore dei Rotschild negli USA, Alexander Hamilton.
Fondata nel 1791, per la fine del suo mandato ventennale aveva quasi completamente rovinato l’economia della nazione, arricchendo i banchieri.
Il Congresso sirifiutò di rinnovare il mandato e annunciò l’intenzione di tornare ad una moneta di stato basata su valore sulla quale nessun cittadino dovesse pagare alcun interesse ad un banchiere.
Questo portò ad una minaccia da parte di Nathan Mayer Rothschild contro il governo nordamericano: “O garantite il rinnovo del mandato, o gli Stati Uniti si troveranno invischiati in una guerra disastrosa”.
Il Congresso continuò a negare il rinnovo del mandato alla First Bank of United States, e Nathan Mayer Rothschild tuonò: “Date una lezione a quegli imprudenti degli americani! Ricacciateli indietro allo stato di colonie!”.
L’Inghilterra, finanziata dalla Banca d’Inghilterra controllata dai Rothschild, avviò la guerra nel 1812 per ri-colonizzare gli Stati Uniti e ricondurli nella schiavitù coloniale, o per riempirli di così tanto debito che avrebbero accettato una nuova banca centrale privata. E il piano funzionò.
Sebbene la guerra del 1812 fosse stata vinta dagli Stati Uniti, il Congresso fucostretto a concedere una seconda licenza di emettere denaro (prestandolo) per un’altra banca privata, chiamata the Second Bank of the United States. Ancora una volta, banchieri privati erano al controllo della fornitura di denaro, e se ne infischiavano su chi faceva le leggi o su quanti soldati inglesi o americani fossero morti.
Ancora una volta la nazione fu spinta nel debito, disoccupazione, e nella povertà a causa della depredazione da parte della banca centrale privata, e nel 1832 Andrew Jackson lanciò la sua campagna per il secondo mandato elettorale sotto lo slogan: “Jackson And No Bank!”. Fedele alla parola data, Jackson ebbe la meglio nell’impedire il rinnovo del mandato alla Second Bank of the United States. “Signori! Ho analizzato attentamente le azioni della Bank of the United States. Miei uomini vi hanno osservato da vicino per un sacco di tempo, e io sono sicuro che voi avete usato i fondi della banca per speculare sulla nazione. Quando vincevate, vi dividevate iprofitti fra di voi, quando perdevate, caricavate le perdite sulla banca. Voi ora mi dite che se io ritiro i depositi dalla banca e annullo il mandato manderò in rovina 10.000 famiglie. Sarà anche vero, signori, ma è colpa vostra! Se io vi lasciassi continuare, rovinerei 50.000 famiglie, e quella sarebbe solo colpa mia! Siete un covo di vipere e di ladri, sono deciso a cacciarvi, e, per l’Eterno (battendo il suo pugno sul tavolo) io vi caccerò!” Questo dichiarò Andrew Jackson, poco prima del termine del mandato della Second Bank of the United States. Poco dopo che Andrew Jackson (l’unico presidente americano in grado di ripianare il debito pubblico) terminasse il mandato della Second Bank of the United States, ci fu un tentativo di assassinio che fallì perché entrambe le pistole dell’attentatore, Richard Lawrence, non funzionarono. Lawrence dichiarò in seguito che con Jackson morto ci sarebbe stata “maggior abbondanza di denaro”.
Il complotto degli usurai celato al popoloamericano
Ovviamente il sistema scolastico pubblico, sottomesso com’è ai desideri dei banchieri, si guarda bene dal dirvi la verità, così come i media delle Corporations, sottomessi alla Monsanto, si guardano bene dal dirvi i pericoli degli alimenti OGM . Quindi nessuna sorpresa che anche le vere ragioni della guerra civile non siano note all’americano medio.
Quando la Confederazione degli Stati del Sud si separò dagli Stati Uniti. i banchieri intravvidero un’altra opportunità per una ricca raccolta di debito, e offrirono a Lincoln la possibilità di finanziarlo, per vincere la guerra di secessione, al 30% di interesse.
Lincoln rispose che non avrebbe liberato i neri al prezzo di schiavizzare i bianchi e, con la sua autorità di presidente, fece emettere una nuova valuta, i green back. Questa era una diretta minaccia al potere delle banche centrali, che risposero immediatamente.“Se questa abominevole politica finanziaria, che si sta creando in Nord America, dovesseprendere piede, alla fine quel governo provvederà al proprio denaro senza alcun costo. Pagherebbe i debiti e rimarrebbe libero dal debito. Avrà tutto il denaro necessario per i suoi commerci. Diventerà prospero come nessuno prima, nella storia. Le migliori menti e le ricchezze del mondo andranno in America. Quel paese va distrutto o distruggerà ogni monarchia del pianeta”. Citato dal The London Times in risposta alla decisione di Lincoln di emettere auonomamente i greenbacks per finanziare la guerra civile, invece di aderire alla proposta di prestito di banchieri privati al 30% di interessi. Nel 1872 i banchieri di New York spedirono una lettera ad ogni banca negli Stati Uniti sollecitandoli a finanziare i giornali che si opponevano alla moneta emessa dal governo (i greenbacks di Lincoln). Citiamo: “Cari signori: è raccomandabile che facciate tutto ciò che è in vostro potere per sostenere tali importanti quotidiani e settimanali… che si opporranno all’emissione dei greenback, e cheritirate i fidi o i prestiti a tutti quelli che non vogliono opporsi all’emissione governativa di denaro. Che il governo emetta le monete e le banche le banconote del paese. Ristabilire la circolazione di denaro emesso dal governo significherebbe fornire denaro alla gente, e questo intaccherà seriamente i vostri profitti personali come banchieri e concessori di prestiti”.
Insomma: non bisognava lasciar circolare i cosiddetti greenback (i 2verdoni”, i dollari) neanche per un periodo limitato di tempo, dal momento che i banksters non potrebbero poi controllarli…
Eccone la motivazione: “La schiavitù sarà probabilmente abolita a seguito della guerra, e la schiavitù dei beni mobili anche. Noi, io e i miei amici europei, siamo a favore di ciò: perché la schiavitù non è altro che il possesso del lavoro e del lavoratore, mentre il piano europeo, condotto dall’Inghilterra, è per un controllo del lavoro col capitale, tramite il controllo degli stipendi. E questo può essere fatto soltantocontrollando il denaro” (la sua emissione e raccolta, cioè).
L’attentato a Lincoln. Poi nasce la Federal Reserve
Spinti dai banchieri privati, la maggior parte dell’Europa sostenne la Confederazione contro l’Unione, con la prospettiva che la vittoria su Lincoln avrebbe significato la fine dei greenback. La Francia e l’Inghilterra ritenevano un loro diritto attaccare gli Stati Uniti per sostenere la confederazione, ma furono tenuti al palo dalla Russia, che aveva appena terminato il suo sistema servile e aveva una banca centrale pubblica simile a quella su cui erano stati fondati originariamente gli Stati Uniti.
E così, senza l’intervento degli europei, l’Unione vinse la guerra, e Lincoln annunciò la sua intenzione di continuare ad emettere greenbacks. Dopo l’omicidio di Lincoln, i greenbacks vennero ritirati dal mercato per tornare ad una economia basata su banconote prestate ad interesse da banchieri privati. Nel 1913, i banchieri delle banche centraliprivate europee, in particolare i Rothschild inglesi e i Warburg tedeschi, si incontrarono con i loro “partners” finanziari americani a Jekyll Island, in Georgia, per creare un nuovo cartello bancario con l’esplicita intenzione di formare la Third Bank of the United States, allo scopo di avere il pieno controllo dell’emissione monetaria statunitense, ancora una volta sotto il controllo di banchieri privati. A motivo delle ostilità precedenti, si decise di chiamarla “The Federal Reserve”, in modo da dare un’immagine quasi statale, ma in realtà sappiamo che è una banca privata, non più “Federal” di quanto non sia la Federal Express.
Addirittura, nel 2012, la Federal Reserve potè opporsi ad una ingiunzione da parte di Bloomberg News basata sulla legge Freedom of Information sulla base del fatto che, essendo una banca privata, non è sottoposta a tale legge. Il 1913 fu un anno decisivo per l’economia nazionale, prima con l’approvazione del 16mo emendamento, quello sulla tassa sui redditi(“Income tax”) e con il falso storico della sua ratifica. (Ma, come nota il traduttore questo emendamento in realtà non fu mai “ratificato” come dimostra la seguente motivazione di sentenza:) “Credo che se si andasse a guardare nelle carte, e si cercasse la ratifica del 16mo emendamento, quello sulla tassa sui redditi, scoprireste che, di fatto, un numero insufficiente di Stati l’ha ratificato” – U.S. District Court Judge James C. Fox, Sullivan Vs. United States, 200 Più tardi, nello stesso 1913, apparentemente per non rischiare un altro emendamento discutibile, il Congresso passò il Federal Reserve Act, durante le vacanze di Natale, mentre i membri del congresso contrari erano a casa.
Questo fu un atto veramente subdolo, dal momento che la Costituzione investe esplicitamente il Congresso dell’autorità di emettere la valuta, non autorizza la sua delega, e pertanto avrebbe richiesto un nuovo emendamento per trasferire quella facoltà ad una banca privata.
Ad ogni modo il Congressolo passò, e il presidente Woodrow Wilson lo firmò, come aveva promesso ai banchieri che avevano finanziato la sua campagna elettorale. In seguito Wilson si pentì di quella decisione. “Sono il più infelice fra gli uomini (I am a most unhappy man). Ho rovinato involontariamente il mio paese. Una grande nazione industriale è ora controllata dal suo sistema creditizio. Il nostro governo non deriva da un pensiero libero, o dalla convinzione o dal volere della maggioranza, ma siamo governati dalla durezza e sfrontatezza di un piccolo gruppo di uomini dominanti.” —  La prima guerra mondiale. Il ruolo “incentivo” deibanksters                                                                                                         Il ruolo “incentivo” dei banksters L’anno successivo cominciò la prima Guerra mondiale, ed è importante sottolineare come prima della creazione della Federal Reserve non vi fosse mai stata una tragedia come una “Guerra mondiale”. La prima Guerra mondiale scoppiò fra il regno Austro-ungarico e la Serbia, ma si spostò rapidamente sulla Germania, la cuicapacità industriale era vista come una minaccia dalla Gran Bretagna, che vedeva il declino della sterlina come conseguenza di un’enfasi troppo accentuata sulle attività finanziarie a discapito dell’agricoltura, dell’industria, delle infrastrutture (proprio come oggi negli Stati Uniti). Nonostante la Germania prima della guerra avesse una banca centrale privata, la sua attività era fortemente controllata e l’inflazione mantenuta a livelli accettabili.
Sotto il controllo statale venivano garantiti gli investimenti finalizzati a sviluppi economici domestici, e la Germania era una delle principali potenze mondiali. Nei media del tempo la Germania era dipinta come il principale nemico nel primo conflitto mondiale, e non doveva solo essere sconfitta, ma la sua base industriale doveva essere rasa al suolo. In seguito al trattato di Versailles, la Germania fu costretta a ripagare i debiti di guerra di tutte le nazioni partecipanti, anche se, di fatto, non era stata la Germania a iniziarela guerra. Questi ammontavano a tre volte l’intero valore della Germania stessa! La Banca centrale privata tedesca, con la quale lo Stato si era indebitato per far fronte ai costi di guerra, si liberò del controllo statale, creando inflazione incontrollata (perlopiù spinta da speculatori di valute), incatenando i tedeschi ad un debito eterno.
Quando la repubblica di Weimar crollò economicamente, si aprirono le porte del potere ai nazionalsocialisti. La loro prima mossa fu quella di emettere moneta di Stato non presa a prestito da banchieri privati. Liberati dal peso degli interessi sul denaro in circolazione, la Germania rifiorì e in breve tempo ricostruì la sua industria. I giornali lo definirono “il miracolo tedesco”. La rivista Time magnificò Hitler per lo stupefacente progresso nella vita dei tedeschi e per l’esplosione dell’industria, e lo nominò addirittura “Uomo dell’anno” nel 1938. Ancora una volta. La Potenza industriale della Germania diventava una minaccia per la GranBretagna.
a.. “Se la Germania facesse ancora affairs (business) nei prossimi 50 anni, avremmo combattuto questa Guerra (la prima Guerra mondiale) inutilmente.” Winston Churchill nel The Times (1919).
b.. “Condurremo Hitler in guerra, sia che lo voglia o meno.” – Winston Churchill (1936 trasmissione radio).
c.. “La Germania diventa troppo potente. Dobbiamo schiacciarla.” – Winston Churchill (Novembre 1936 parlando al Generale US Robert E. Wood)
d.. “Questa guerra è una guerra inglese e il suo scopo è la distruzione della Germania.” - Winston Churchill (Trasmissione radiofonica dell’autunno 1939)
La moneta di Stato del Reich “una minaccia” per i banksters
La moneta di stato tedesca, basata sul valore, era anche una minaccia diretta alla ricchezza e al potere delle banche centrali private, e fin dall’inizio del 1933 cominciarono ad organizzare un boicottaggio generale per sopprimere questo nuovo debuttante che pensava di fare a meno dei banchieri privaticentrali!
Così come era successo nella prima guerra mondiale, la Gran Bretagna e altre nazioni (controllate da banche) minacciate dal potere economico tedesco cercarono una scusa per iniziare la guerra, e dal momento che la rabbia della gente tedesca cresceva a causa del boicottaggio, Hitler stupidamente fornì loro il pretesto. Anni dopo, con candore, le ragioni reali per la guerra vennero fuori.
a.. “la guerra non serviva soltanto ad abolire il fascismo, ma per conquistare mercati di vendita. Se avessimo voluto, avremmo potuto evitare lo scoppio della guerra, senza neanche sparare un colpo, ma decidemmo di fare diversamente.”- Winston Churchill a Truman (Fultun, USA March 1946)
b.. “Il crimine imperdonabile della Germania prima della seconda guerra mondiale fu quello di cercare di sganciare la propria economia dal sistema internazionale di commercio e costruire un sistema di scambi indipendenti dal quale la finanza internazionale non avrebbe potuto più trarre profitto.…Abbiamo macellato il maiale sbagliato.” Winston Churchill (The Second World War – Bern, 1960)
Come nota a latere, dobbiamo fare un passo indietro prima della seconda guerra mondiale e ricordare il generale maggiore della Marina Smedley Butler.
Nel 1933, banchieri e finanzieri di Wall Street avevano finanziato l’ascesa al potere sia di Mussolini che di Hitler. Brown Brothers Harriman di New York finanziò Hitler fino al giorno stesso in cui fu dichiarata guerra alla Germania. E avevano deciso che una dittatura sullo stile di quella di Mussolini negli Usa sarebbe stata di gran lunga migliore per favorire i loro interessi rispetto al “New Deal” di Roosevelt che minacciava una massiva redistribuzione di ricchezza per ricapitalizzare le classi operaie e lavoratrici d’America.
Così i magnati di Wall Street reclutarono il Generale Butler per guidare il rovesciamento del governo USA e mettere al suo posto un “Segretariato per gli affari generali” che avrebbe dovuto rispondere a WallStreet e non alla gente, che avrebbe soppresso lo scontento sociale e fatto chiudere i sindacati.
Il generale Butler finse di aderire al complotto ma rivelò tutto al congresso. Ma si trattava di un Congresso che, oggi come allora, era nelle mani dei banchieri di Wall Street, e che si rifiutò di fare alcunché. Quando Roosevelt seppe del colpo di stato pianificato chiese l’arresto dei cospiratori, ma loro semplicemente ricordarono a Roosevelt che se anche uno solo di loro fosse stato imprigionato, i loro amici di Wall Street avrebbero deliberatamente fatto crollare l’economia già in crisi e ne avrebbero fatto ricadere la colpa su Roosevelt. Roosevelt non pote’ far nulla quindi fino all’inizio della seconda guerra mondiale, quando cominciò a perseguitare i complottisti forte della legge “Trading With The Enemy” (fare business col nemico). Gli atti del Congresso su questo caso furono resi pubblici nel 1967 e furono la fonte ispiratrice del film “Seven Days in May”, dove però i vericriminali finanziari furono omessi dalla sceneggiatura.
La confessione del gen. Butler: “ero stato arruolato da un racket”
“Ho trascorso 33 anni e 4 mesi nel Servizio militare attivo come membro della nostra forza più efficiente – i marines. Ho prestato servizio a tutti i livelli da secondo luogotenente a General-Maggiore. E per tutto questo tempo sono stato un picchiatore d’alto bordo per il Grande Business, per Wall Street e per i banchieri. Per farla breve, facevo parte del racket delle estorsioni, un gangster per il capitalismo. Ci ho pensato, fino a che ho lasciato il servizio attivo. Avevo il sospetto di far parte di un racket, allora. Ora ne ho la certezza. Come tutti i militari di professione, non metti in discussione, non ti fai domande fino a che non lasci il servizio. Le mie facoltà mentali restavano sospese e io obbedivo a chi stava sopra, tipico per un militare. Così,
a.. aiutai a rendere il Messico specialmente Tampico sicuri per gli interessidei petrolieri americani nel 1914.
b.. Aiutai a rendere Haiti e Cuba un posto confortabile per raccogliere soldi per i ragazzi e della National City Bank.
c.. Ho contribuito alla rapina di una mezza dozzina di repubbliche centro-americane a beneficio di Wall Street.
d.. Ho dato il mio supporto a preparare il Nicaragua per la banca internazionale dei Brown Brothers nel 1909-12.
e.. Ho dato vita agli interessi dello zucchero americano nella Repubblica Dominicana nel 1916.
f.. In Cina nel 1927 ho fatto in modo che la Standard Oil operasse indisturbata. Durante quegli anni ebbi, come direbbero i ragazzi dell’altra stanza, un racket in crescita. Fui ricompensato con onori, medaglie e promozioni. Ripensandoci, avrei potuto dare dei bei consigli ad Al Capone. Lui al massimo conduceva il racket in tre aree della città. Io operavo in tre continenti.” — General Smedley Butler, ex US Marine Corps Commandant,1935
L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy
Unavolta divenuto presidente, John F. Kennedy capì la natura predatoria delle banche centrali private. Capì perché Andrew Jackson aveva combattuto così duramente contro la Second Bank of the United States. Così Kennedy emise e firmò l’Executive Order 11110 con il quale ordinava al Tesoro Americano di emettere una nuova valuta pubblica, la United States Note.
Le United States Note di Kennedy non erano prese in prestito dalla Federal Reserve ma create direttamente dal governo degli Stati Uniti e garantite dall’argento posseduto dagli stessi. L’unita monetaria rappresentava un ritorno al sistema economico sul quale si erano fondati gli Stati Uniti, ed era perfettamente legale per Kennedy fare così. Vuoto per pieno, circa quattro miliardi e mezzo di dollari furono messi in circolazione, che riducevano il pagamento di interessi alla Federal Reserve e che allentavano il suo controllo sulla nazione. Cinque mesi dopo John F. Kennedy fu assassinato a Dallas, Texas, e gli Stati Uniti ritiraronole banconote per distruggerle (eccetto alcuni esemplari tenuti da collezionisti). John J. McCloy, Presidente della Chase Manhattan Bank, e Presidente della World Bank, fu nominato nella Commissione Warren, presumibilmente per evitare che l’aspetto bancario nascosto dietro dell’omicidio venisse fuori nell’inchiesta.
Non c’è che dire: dobbiamo prendere in seria considerazione la dimensione finanziaria dietro gli attentati e le guerre.
Da Bretton Woods al “Nixon shock”
Verso la fine della seconda guerra mondiale, quando divenne ovvio che gli Alleati stavano per vincere e comandare nel mondo post bellico, le maggiori potenze economiche mondiali si incontrarono a Bretton Woods, un posto lussuoso nel New Hampshire nel Luglio del 1944, e stabilirono i famosi Accordi di Bretton Woods per la finanza internazionale. La sterlina inglese
perse il suo ruolo primario come moneta di scambio e di riserva nei confronti del dollaro (parte delle condizioni chieste daRoosevelt per l’ingresso in guerra: resto comunque la “seconda valuta” di scambio internazionale). Tuttavia, venendo a mancare i vantaggi economici dell’avere la moneta di riferimento internazionale, la Gran Bretagna dovette nazionalizzare la Banca d’Inghilterra nel 1946. Gli accordi di Bretton Woods, ratificati nel 1945, oltre a rendere il dollaro la moneta globale di riferimento per gli scambi e le riserve obbligava le nazioni firmatarie a legare le loro valute nazionali al dollaro. E lo fecero a due condizioni.
1.. La prima era che la Federal Reserve si sarebbe astenuta dalla sovrapproduzione di dollari allo scopo di acquisire merci e beni reali dagli altri paesi in cambio di carta e inchiostro (il che sarebbe stata una tassa imperiale). E questo veniva assicurato dalla “seconda condizione,m qui di seguito.
2.. seconda condizione, che era che il dollaro sarebbe stato sempre convertibile in oro al cambio fisso di $35 per oncia.
La Federal Reserve, essendo una banca privata enon soggetta al governo Usa, cominciò naturalmente la sovrapproduzione di dollari, e molta della prosperità goduta negli anni 50 e 60 era una diretta conseguenza dell’obbligo della nazioni straniere di accettare i pezzi di carta (supposti equivalenti ad oro, al cambio di $35 per oncia).
Nel 1970 la Francia guardò a questa enorme montagna di pezzi di carta nei propri forzieri, per la quale prodotti reali come vino e formaggio erano stati dati in cambio, e fece sapere agli Stati Uniti che avrebbero voluto esercitare la loro opzione secondo gli accordi di Bretton Woods per scambiare quelle banconote in oro al tasso prefissato. (Charles De Gaulle).
Ovviamente gli Stati Uniti non avevano neanche minimamente la quantità di oro necessaria per onorare quell’impegno, così, il 15 di agosto del 1971 Richard Nixon “temporaneamente” sospese la convertibilità in oro delle banconote della Federal Reserve.
Questo “Nixon shock” di fatto mise fine agli accordi di Bretton Woods e molte valutenazionali cominciarono a sganciarsi dal dollaro. Peggio, dal momento che gli Stati Uniti avevano collateralizzato il loro debito alle riserve in oro, cominciò a diventare evidente che il governo Usa non aveva riserve sufficienti per coprire i debiti.
Le nazioni straniere cominciarono ad essere molto “nervose” e preoccupate dei loro prestiti agli Usa e, comprensibilmente, erano refrattarie a concedere nuovi finanziamenti senza qualche forma di garanzia.
Per questo motivo Richard Nixon avviò il movimento ambientalista, con l’Epa (l’Agenzia per la protezione dell’ambiente) e i suoi diversi programmi come le “zone selvagge”, “Aree senza strade”, “Fiumi della tradizione”, “Terre umide”, ognuna delle quali prendeva aree di territorio pubblico e le rendeva inaccessibili alla popolazione, che tecnicamente ne era la proprietaria. Ma a Nixon interessava poco l’ambiente ed il vero scopo di questo furto di terre sotto forma di protezione ambientale stava nel dare in pegno queste areeincontaminate e le loro risorse minerali come collaterale del debito nazionale.
L’insieme dei differenti programmi era semplicemente per nascondere la reale portata del pegno richiesto come collaterale per i prestatori internazionali; alla fine, quasi il 25% di tutto il territorio nazionale.
E qui inizia la storia della contemporaneità: la sudditanza delle nazioni, dei popoli, al diktat sia monetarista che globalizzatore. Michael Rivero









   
 



 
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