L’Italia inquinata da PCB e diossina
 











Militari della Sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Taranto hanno sequestrato 5 campi di mitili realizzati abusivamente in mar Piccolo e 15 tonnellate di cozze. L’area è interdetta da un paio di anni all’allevamento e alla commercializzazione dei prodotti a causa della presenza, oltre la soglia consentita, di diossina e Pcb.
Cinque presidenti di cooperative di mitilicoltori sono stati denunciati per aver violato il Codice della navigazione.
Si è riunito questa mattina presso l’Assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia, alla presenza degli Assessori regionali alla Sanità e Welfare e alle Risorse Agroalimentari, il tavolo tecnico ‘problematica PCB-Diossina nella Provincia di Taranto’ per rispondere alle istanze e alle richieste dei mitilicoltori del capoluogo jonico.
I risultati del monitoraggio straordinario triennale compiuto dalla ASL TA nelle produzioni di mitili avevano infatti evidenziato unsuperamento dei limiti per PCB e Diossine a partire dal periodo Maggio-Giugno.
Questi dati negativi avevano indotto il tavolo tecnico a fissare la data del trasferimento del novellame dapprima al 28 febbraio e successivamente al 31 marzo 2013.
Decisione che aveva portato gli allevatori di mitili a chiedere la convocazione di un tavolo tecnico straordinario. Il tavolo tecnico di oggi, dopo ampia discussione ha concordato sulla possibilità di concedere la proroga al 30 Aprile per lo spostamento del “novellame anno 2012” nelle aree di Mar Grande individuate dal Comune.
L’ulteriore deroga alla movimentazione del “novellame anno 2012” dovrà tener conto degli esiti dei campionamenti in itinere espletati dalla ASL TA che nel caso di superamento dei limiti di legge per PCB e Diossine adotterà le misure previste. Inoltre, si è convenuto sull’opportunità di rimandare la revoca delle DIA sanitarie rilasciate ai mitilicoltori del I Seno del Mar Piccolo per consentire l’allevamento del“novellame anno 2013” che sarà inderogabilmente e definitivamente movimentato in aree idonee entro il 28 febbraio 2014.
Questa scadenza dovrà tenere conto delle determinazioni assunte dal Commissario Straordinario ad acta per la problematica ambientale di Taranto. L’Assessore alla Sanità e Welfare Gentile afferma che “la sicurezza degli alimenti è per noi un obbiettivo irrinunciabile così come non si può sfuggire ai temi ambientali e dell’economia tarantina. A breve è mia intenzione convocare una conferenza di servizio con tutti i soggetti istituzionali interessati per superare l’emergenza e definire procedure condivise”.
L’inquinamento più grave di Italia, forse d’Europa, perché riguarda un pezzo intero di città, 4 milioni quadrati di territorio nella zona sud di Brescia dove vivono 25mila persone. Si tratta del Sito di Interesse Nazionale Caffaro, dal nome della fabbrica che per 50 anni ha buttato nelle acque della città 150 tonnellate di PCB, Policlorobifenile, allo statopuro, una sostanza la cui tossicità per il terreno e per l’uomo si misura in microgrammi. Eppure in dieci anni non si è fatto nulla e le 25mila persone, donne,uomini e bambini vivono ancora a stretto contatto con il PCB. Ma quanto è pericolosa l’esposizione al PCB per la salute dell’uomo? L’università di Harvard, per intervistare PHILIPPE GRANDJEAN, professore e scienziato di fama internazionale, che studia da più di venti anni l’effetto sulla salute umana dell’esposizione a PCB e a Diossina. Lo scienziato ha scoperto di recente che oltre a provocare diversi tipi di cancro, l’esposizione prolungata al PCB “scassa” letteralmente il sistema immunitario e l’apparato endocrino, con conseguenze molto gravi soprattutto per i bambini. Come dimostra la terribile storia di Anniston, una piccola città dell’Alabama, fortemente inquinata da una fabbrica della MONSANTO, che proprio come la CAFFARO, ha prodotto per cinquanta anni centinaia di migliaia di tonnellate di PCB. L’unica grande differenzaè che la MONSANTO è stata portata in tribunale, ha dovuto pagare 700 milioni di dollari ai cittadini che aveva inquinato e adesso si sta facendo carico di tutte le spese della bonifica. Da noi invece non è successo nulla, la Procura della Repubblica non ha portato a processo i dirigenti della Caffaro, la Caffaro nel frattempo è fallita e non esiste più e gli enormi costi della bonifica rimangono sulle nostre spalle. Dove troviamo adesso i miliardi di euro che servono per ripulire la città di Brescia? video da presadiretta









   
 



 
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