L’incertezza politica danneggia la ripresa
 











L’incertezza politica non pesa tanto sull’economia globale quanto sul nostro Paese. Secco il giudizio del ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, che intendeva riferirsi sia alla mancanza di un governo nel pieno delle sue funzioni sia all’impasse che si è avuto sull’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Dalla riunione del G20 di Washington, l’ex direttore generale del Tesoro, in predicato di andare a lavorare in una grande banca di affari Usa, ha sottolineato di vedere rischi seri per l’Italia se l’Italia non sarà in grado di dotarsi di un sistema politico in grado di prendere decisioni sul futuro. Un’Italia che non decide ed è debole può far comodo ai nostri concorrenti esteri.  Ma i mercati finanziari e gli speculatori non sembrano preoccuparsi troppo visto che lo spread Btp-Bund tedeschi è sceso ieri a 296 punti.
Al G20, ha insistito, si parla di grandi sfide e di problemi mondiali e di come risolverli. In Italia invece, volevadire Grilli, si continua a chiacchierare e a perdere tempo. Sono i cittadini italiani i primi ad essere interessati ad avere soluzioni veloci, . Dobbiamo essere nelle condizioni di continuare il dialogo e i negoziati con l’Unione sulla riduzione del debito e del disavanzo. Dobbiamo essere in grado di fare scelte in un momento come questo che è veramente difficile per il mondo. Il governo Monti, ha rivendicato Grilli, ha deciso di sbloccare i pagamenti della pubblica amministrazione alle aziende creditrici. Non si è trattato soltanto di un intervento di tipo compensativo, ossia restituire soldi che erano di proprietà delle imprese. Ma sarà soprattutto una iniezione di liquidità che, unita a quello che dovrebbe fare il sistema bancario, ossia tornare a finanziare le imprese e le famiglie, servirà a rimettere in moto il sistema economico che continua a trovarsi in una fase di rallentamento economico che non riguarda soltanto l’Eurozona.
Grilli ha detto che i governatori delle banchecentrali e i ministri delle finanze presenti a Washington hanno delineato uno scenario di luci e di ombre per l’economia globale nella quale ancora non si vedono segnali di una ripresa. Niente crescita economica all’orizzonte. C’è poi un’anomalia di fatto che non consente speranze in tal senso almeno sul breve termine. Tutti i presenti al G20 si sono detti d’accordo nel dire che le riforme e il consolidamento fiscale sono l’unica strada per la crescita. C’è soltanto un piccolo problema. Tutti infatti lo stanno facendo in contemporanea e l’austerità ed il rigore dei conti, che non consentono spazi di manovra, non possono che riflettersi negativamente sulla domanda interna che è il primo fattore per una crescita economica duratura. Il tempo e gli spazi per intervenire sono ormai limitati. Certo, ha continuato, con la relativa calma dei mercati finanziari, i rischi si sono ridotti in maniera significativa. E mentre gli Stati Uniti che hanno superato il problema del cosiddetto “fiscalcliff”, in Europa la situazione economica e finanziaria degli Stati si è stabilizzata ma restano notevoli incertezze perché se pure c’è stato un miglioramento della finanza pubblica, l’economia reale è ancora ferma. Filippo Ghira









   
 



 
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