Sanare il deficit con le pensioni degli anziani e disabili: cecità o vigliaccheria?
 











I tagli alle pensioni sono “sbagliati e imperdonabili”. Parla Richard Trumka, il leader del AFL-CIO, il più potente sindacato degli Stati Uniti, mentre commenta la proposta di Barack Obama di ridurre gli aumenti automatici alle pensioni degli americani che ricevono il Social Security. Si tratta di una nuova formula per calcolare il Cpi, l’indice dei prezzi al consumo, il più importante indicatore dell’inflazione, che ridurrebbe le pensioni di anziani, disabili e veterani.
Si capisce come i sindacati e la sinistra in generale, che cercano di proteggere i più poveri, si siano schierati contro la proposta di Obama. Ma anche alcuni repubblicani hanno mostrato il loro disappunto, non per motivi ideologici ma spinti da realpolitik.
Il parlamentare repubblicano Greg Walden, dello Stato dell’Oregon, capogruppo della commissione del suo partito per la campagna elettorale alla Camera, ha dichiarato in un’intervista alla Cnn che il bilancio proposto dalpresidente consiste in un “attacco agli anziani”. Bisogna capire il disappunto di Walden in termini politici, dato che il parlamentare si preoccupa delle prossime elezioni di midterm del 2014. Walden ha paura che i democratici useranno il tema per ottenere una spinta e ricordare agli elettori che il Social Security e il Medicare sono programmi “democratici” che i repubblicani hanno sempre ostacolato e che un voto per il Gop si traduce in un’erosione che condurrà alla possibile privatizzazione. Per Walden, dunque, meglio il silenzio sul tema, dato che scotta e i repubblicani si potranno bruciare. È già successo nelle elezioni del 2012, quando Paul Ryan aveva proposto una parziale privatizzazione del Social Security ed in uno dei suoi discorsi nel suo Stato del Wisconsin venne sonoramente fischiato da un gruppo di anziani.
Ma il coltello include una doppia lama, perché la sola menzione di toccare il Social Security ed il Medicare causa costernazione anche tra i democratici. Eccoperché anche la sinistra non ha accolto a braccia aperte la proposta di Obama sui tagli alle pensioni. Si sentono già voci di possibili beniamini della sinistra che si porranno come difensori delle pensioni. Le elezioni presidenziali del 2016 sono abbastanza lontane, ma alcuni suggerimenti ci indicano che il tema del Social Security potrebbe incoraggiare delle sfide da parte dell’ala sinistra dei democratici ai candidati centristi per le primarie democratiche. Non sarebbe inconcepibile che una “sinistroide” come Elizabeth Warren, la nuovissima senatrice liberal del Massachusetts, potesse sfidare la possibile candidatura di Hillary Clinton.
Perché dunque Obama ha offerto i tagli alle pensioni ai repubblicani? Il presidente lo ha fatto per convincere il Gop ad accettare tasse più alte ai benestanti per controllare il deficit federale. La sua offerta è valida solo se i repubblicani accettano gli aumenti alle tasse. Non si tratta di una buona mossa, perché i tagli proposti da Obamacolpiscono i pensionati più poveri le cui tasche non dovrebbero essere usate per sanare il deficit. Troppo facile, e con pochissimo impatto alla vita dei benestanti, sarebbe la richiesta di un sacrificio per rimettere a posto la casse del tesoro americano. Ma Obama voleva dimostrare che è serio sulla questione del deficit e che per questo sarebbe pronto a sacrificare alcuni dei suoi principi. Rischia, con questa mossa, l’accusa di non mantenere la sua promessa di proteggere il Social Security. Un rischio evidentemente ritenuto utile per avvicinarsi ai repubblicani e spingerli dunque ad ingoiare il rospo, costringendo i ricchi a fare qualche piccolo sacrificio per il Paese. Alcuni leader democratici non hanno rifiutato la proposta di Obama. Nancy Pelosi, leader democratica alla Camera, la sta studiando. Il senatore democratico Mark Warner dello Stato del Virginia ha però dichiarato che nel caso del Social Security e del Medicare bisogna cercare metodi per “riformarli”, perché altrimentisi dovranno apportare tagli ai programmi che beneficiano “i bambini, le scuole infantili, l’educazione in generale ed i veterani”. Parole che potrebbero uscire dalla bocca di un repubblicano come Mitt Romney: queste categorie fanno parte del “47 percento” degli americani che “non paga tasse”. Chiedere ai poveri invece dei ricchi di sanare il bilancio non è però democratico né repubblicano: è semplicemente vigliaccheria. Domenico Maceri (Santa Margherita - California)

 









   
 



 
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