Lauti stanziamenti Usa anti-Assad
 











Il presidente Usa, Barack Obama, ormai ovunque impegnato a puntellare l’egemonia statunitense anche a costo di sostenere ignobili programma missilistici e sanzioni contro la Russia – l’embargo ora in particolare è stato deciso contro la Crimea – e a impedire vitali forniture di energia verso l’Europa (sospensione del South Stream), e contro i regimi arabi e mediterranei non allineati, è riuscito anche a emanare un massiccio programma di finanziamento delle guerre atlantiche nel Vicino Oriente. In particolare contro la Siria, nazione indipendente che ancora non si è arresa all’imposizione del Nuovo Ordine atlantico.
Il volume dell’ “aiuto” per destabilizzare il Vicino Oriente è pari a 585 miliardi di dollari. Viene dichiarato quale “costo di politica della Difesa” per sostenere “l’impegno Usa per combattere i militanti dello “Stato Islamico” o Isis, e per la “spesa militare nell’anno fiscale 2015”. In realtà nelle pieghe del documento finanziarioUsa si contabilizza  un ingente fondo per “addestrare e sostenere le forze “siriane” (in realtà mercenari e volontari arruolati in oltre ottanta Paesi, anche occidentali) contro il legittimo governo di Bashar el Assad. Oltre a tale fondo vengono destinati 5 miliardi di dollari all’addestramento di forze irachene (queste sole in funzione anti-Isis) e 63,7 miliardi di dollari per sostenere i regimi fantoccio insediati dopo le aggressioni atlantiche in Iraq e Afghanistan. 521,3 miliardi di dollari sono il complesso della spesa militare “ordinaria” (sistema di difesa nazionale, basi e operazioni di occupazione militare nel mondo) Usa per il 2015.
Nel firmare l’atto contabile complessivo, Barack Obama ha chiesto al Congresso… di chiudere il carcere di Guantanamo.  Una presa in giro, speriamo l’ultima sull’argomento, di un presidente subito dichiarato “Nobel per la pace”. - r.e.-rinascita

 









   
 



 
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