Crollano i redditi, cadono i consumi
 







di Roberto Tesi




Dopo le notizie drammatiche sulla corsa dei prezzi al consumo, ieri dall’Istat è arrivata una nuova pessima notizia: i consumi, come segnala l’andamento delle vendite al dettaglio, seguitano a ristagnare. Anzi in dicembre su base annua sono addirittura diminuiti. E il dato è tanto più grave se si considera che gli indicatori «si riferiscono al valore corrente dele vendite e incorporano, quindi, la dinamica sia della quantità sia dei prezzi», come avverte correttamente l’Istat. Quello che appare evidente è che nell’ultimo anno c’è stata una forte caduta del potere d’acquisto e le famiglie hanno dovuto per prima cosa stringere la cinghia sui consumi alimentari e ridurre tutti gli acquisti di prodotti non alimentari e meno necessari per poter fronteggiare gli aumenti notevoli che sono intervenuti nei costi dei servizi, delle tariffe e in generale dei prodotti energetici.
Altro dato molto interessante è che a fronte di una caduta o di una stagnazionedegli acquisti, gli unici dati positivi - per chi vende - provengono dai punti vendita specializzati e dagli hard discount sempre più ricercati dalle famiglie per cercare di risparmiare un po’. I dati Istat segnalano anche che è il mezzogiorno a soffrire di più: è nelle regioni meridionali nelle quali la caduta degli acquisti è più ampia. E a vendere di meno sono i piccoli esercizi.
Ma veniamo ai dati. In dicembre il totale delle vendite (alimentari e non) ha fatto registrare una caduta su base annua dello 0,6% e una flessione dello 0,1% rispetto a novembre. Dicembre è un mese tradizionalmente dedicato agli acquisti natalizi, ma questa volta i consumatori sembrano essersi fatti (sicuramente per necessità) estremamente prudenti soprattutto per i prodotti non alimentari che su base annua risultano inferiori dell’1,1% a quelli del dicembre 2006. E per gli acquisti di prodotti non alimentari la caduta è molto più accentuata (-1,7%) nel Sud e nelle Isole.
L’andamento delle venditepreoccupa Confcommercio «soprattutto per i riflessi negativi che può avere sulle prospettive di spesa delle famiglie nel 2008 e, quindi, sulla crescita». L’ufficio studi dell’Asociazione dei dettaglianti rileva che «la prevedibile riduzione del tasso di crescita del prodotto interno lordo e dei redditi nell’anno in corso, quasi sicuramente porterà ad una stagnazione delle vendite, almeno per tutta la prima parte dell’anno in corso se non per tutto il 2008 a prescindere dal tasso d’inflazione osservato».
Inoltre, conclude la nota dell’organizzazione, «il profilo riflessivo dei consumi delle famiglie è un fenomeno che colpisce soprattutto i negozi con vocazione relazionale e di vicinato, quelli cioè che basano la propria forza sul servizio ai clienti». Il riferimento della Confcommercio è relativo ai dati dele vendite delle «imprese operanti sui piccole superfici», cioè i negozi tradizionali, che in dicembre hanno registrato (su base annua) una caduta molto più ampia (-1,2%) dellevendite rispetto a quelle della grande distribuzione nella quale le vendite hanno segnato un lieve (+0,4%) incremento.
La divaricazione tra vendite della piccola e della grande distribuzione è evidente anche nei dati relativi all’intero anno: a fronte di vendite complessive aumentate dello 0,5%, quelle della grande distribuzione segnano un incremento dell’1%, mentre quelle delle imprese che operano su piccole superfici sono «cresciute» di appena lo 0,1%. All’interno della piccola distribuzione, le più penalizzate risultano le imprese che occupano tra i 3 e i 5 addetti le cui vendite sono scese dello 0,3%, mentre tra le grandi imprese, le più dinamiche sono quelle con almeno 20 addetti con un giro d’affari salito dell’1,4%. Una tendenza che prosegue da anni e che vede le vendite della piccola distribuzione contrassi anche per la continua chiusura dei piccoli esercizi.
Visto l’andamento dei prezzi al consumo (aumentati di circa il 2% nell’anno) la crescita monetaria delle venditerisulta abbondantemente annullata dall’inflazione. Anzi il dato finale segna una flessione di circa l’1,5% almeno per quanto riguarda le vendite delle rete fissa al dettagliode Ilmanifesto









   
 



 
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