Un mercato europeo dell’energia
 











La Commissione europea vuole un mercato unico dell’energia in Europa. A parole per garantire maggiore concorrenza e prezzi di vendita più bassi ai cittadini consumatori. In realtà per rompere la situazione di indubbio predominio economico e politico esercitata dalla Russia tramite la Gazprom. E soprattutto tramite i gasdotti come il North Stream e il South Stream che ha contribuito a rendere più precario il futuro del Nabucco, il gasdotto “atlantico” voluto dagli Usa per accerchiare la Russia da sud e portare in Europa il gas dei Paesi del Caspio come l’Azerbaijan.
Per il presidente della Commissione europea, José Barroso, è necessario procedere al completamento del mercato unico dell’energia e dare slancio alle politiche di lotta alle frodi fiscali. Queste raccomandazioni sono contenute nella lettera inviata ai capi di governo dei Paesi dell’Unione in vista della riunione del Consiglio europeo del 22 maggio. Una lettera nella quale il tecnocrateportoghese invita da un lato a non dimenticare l’importanza dell’integrazione energetica e dall’altro a prevedere e varare  azioni mirate e decise contro l’evasione fiscale. La competitività dell’Europa, insiste Barroso, necessita di disporre di un mercato interno dell’energia pienamente funzionante, che sia interconnesso e integrato. Il 25% dei redditi delle famiglie europee viene speso per le bollette. Di conseguenza, ha sostenuto Barroso, ci vuole un mercato dell’energia non frammentato in maniera tale da ridurre i costi e dare slancio all’economia europea. Un mercato sul quale dovrà vigilare la Commissione attraverso una Autorità garante che risponda a Bruxelles. A tale fine ha continuato Barroso, resta urgente completare la messa in pratica del cosiddetto “terzo pacchetto energia” che va appunto in tale direzione.
Il secondo settore sul quale si deve intervenire è quello delle tasse. Si deve contrastare con forza l’evasione fiscale. La situazione è grave ovunque. Non èinsomma soltanto una anomalia italiana come pretendono i tanti cialtroni liberisti e provinciali che infestano il nostro Paese. La Commissione europea stima infatti che attualmente soltanto per l’Iva vengono riscossi appena il 50% degli introiti potenziali. In tempi di crisi come questa, in tempi di consolidamento finanziario dei conti pubblici, gli Stati membri non starebbero facendo sufficienti sforzi per la riscossione delle tasse. Insomma, tutto il mondo è Paese e gli italiani onesti non devono avere complessi di inferiorità nei confronti dei cugini del Nord Europa. Andrea Angelini









   
 



 
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