Lo show anti-corrotti del ministro afgano
 











Seduta infuoca alla Wolesi Jirga, la camera bassa del Parlamento afgano, dove lunedì scorso il ministro delle Finanze di Kabul Omar Zakhilwal era stato chiamato in aula per rispondere alla accuse di corruzione contenute in una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Per tutta risposta, il ministro ha cominciato a indicare con nomi e cognomi i deputati che negli ultimi tempi si erano rivolti a lui per “sbloccare” i loro vari traffici illeciti. Il suo intervento ha riguardato sei parlamentari in particolare, che nel corso del tempo hanno contrabbandato migliaia di camion di benzina, farina, automobili e anche alcolici, del valore di centinaia di milioni di dollari.
Tra le altre cose Zakhilwal racconta di quando, un paio di mesi fa, il parlamentare di Farah Samimullah Samim cercò di far entrare in Afghanistan cinque autocisterne cariche di gasolio proveniente dall’Iran. “Il tentativo fu smascherato, i veicoli furono sequestrati e Samim mi haaddirittura chiamato dalla Germania chiedendomi di revocare il provvedimento”, ha dichiarato il ministro, aggiungendo che quando gli disse che era illegale, il parlamentare avrebbe risposto: “Se fosse stato legale non avrei chiesto il tuo aiuto”. In un altro episodio Samin, di ritorno da un viaggio a Mosca, sarebbe atterrato all’aeroporto di Kabul con 50 bottiglie di alcolici proibiti.
Anche Hameedzai Lalai, deputato di Kandahar, avrebbe cercato di importare bevande alcoliche attraverso l’aeroporto di Kabul utilizzando il passaporto parlamentare. Tuttavia sembra che gli agenti doganali gli abbiano fatto storie e lui non deve averla presa bene. “Ieri – ha raccontato Zakhilwal – [Lalai] ha telefonato a uno dei funzionari della Dogana e lo ha minacciato di morte”. Il ministro ha anche letto una lettera inviatagli proprio da Lalai, nel quale il deputato gli chiedeva un aiuto per far entrare nel Paese quasi 2mila automobili illegali.
Ben 4.400 tir carichi di farina sono invece staticontrabbandati dal Pakistan negli ultimi due anni da Haji Zahir Qadir, deputato della provincia orientale di Nangarhar e figlio di un signore della guerra locale. Anche lui avrebbe chiesto (e ottenuto) aiuto a Zakhilwal quando uno dei convogli venne sequestrato dalle autorità.
Un altro parlamentare, invece, avrebbe direttamente cercato di piazzare il figlio negli uffici doganali. “Ci sono state forti pressioni da parte del parlamentare Mahmoud Khan Sulaimankhil affinché suo figlio venisse nominato direttore dell’ufficio della Dogana nella provincia di Paktia”, ha detto Zakhilwal, denunciando anche il tentativo di corruzione con l’ “invio di denaro” al dipartimento delle risorse umane in cambio della nomina.
L’intervento del ministro delle Finanze alla Camera – trasmesso in diretta tv e interrotto da diversi applausi – ha scatenato la reazione istintiva di alcuni dei parlamentari tirati in ballo, ma alla fine la mozione di sfiducia è stata bocciata con ben 184 voti (su 188presenti) a favore del ministro.
Due giorni dopo anche il Senato (Meshrano Jirga) ha espresso in un messaggio il proprio apprezzamento per le parole di Zakhilwal. Intervenendo alla camera alta, il ministro ha comunque ricordato che “ci sono altre persone (oltre alle sei nominate lunedì ndr) che hanno commesso reati simili”. “Dovrebbero trarre insegnamento dalle rivelazioni di lunedì e smettere di violare la legge”, ha avvertito Zakhilwal, pur senza fare nuovi nomi. Ferdinando Calda









   
 



 
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