Africa. Nel post sulla situazione in Tunisia e Siria dal titolo “La guerra mediterranea iniziata due anni e mezzo fa ecc” che ho pubblicato il 28 aprile e il 5 maggio scorsi (su www.corrieredellacollera.com), scrivevo testualmente: “2. Il confronto é di importanza strategica in quanto determinerà il futuro assetto della regione e vedrà per la prima volta alleati Algeria e Marocco impegnati a contenere l’infiltrazione islamista dei paesi del golfo nel Maghreb. Tale confronto si svolgerà sotto traccia e si svilupperà come segue:..omissis….. · la coalizione algero-marocchina contrasterà tale attivismo sostenendo l’opposizione laica, favorendo episodi mirati a screditare la troika al potere in Tunisia…..omissis. · scandali economici….omissis. · azioni di screditamento …omissis. · azioni violente attribuibili ai “comitati per la protezione della rivoluzione” e ai gruppiislamisti/salafiti contigui ad Ennahda”. Possiamo constatare come stia accadendo esattamente come previsto. La serie degli interventi “istituzionali” delle FFAA tunisine continua con gli scontri tra polizia e “salafiti di Ansar as sharia” a Kairouan che hanno provocato un morto e numerosi feriti; coi 200 arresti che l’esercito ha fatto presentandoli come conseguenza logica dei disordini. In Tunisia è cominciata la “normalizzazione”. Libia. Qui la normalizzazione sembra molto problematica e lontana. Gli arsenali di Gheddafi, svuotati dai saccheggiatori stanno alimentando le guerre e le guerriglie nel Mali, nella Repubblica centroafricana, in Nigeria e in Siria. L’inchiesta del partito repubblicano Usa (pubblicata da Business Insider) sulla morte dell’“Ambasciatore” Chris Stevens – risultato essere un agente della CIA incaricato dei rapporti diretti con Al Qaida e Abdelhakim Belkhadji – ha portato alla luce un carico di armi di ben 400 tonnellate inviato alporto di Alessandretta (sud Turchia) e poi distribuito agli islamisti più estremi di Al Nusra. Siria. Ho seguito dall’inizio la tenue traccia della soluzione politica fornendo una informazione che ha sempre avuto il crisma della verità, spesso anticipandola. Ora la conferenza di pace scivola verso “i primi di giugno” per consentire le pre-conferenze dei paesi amici della Siria (in realtà gli attaccanti) che sta per tenersi in Giordania e quella delle diverse anime della opposizione armata siriana (a Istanbul) che cercherà invano l’unanimità di intenti. Assad, dopo aver premesso che non avrebbe accettato estranei (Usa,Uk,Francia, Qatar, Arabia Saudita) alla conferenza ed aver espugnato lo snodo stradale di Qusair (ribattezzato centro strategico perché è un incrocio che serve ai ribelli per i rifornimenti dal Libano ed al governo per quelli dal mare verso Damasco) adesso inizia a dire che siederà al tavolo della pace solo in presenza di una opposizione unita. Imissili arrivati dalla Russia e completi di personale tecnico, sono operativi i e questo lo fa sentire più forte di prima. La Turchia di Erdogan, mostra al mondo la foto di un plotone di curdi che “rientra nel Kurdistan iracheno”, quando sappiamo tutti che costoro sono pericolosi perché vivono da sempre in Turchia e quindi la foto è taroccata (li hanno messi persino in uniforme….). Ci crederemo, quando vedremo che si muovono su autocarri, con le famiglie e il bestiame. Anche sul fronte della notizia di stampa turca “dell’attentato al Patriarca ortodosso Bartolomeo“, la propaganda ha fatto acqua. I settantamila cristiani di Turchia sanno che dal tempo dei Califfi sono stati rapinati più volte, ma uccisi mai. Obama ha scritto una lettera promettendo protezione al Patriarca, ma ne ha ricavato un fin de non recevoir. In realtà , tra tutti i leader del Medio Oriente, Erdogan è quello più in bilico, se possibile più di Abdallah II di Giordania, perché ha commesso l’errore madornale diepurare le forze armate proprio mentre ne aveva più bisogno. Ha voluto aprire un altro fronte con la Siria mentre doleva ancora la spina nel fianco della guerriglia curda sui confini iracheni ed alle spalle la minaccia russa e armena. Proprio l’Armenia ha riaperto la linea aerea diretta quotidiana con Damasco. In un paese serio come la Turchia, le figure di merda si pagano care e in un anno Erdogan ha dilapidato un patrimonio di credibilità politica e militare cumulato dalle FFAA in tre generazioni. Con i turchi ha perso la faccia, trattando con il prigioniero-comunista Abdullah Ocalan una tregua solo teorica. La dottrina Davutoglu “nessun problema ai confini” si è trasformata nel suo esatto contrario al punto che il confine più tranquillo della Turchia, oggi, è quello con la Grecia. I militari, ancora sotto choc per il processo contro 400 ufficiali accusati di un golpe non avvenuto, stanno aspettando il momento opportuno per fargliela pagare, mentre il mondo degli affari vede inpericolo gli affari, specie con la Russia. Ai contadini ha regalato frigoriferi e lavatrici alle elezioni e questi adesso scoprono che devono pagare le bollette. Italia. Il fatturato dell’industria dal primo gennaio sta scendendo al ritmo del 2,5% MENSILE, mentre le massime cariche dello stato discettano, non del sesso degli angeli come in Bisanzio assediata , ma di quello dei gay che vogliono scimmiottare gli etero… Per occupare il tempo in attesa delle elezioni tedesche che si terranno a metà settembre e che forse sbloccheranno la situazione, si sta rispolverando “l’esigenza di un approfondimento” ( ministro del welfare) e una serie di casi di cronaca nera più la solita agenda di Borsellino, fingendo che lui , e soprattutto Falcone, siano stati eliminati dalla mafia siciliana, senza cercare moventi nella attività ministeriale di Falcone, in cui sarebbe ora (è logico) che qualcuno mettesse il naso. In realtà stanno solo pensando a come eliminare Grillo dalleprossime elezioni. Dei famosi due Marò nessuna notizia; sull’incontro europeo di giugno, nessun dibattito; sulla disoccupazione, nulla; sulla nomina del nuovo capo della polizia dopo due mesi di sede vacante , silenzio. Intanto, il Papa argentino si rivolge al mondo ascoltatissimo e parla il linguaggio universale di oggi. Noi vogliamo invece mettere il bavaglio al comico. Non sopportiamo più nemmeno le battute. Il direttore del Corriere della Sera dice che il Giappone non va imitato. “Perché tra qualche anno si potrebbero avere conseguenze”. Caro Fessuccio De Bortoli, “tra qualche anno” saremo morti tutti mentre il Giappone, adesso, cresce al ritmo dell’ 1% al mese. Europa. Stanno preparando il vertice europeo di giugno presentando la Croazia come nuovo aderente all’Unione e la Lituania (che assume il semestre di Presidenza) come paese che entra nell’Euro. Ignoreranno di essere stati snobbati dall’Ucraina per le politiche di armonizzazione, osteggiati dallaTurchia per la vicenda di Cipro, mentre Romania e Bulgaria non mostrano più alcuna fretta di aderire all’Euro. Cina. Il premier cinese Li Keqiang sta visitando la Svizzera e la Germania. Al ritorno visiterà India e Pakistan in sequenza. Il premier indiano è in partenza per il Giappone, mentre il suo ministro dell’interno è negli Usa per parlare di sicurezza. La Colombia – che sta collaborando con la Cina per duplicare via ferrovia il canale di Panama – ora che Chávez è morto - si è vista saltare in aria il pipeline petrolifero in base al principio che affinché il costo del petrolio non diminuisca mai, ci deve essere sempre uno dei grandi produttori petroliferi non in grado di produrre… Giappone. Ha abbandonato la politica di austerità seguita per venti anni senza risolvere nulla e ha adottato la politica monetaria “all’americana” decidendo che si occuperà di inflazione quando e se dovesse verificarsi il fenomeno. Per adesso, ha deciso diadottare la stessa politica di quantitative easing che gli Stati Uniti stanno usando per contenere con successo la disoccupazione. Stati Uniti e Russia. In questo periodo sembrano il gatto e la volpe: stanno decidendo se far fare la parte di Pinocchio alla Cina invitandola a seppellire i suoi zecchini d’oro nell’orto dei miracoli della finanza globale, prima di impiccarla. Vogliono che resti un lager per mano d’opera a buon mercato e non tollerano che miri a crescere nel mondo e addirittura si armi e miri ad una alleanza strategica con l’India. Se la Russia farà eco annuendo, gli Usa non creeranno le basi missilistiche in Europa e lasceranno una caratura ai russi in Siria e Iran. L’offerta è allettante, ma Putin sa che contenere la Cina è una cosa, colpirla sarebbe un dramma globale che precederebbe di poco la sua fine. Ecco: questi sono alcuni dei problemi da affrontare per mantener fede al compito di creare una opinione pubblica italiana informata dei temi di politica esterache li riguardano. Troppi per un uomo solo, e sto pensando di chiudere o di limitarmi a pubblicare un libro sul Levante, la miniera d’oro che stiamo regalando a francesi e inglesi. Dopo oltre mille articoli, chi voleva capire, ha capito. ilcorrieredellacollera.com
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