Sfilata di big per difendere la Costituzione Settis: Berlusconi spera nel presidenzialismo
 











In piazza Santo Stefano nel giorno della Festa della Repubblica per difendere la Costituzione, per non arrendersi, con le parole degli organizzatori, alla "condizione crepuscolare della democrazia". Bologna torna ad essere il palco di una riflessione politica alternativa, mentre cerca di prendere corpo un’area di sinistra scontenta o apertamente contraria alle larghe intese. All’iniziativa "Non è Cosa Vostra", dell’associazione Libertà e giustizia, ci sarà Stefano Rodotà, che parlerà anche dell’esito del referendum sui fondi alle scuole paritarie promosso dal Comitato Articolo 33, ma ci saranno anche alcuni “grillini”, nonostante le critiche di Grillo. "Voglio affrontare il tema dei rischi connessi alla riforma costituzionale  spiega Rodotà  in particolare quello di rafforzare le derive oligarchiche invece di affrontare i veri problemi della democrazia oggi".
Promettono di essere presenti ad ascoltare l’ex garante della privacy ideputati del Movimento 5 Stelle Michele Dell’Orco e Cristian Iannuzzi: "Rodotà lo stimiamo tutti quanti e la stima non è mai venuta meno". Riuniti dal manifesto di Gustavo Zagrebelsky, oltre a 100 associazioni che vanno dall’Anpi a Libera, anche Maurizio Landini e Roberto Saviano, Nichi Vendola e Susanna Camusso, Daria Bonfietti e Antonio Ingroia, Rosy Bindi e Pippo Civati. Anche se i tempi per un soggetto politico nuovo non sembrano ancora maturi, questo appuntamento è una nuova tappa: "Dobbiamo crescere fino a costituire una massa critica di cui non sia possibile non tener conto" dicono gli organizzatori guidati da Sandra Bonsanti.
Rodotà, appena arrivato alla domanda su Grillo risponde. "Non ho mai pensato di spaccare il Movimento 5 stelle. Lo apprendo con sorpresa. Apprezzo anzi lavoro iniziato da deputati 5 stelle. Un nuovo partito sul lavoro? No per carità, siamo qui per parlare di costituzione con oltre 100 associazione, segno che non è così lontana dai cittadini. Non sonodeluso da Grillo ma non facciamo processi alle intenzioni". Sul finanziamento dei partiti: "ho sempre pensato che la politica non va lasciata solo ai potenti". Su referendum: "La politica non ha capito nulla quando si è opposta in modo cieco alla consultazione. È importante che il Comune tenga conto del risultato. La penso come Prodi, che era per la B, ma dice che il risultato conta, anche se non vincolante". Sulle larghe intese: "Lo scopo è visibile, condividerlo è particolarmente imbarazzante, se non difficile o impossibile. Serviva discontinuità dal recente passato. La debolezza politica si scarica sulla Costituzione: sono sbalordito che un politico accorto come Letta abbia detto che non si può continuare a eleggere il presidente della Repubblica col sistema dei grandi elettori. Vogliono uscire dalle difficoltà politiche manipolando la Costituzione". Per Rodotà "la buona manutenzione della Costituzione può essere fatta senza stravolgerla. Se i legislatori fossero sinceri la primacosa che farebbero sarebbe ridurre il numero dei parlamentari subito. Il porcellum è una legge corruttrice e illegittima che sostiene le oligarchie. Non modificarla è un ricatto, un’arma nelle mani indovinate di chi...?". Dalle oltre 100 associazioni presenti in piazza a Bologna, il giurista sa che "non nascerà l’ennesimo partitino".
Rosy Bindi evita le polemiche e dice: "Meglio concentrarsi sul nuovo congresso". Zagrebelsky ci tiene a chiarire: "Questo è stato presentato cone riunione della sinistra alternativa. Ma noi siamo qui x la costituzione. È chi ci critica che è alternativo. Sinistra e destra esistono ancora, ma l’Italia vive una contrapposizione tra democrazia e oligarchia. Il presidenzialismo o semipresidenzialismo in un paese con molta corruzione è garanzia della corruzione. Chiederei molto amichevolmente anche a Prodi che se ne parli, dopo la sua parziale apertura a presidenzialismo nei giorni scorsi": E poi parla del futuro: "Diamo continuità a questo movimento. Cisono scadenze elettorali e poltiche importanti davanti a noi. Avvieremo una rete di consultazioni libera da gelosie e personalismi per affrontare questa urgenza".
Arriva il turno di Roberto Saviano, che spara subito a zero: "Mi spaventa Micciché alla Pubblica amministrazione, mi è parsa gigantesca debolezza. I prossimi mesi saranno durissimi: la macchina del fango berlusconiana ripartirà". E sulla sua presenza a Bologna ha detto. "Sono contento di essere qui,
perché difendere la Costituzione significa difendere la democrazia dalle organizzazioni criminali". Lo scrittore ha poi rilevato come questa priorità sia assente dal dibattito politico, mentre "si va a mettere mano all’unico strumento che ci permette di difenderci, la Costituzione e la nostra giurisprudenza antimafia, che è la migliore del mondo". Le organizzazioni criminali "sono entrate, da tempo, nei grandi meccanismi economici internazionali: l’Italia dovrebbe chiedere all’Europa una legislazione antimafia condivisa".Sottolineando la necessità di non tenere sotto silenzio la questione della criminalità organizzata nel panorama italiano e internazionale, Saviano ha poi aggiunto che "i prossimi mesi saranno molto difficili, la macchina del fango sta tornando, il sistema berlusconiano ricomincerà e sarà una difficile cappa da gestire" sul fronte "della comunicazione".
Il berlusconismo è la centro dell’intervento del leader di Sel Nichi Vendola, che difende la Costituzione come "la nostra religione civile. Le classi dirigenti la considerano un impedimento alla loro modernità, che è una modernità malata. È saltata l’abrogazione del porcellum, perché Berlusconi non la vuole. Perché la porcata è nella loro natura". E sulla scissione nel Pd dice: "Sono molto attento al dibattito interno al Pd, ma la vera malattia del paese è il berlusconismo". Nelle democrazie dove esiste il presidenzialismo, ha aggiunto Vendola, "esistono contrappesi straordinari; noi, invece, ci troviamo in una condizione in cuil’equilibrio tra i poteri è stato l’oggetto di un bombardamento quotidiano del berlusconismo nel corso di un ventennio".
Il leader di Sinistra, Ecologia e Libertà si è detto poi "incredulo che ci sia una voglia matta di riformare la Costituzione in fretta e furia. Mi pare ci sia una opera di distruzione con una tensione iconoclasta della carta costituzionale". "Penso - ha argomentato ancora Vendola - che le classi dirigenti considerino la Costituzione alla realizzazione della loro idea di modernità, un’idea malata di modernità. Il fatto che noi parliamo di
presidenzialismo o semipresidenzialismo in un paese che non è riuscito nemmeno a fare la legge sul conflitto di interessi è segno di uno sbandamento culturale".
Attenzione alla carenza di rappresentanza da parte di Maurizio Landini, segretario della Fiom: "Quando il 50% delle persone non va a votare c’é un problema di rappresentanza, vuol dire che la politica non funziona più e bisogna immaginare nuove forme dirappresentanza oltre i partiti. Perciò appoggio questa iniziativa: bisogna tornare alla Costituzione per immaginare nuove forme di rappresentanza". Sul referendum scuola, ha riconosciuto un valore nazionale alla consultazione bolognese: "L’istruzione deve essere garantita a tutti. Se vogliamo cambiare modo di produrre, anadando verso una maggiore sostenibilità, dobbiamo investire nell’istruzione. Purtroppo il lavoro nel nostro paese non è garantito a tutti, spesso ci si arriva col ricatto". E sulla questione se da questa giornata possa nascere un nuovo partito del lavoro risponde: "Non mi interessa, io voglio fare il sindacalista. Il problema è tornare alla partecipazione e alla democrazia reale. Non pensavo che al governo potessero andare persone che al Paese hanno creato solo problemi". E qui sono piovuti applausi sul segretario Fiom.
A sottolineare che questa iniziativa avarà una ricaduta importante a livello politico e non anche Nando Dalla Chiesa: "Non vogliamo un partitino, maun partito ovunque, dentro a tutti i partiti, dovunque ci sia corruzione e disonestà. E chiedo a Stefano Rodotà di mettersi alla testa di questo partito ovunque. L’età non conta. Rifiutiamo questi ragionamenti, perché anche Pertini era ottuagenario, ma è stato il presidente più ragazzino di sempre". E anche Antonio Ingroia, anche lui presente in piazza, puntualizza: "Chiamatelo come volete, chiamatelo partito o movimento, o, direi io, polo progressista costituzionale. Il governo di larghe intese non lo ha fatto il Pd, ma i vertici del Pd: è diverso".
La presenza di Pippo Civati è un’occasione per capire la direzione in cui si sta muovendo il partito e la segreteria: "Il Pd qui non c’è, ci sono solo singoli esponenti come sempre. Sono d’accordo con Rodotà che qui non deve nascere un partito, ma una rete di relazioni tra partiti e società. Renzi alla segreteria? io correrò alla segreteria, se corre anche lui sarà una bellissima battaglia. Poi ovviamente dobbiamo vedere le regole e sela partecipazione sarà aperta".
Anche lo storico e archeologo Salvatore Settis parla del "pericolo Cavaliere": "La Costituzione non può essere ’ad personam’. Berlusconi mantiene in vita questo governo, non stacca la spina, perché spera nel presidenzialismo, ma noi dobbiamo far fallire questo progetto".
Sono poi saliti sul palco i politici Rosy Bindi, Nichi Vendola, Pippo Civati, Sandra Zampa, Antonio Ingroia, Gennario Migliore (Sel), ma solo per un saluto veloce e riscendere tra la gente. Non sono però mancati gli applausi.
Torna sulla questione porcellum il segretario della Cgil Susanna Camusso e difende la Costituzione: "Bisogna cambiare la legge elettorale perché non è democratica. Le istituzioni devono essere partecipate e perché lo siano la Carta non puó essere cambiata". Capelli, Bignami, Spezia e Giusberti,repubblica









   
 



 
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