Sanità, obbligati a rivolgersi ai privati
 











Gli italiani sono sempre più poveri a causa della crisi. I soldi disponibili sono appena sufficienti per la pura sopravvivenza.
Ma alle spese per la salute non ci si può sottrarre. Così, visto chela situazione della sanità pubblica è catastrofica e che per avere un appuntamento in ospedale sono necessari mesi o raccomandazioni, ecco che diventa obbligatorio rivolgersi a strutture private a pagamento. Con tanti saluti alle geniali riforme della sanità varate negli ultimi anni che, pure se partite con finalità di equità e di giustizia sociale, non hanno fatto altro che far precipitare la qualità del servizio offerto e fare esplodere, allo stesso tempo, i costi.
Una ricerca realizzata dal Censis è in tal senso molto significativa. I risultati ci dicono che ben 12,2 milioni di italiani hanno aumentato il ricorso alla sanità a pagamento, dalle prestazioni private. La ragione principale sta nella lunghezza delle liste d’attesa (per il 61,6%) e nellaconvinzione che se paghi vieni trattato meglio (ne è convinto il 18%). La fuga nel privato riguarda soprattutto l’odontoiatria (90%), le visite ginecologiche (57%) e le prestazioni di riabilitazione (36%). C’è anche il rovescio della medaglia considerato che il 69% delle persone che si sono rivolti a strutture sanitarie private reputa alto il prezzo pagato.
Ci sono poi degli aspetti paradossali ed inquietanti allo stesso tempo. Il 27% degli italiani hanno dovuto constatare che il ticket per una prestazione sanitaria era superiore al costo da sostenere nel privato, pagando tutto di tasca propria. Così, circa un 20% degli italiani si è detto disposto a spendere una somma annuale pari in media a 600 euro per avere una copertura sanitaria integrativa per alcune prestazioni. Una percentuale che sale tra le famiglie con figli, disposte a versare fino a 670 euro all’anno.
La maggioranza degli italiani non conosce però la differenza tra una una polizza malattia e un Fondo sanitariointegrativo, e ignora i vantaggi fiscali del secondo rispetto al primo. In ogni caso Il ticket sulle prestazioni sanitarie è la tassa più odiata dagli italiani, la più odiosa Il 50% degli italiani ritiene che sia una tassa iniqua, il 19,5% pensa che sia inutile e il 30% lo considera invece necessario per limitare l’acquisto di farmaci. In particolare, si considera ingiusto il dover pagare ticket elevati per le visite ortopediche (lo pensa il 53%), l’ecografia dell’addome (52%), le visite ginecologiche (49%) e la colonscopia (45%). Andrea Angelini









   
 



 
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