Dati personali, un colabrodo
 











Le gravi notizie provenienti da Oltreoceano hanno posto nuovamente al centro del dibattito pubblico il tema della tutela dei dati personali. Anche in Italia, giuristi ed esperti, sono stati interpellati per sapere quale sia la disciplina vigente nel nostro ordinamento.
Un impianto normativo - anche nel caso nazionale – esposto alle ingerenze di alcuni organi dello Stato e dei grandi colossi operanti sulla rete Internet. “Il bilanciamento tra libertà di stampa e dignità della persona è condizione essenziale per una società libera, democratica e pluralista ed è, d’altro canto, fortemente condizionato dall’evoluzione tecnologica, che muta ad un tempo caratteristiche dell’attività giornalistica e percezione della riservatezza”. Ha sottolineato Antonello Soro, presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, nella relazione dell’attività 2012. Documento presentato nella giornata di ieri alla Camera. “Con la moltiplicazione dellefonti informative, in particolare, l’etica professionale acquisisce una rilevanza ancora maggiore, per garantire un’informazione responsabile e rispettosa dei diritti e delle libertà della persona. Sul versante della cronaca giudiziaria – ha sottolineato l’ex deputato del Pd - la tendenza, sempre crescente, alla mediatizzazione dei processi rafforza l’esigenza di un’adeguata selezione delle notizie di rilevanza pubblica, da rendere con modalità rispettose dell’altrui riservatezza e della presunzione d’innocenza. Cautele - ulteriori rispetto alla Carta di Treviso - andrebbero poi ipotizzate per soggetti fragili spesso presenti nella cronaca giudiziaria, quali i minori e le vittime, che non dovrebbero mai essere strumentalizzati”. La pubblicazione di atti di indagine, prosegue il Garante per la Privacy, “deve rispondere a finalità di interesse pubblico e non a tensioni voyeuristiche, nella consapevolezza che non tutto ciò che è di interesse del pubblico è necessariamente di pubblicointeresse. Ciò vale soprattutto per le intercettazioni, risorsa investigativa fondamentale, insostituibile, che andrebbe gestita con molta cautela: per evitare fughe di notizie - che, oltre a danneggiare le indagini, rischiano di violare la dignità degli interessati - e per evitare quel ‘giornalismo di trascrizione’ che finisce, oltretutto, per far scadere la qualità dell’informazione. Proprio per favorire un giornalismo maturo e responsabile, consapevoli dell’importanza che le fonti di auto-regolamentazione assumono nell’introiezione di canoni deontologici, intendiamo promuovere una riflessione sul possibile aggiornamento del codice dei giornalisti, al fine di coniugare al punto più alto diritto di cronaca e dignità della persona”. Nel 2012 dal Garante per la protezione dei dati personali sono stati adottati oltre 460 provvedimenti collegiali, fornendo riscontro a 4.183 tra quesiti, reclami e segnalazioni con specifico riferimento alla telefonia, credito, centrali rischi,videosorveglianza, rapporti di lavoro, giornalismo.
Sono stati decisi 233 ricorsi, inerenti soprattutto a banche e società finanziarie, datori di lavoro pubblici e privati, attività di marketing, compagnie di assicurazione, operatori telefonici e telematici. Sono state effettuate 395 ispezioni, che hanno riguardato diversi settori: il telemarketing, l’uso dei sistemi di localizzazione (gps) nell’ambito del rapporto di lavoro, i nuovi strumenti di pagamento gestiti dalle compagnie telefoniche (mobile payment), il credito al consumo e le “centrali rischi”, le banche dati del fisco, l’attività di profilazione dei clienti da parte delle aziende. Il Garante per la tutela dei dati personali si è concentrato sulle verifiche disposte dalla Agenzie delle Entrate, attività amministrativa legittima che non deve però essere messa in conflitto con la “sfera privata” del cittadino-contribuente. Per questo motivo, l’Autorità garante ha preteso dal Fisco una serie di accorgimenti in grado digarantire il principio di legalità e la protezione dei dati relativi ai movimenti bancari o al possesso di beni mobili ed immobili. Qualche mese fa, il Garante aveva oscurato i siti istituzionali di Comuni responsabili di aver pubblicato i provvedimento con cui si disponevano dei trattamenti sanitari obbligatori a carico di residenti affetti da disagio psichico. Sarebbe il caso di potenziare l’attività di controllo sulla amministrazione finanziaria, in dottrina e nella magistratura c’è ormai un dibattito molto vivace sulla legittimità di controlli molto invasivi. Matteo Mascia









   
 



 
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