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Il datagate si allarga: schedato anche il dna dei cittadini |
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Uno scandalo che si allarga a macchia d’olio arricchendosi ogni giorno di nuovi inquietanti capitoli. Dopo gli operatori telefonici, i colossi di internet, le nazioni straniere considerate rivali, ora anche il dna dei cittadini americani finisce nelle maglie del Datagate, l’affaire che sta rivelando gli occhiuti e pervasivi sistemi di sorveglianza dei servizi segreti Usa scoperchiato dall’ex tecnico della Cia Edward Snowden. Secondo quanto rivelato dal New York Times le agenzie di sicurezza interna e diversi corpi di polizia locale starebbero costruendo da anni una gigantesca banca dati che raccoglie il dna di persone con precedenti penali, di semplici sospetti e persino delle vittime dei reati, senza che i diretti interessati ne siano minimamente a conoscenza. In alcuni casi gli imputati hanno fornito consapevolmente il proprio Dna in cambio di uno scontro di pena, altra pratica ai limiti della legalita. Dopo le rivelazioni sul famigeratoPrism, il software impiegato da Nsa e Fbi per intercettare e sorvegliare i cittadini Usa con la compiacenza delle grandi aziende di comunicazione telefonica e via web, questo programma di schedatura genetica scatena nuove polemica sui metodi dell’amministrazione Obama. Se una recente sentenza della Corte suprema del Maryland autorizza l’Fbi a schedare il dna per i crimini considerati molto gravi, qui siamo ben oltre quel perimetro giuridico, soprattutto per la polizia locale che ha agito con ampia liberta e quasi sempre in modo illegittimo, affondando il sottile diaframma che separa la sicurezza interna dal diritto alla privacy. Sempre secondo il Nyt, la polizia di New York avrebbe raccolto le informazioni genetiche di circa 11mila persone, mentre quella della contea di Orange County (California) dispone di un database con il dna di 90mila sospetti; si suppone che in tutto il territorio americano siano centinaia di migliaia le persone schedate. Tanto che i media si sono inventati ilsolito pregnante neologismo per definire questo nuovo atto dello scandalo: Dnagate. Intanto la Cina, uno dei paesi vittime del sistema di sorveglianza degli Usa i quali avrebbero spiato le comunicazioni di migliaia di computer che si appoggiavano su server americani, afferma di non avere notizie della "talpa" Snowden, rifugiatosi ad Hong Kong e di cui Washington vorrebbe l’immediata estradizione: <Non abbiamo nessuna informazione da dare al riguardo> a detto laconica la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino. Una dichiarazione che lascia intendere come la Cina non aiutera certo gli Usa nella ricerca del fuggitivo ex tecnico della Cia nonostante tra i due paesi sia in vigore un trattato di estradizione. Victor Castaldi
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