Non c’e legame tra casa e reddito
 











La politica punitiva del governo verso i proprietari di case, sostenuta dalle gazzette dei "salotti buoni" padani, non piace alle Acli, l’associazione dei lavoratori cattolici. Ed e tutto dire perche si tratta di un associazione che e tendenzialmente portata a sostenere politiche di tipo "sociale" all’insegna dell’equita.  Interessanti sono le argomentazioni utilizzate dal presidente delle Acli, Gianni Bottalico, che ha presentato il Rapporto sui redditi dei lavoratori e delle famiglie. Un intervento che ha sposato la linea della difesa del risparmio di tutte quelle famiglie che hanno deciso di restare attaccate all’economia reale.
Le Acli ritengono che sia giusto procedere con molta cautela nel tentare di stabilire eventuali relazioni tra base immobiliare e il reddito. E questo perche la casa e da sempre il bene rifugio degli Italiani che "non si sono lasciati ammagliare dai trabocchetti della finanza creativa".  Insomma, pare dicapire, meglio il sano e reale mattone che i titoli delle imprese consigliati dalle gazzette dei "poteri forti" o dalle banche. Tutti e tre gruppi legati gli uni agli altri da crediti e da incroci azionari. Azioni che, come nel caso di Parmalat, Cirio e Fiat hanno fatto soltanto piangere di rabbia coloro che li avevano acquistati, in base a consigli mirati da parte di truffatori legalizzati senza scrupoli.
Oltretutto, ha continuato Bottalico, c’e una larga fascia, tra la grande maggioranza di italiani possessori di case, che e costituita da ultrasessantenni. Nel ceto medio impoverito, tra gli anziani, tra i giovani sottopagati che sono piu fortunati perche almeno hanno ricevuto dalla famiglia o ereditato la casa, ci molte persone a basso reddito che sono proprietari almeno di un immobile. Ed e proprio quello che salva questa fascia della popolazione dal precipizio della poverta. E’ allora necessario trovare il modo di non legare i redditi (presunti) da fabbricati ai redditi dellepersone.
Ma anche evitare, diciamo noi, che i soldi cosi rastrellati dallo Stato vengano successivamente girati alle banche. O che siano le stesse banche, sempre gonfie di liquidita, a comprare a due euro le case che i cittadini sono costretti a svendere dopo essere stati ridotti alla fame da tasse e balzelli vari. Andrea Angelini

 









   
 



 
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