I negoziati bilaterali per un accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione europea hanno ricevuto il via libera dal presidente dell’impero a stelle e strisce e dagli eurocrati riuniti al vertice del G8 con una firma congiunta per sancire l’avvio del progetto. L’iniziativa segna la definitiva scomparsa del continente europeo in termini economici e politico-culturali, per la sua volonta di annullare sempre piu le differenze che ancora contraddistinguono l’Europa dagli Usa. Da qui a breve la colonia europea verra inghiottita definitivamente dall’impero a stelle e strisce che la trasformera in una discarica obbligando a consumare i popoli europei i prodotti peggiori realizzati negli Usa e particolarmente dannosi per la salute e l’ambiente. Lunedi scorso i leader del G8 riuniti a Lough Erne (Nord Irlanda) per decidere i destini del mondo hanno annunciato il via libera dei negoziati per l’intesa sul libero scambio Usa-Ue, definita letteralmente"Partenariato transatlantico su commercio e investimenti" ("Transatlantic Trade and Investment Partnership" - TTIP), che secondo il presidente americano Barack Obama loro vale "centinaia di migliaia di posti di lavoro da una parte all’altra dell’Oceano", sottolineando che gia oggi il volume degli scambi e investimenti Stati Uniti-Unione europea coinvolge ben 13 milioni di posti di lavoro. I colloqui sull’accordo inizieranno il mese prossimo a Washington, ha precisato il presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso, nel corso di una conferenza stampa congiunta con Obama, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il premier britannico David Cameron. L’accordo, ha ribadito Barroso, potrebbe offrire "ampi benefici economici" per entrambe le parti, sottolineando che il negoziato durera almeno due anni. Il commissario Ue al Commercio Karel de Gucht e sembrato particolarmente intenzionato a voler concludere le trattative prima che venga nominata la nuova CommissioneUe, passaggio questo previsto per il settembre 2014. Da parte loro anche gli americani vorrebbero raggiungere la piena intesa prima della prossima tornata elettorale per il rinnovo del Congresso prevista per il novembre 2014. Il principale ostacolo e l’insistenza del governo francese che ha posto il veto ad un accordo a meno che la sua industria cinematografica e il suo settore televisivo, entrambi sovvenzionati dallo Stato, vengano esclusi dal campo di applicazione del mandato. Un miraggio, visto che prima o poi gli Stati Uniti considerando l’Europa una colonia, fagociteranno inesorabilmente tutto, compresa l’industria cinematografica e il settore tv della Francia. In piu Parigi ha dimostrato di non avere saputo opporre una ferma resistenza all’intesa con Washington visto che ha rinunciato a bloccare le eventuali intese sulla Difesa nell’accordo bilaterale, come in un primo tempo avevano annunciato i rappresentanti del governo francese. Tuttavia in qualsiasi caso tutto quelloche e stato messo fuori dall’accordo potrebbe essere rimesso in gioco in qualsiasi momento nel corso dei colloqui. A dimostrazione che gli eurocrati sono disposti a tutto pur di assecondare i voleri e gli interessi dell’impero a stelle e strisce. A rendere piu complessi l’avvio dei negoziati sono state le parole di Barroso a commento delle decisioni francesi sull’accordo bilaterale che ha definito la Francia "reazionaria". Affermazioni che non sono state assolutamente apprezzate da Parigi, che ha lanciato i suoi strali all’indirizzo del presidente dell’esecutivo comunitario. Jean-Christophe Cambadelis, deputato nel Partito socialista e vice presidente del Partito socialista europeo, ha osservato sul suo blog che Barroso se ne deve andare perche ha definito la Francia "reazionaria". Cambadelis ha definito il commento di Barroso come "sorprendente e intollerabile", sottolineando che nulla permette al presidente dell’esecutivo comunitario "di trattare la cultura come un prodotto innome della globalizzazione ... Barroso dovrebbe ritrattare il suo commento o andarsene". Dal canto suo anche il ministro della Cultura francese Aurelie Filippetti ha fatto sentire la sua voce e dichiarato alla stampa che le parole utilizzate da Barroso sono "assolutamente deplorevoli ... inaccettabili". Stesso discorso per il ministro delle Finanze Pierre Moscovici che e stato particolarmente critico nei confronti di Bruxelles, dichiarando alla radio francese che le istituzioni europee "devono rispettare" la Francia. Ma veniamo alle dichiarazioni di Barroso che hanno fatto infuriare i francesi, ripetute due volte in un’intervista pubblicata domenica scorsa sul quotidiano statunitense International Herald Tribune. Il presidente dell’esecutivo ha sottolineato al giornale che la posizione assunta dalla Francia "e parte di questo ordine del giorno anti-globalizzazione che considero completamente reazionario ... Alcuni dicono che appartengono alla sinistra, ma in realta sonoculturalmente estremamente reazionari". E non contento di quanto dichiarato ha aggiunto che le persone come Costa-Gavras, unp dei registi francesi che ha criticato il patto Ue-Usa, non hanno alcuna capacita di comprendere i "benefici che la globalizzazione porta con se". Abbiamo resistito alla tentazione di un accordo al ribasso pur di raggiungere un accordo, ha sottolineato Obama affermando la necessita di non ridurre le ambizioni del negoziato, affinche l’Ue faccia venir meno quanto prima anche il veto sul settore audiovisivo. Il presidente americano ha indicato che dell’accordo commerciale Ue-Usa potra beneficiare il resto del mondo grazie alle dimensioni delle due aree continentali, ma che in ogni caso se il commercio e importante, in funzione della strategia complessiva che prevede la crescita economica. In realta gli unici a beneficiare veramente da questi accordi saranno gli Usa che avranno dalla loro anche le ricchezze del Vecchio Continente e un mercato su cui farannoconfluire tutte i prodotti delle loro multinazionali pagati a caro prezzo dagli europei e dannosi per la salute dei nostri popoli. Un messaggio chiaro indirizzato agli europei che, secondo l’amministrazione americana, fanno ancora troppo poco per sostenere la domanda. Da parte europea si punta ad accelerare al massimo i negoziati con gli Stati Uniti: Barroso ha ammesso, pero, che non sara facile raggiungere rapidamente l’intesa e Obama ha aggiunto che sono molte le questioni sensibili legate anche ad interessi politici delle due sponde dell’Atlantico. Una pantomima che presto finira, quando tutti i tecnocrati di Bruxelles si inchineranno ai voleri del presidente americano. L’accordo euro-americano sara importante, a detta di Washington e di Bruxelles, non solo per la ricaduta economica sulle famiglie europee e statunitensi, per i posti di lavoro, ma soprattutto per testare la possibilita di trovare un giusto equilibrio sulle regole e gli standard ovvero la riduzione dellebarriere non tariffarie nella consapevolezza che gli standard concordati tra Ue e Usa possano diventare standard di riferimento planetario. Insomma la solita promessa di guadagni per tutto il mondo, quando in realta il vero beneficiario sara, come al solito, soltanto l’impero americano ai danni di tutti gli altri popoli del mondo. Nonostante il paragrafo 21 del mandato abbia previsto che il settore audiovisivo non sara inserito nell’intesa bilaterale transatlantica, tuttavia e stato introdotto un nuovo paragrafo in cui si afferma che la Commissione Ue "puo formulare raccomandazioni al Consiglio su eventuali direttive di negoziato supplementari su qualsiasi questione, con le medesime modalita di adozione, comprese le regole di voto, come per questo mandato". Insomma grande soddisfazione per un accordo che provochera piuttosto rapidamente, nonostante la timida opposizione della Francia, la fine della nostra Europa, quella delle piccole patrie, delle antiche tradizioni difese concoraggio dai popoli europei contro l’american way of life che gia prima del 1945 iniziava ad imperare. Una lotta iniziata con la Prima guerra mondiale quando gli Usa entrarono in guerra consapevoli che l’Europa da creditrice si era trasformata in debitrice di Washington, dopo essersi indebitata con i banchieri e gli speculatori statunitensi per far fronte alla guerra contro gli Alleati. Da li alla sconfitta subita nella Seconda guerra mondiale delle forze che si opponevano allo strapotere internazionale degli Usa e della "Perfida Albione" il passo fu breve. Da quel momento l’Europa divenne una colonia dell’impero a stelle e strisce. La fine del Vecchio Continente con le sue caratteristiche peculiari, seppur annacquate dalla globalizzazione imperante, potrebbe rivelarsi piuttosto rapida con un accordo bilaterale che rappresenta l’ultimo tassello di un mosaico iniziato quasi cento anni fa, in quel 6 aprile del 1917 quanto gli Stati Uniti decisero le sorti del conflitto mondiale entrandoin guerra, mentre gia finanziavano da anni la Gran Bretagna e gli altri Alleati con armamento e munizioni. Un successo per l’impero a stelle e strisce che permise agli Usa di trasformasi da debitore a creditore nei confronti del Vecchio Continente, elemento questo che preluse al dominio completo sull’Europa a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale. Andrea Perrone
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