La previdenza torna prepotentemente al centro dell’agenda politica. Due, anzi tre, i motivi sostanziali. Primo, il bilancio dell’Inps; secondo, il nodo degli esodati; terzo, la riforma previdenziale in chiave occupazionale. Tre questioni che rischiano di creare l’allarme rosso su uno dei temi storici della politica italiana, quello delle pensioni. Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda i conti dell’Istituto di previdenza, dopo la fusione dell’Inpdap e dell’Enpals con l’Inps, a causa dei disavanzi acquisiti, il patrimonio dell’Inps si e ridotto da 45 a 15 miliardi di euro. La storia e vecchia, e riguarda i mancati versamenti effettivi ai dipendenti pubblici, che ora, nel cambio di gestione, stanno venendo a galla. La questione e stata anche al centro di una interrogazione parlamentare la scorsa settimana. I "risparmi" effettuati, infatti, sono andati nelle varie finanziarie monstre che dal ’92 ad oggi affliggono il bilancio dello Stato. Per quanto riguarda la grande platea degli esodati sta venendo fuori che quasi nessuno ha effettivamente percepito la pensione che avrebbe dovuto avere. In base agli ultimissimi dati Inps, al 10 giugno 2013, solo l’8% di coloro che hanno presentato domanda di pensione allo Stato hanno finora effettivamente riscosso una vera e propria pensione e sono solo 11.384 i "salvaguardati" che, ad oggi, hanno raggiunto la conclusione del lunghissimo iter per rientrare nelle tutele previdenziali dello Stato, a fronte dei 130.130 presi in carico. I dati diffusi dall’Inps riguardano solo il primo decreto e l’Inps, in merito, specifica che le situazioni prese in carico a livello di certificazione sono 62mila sulle 65mila preventivate, meno 4,6% rispetto alle previsioni iniziali. Sul terzo punto, infine, il Governo starebbe studiando un nuovo meccanismo di pensioni flessibili per permettere un turn over generazionale tra anziani e giovani nel settore lavorativo, permettendo un inserimentopiu veloce nel mercato. In particolare, Enrico Giovannini apre a modifiche sulle pensioni e suggerisce di diminuire gli attuali requisiti per la pensione anticipata o accordare l’uscita in cambio del calcolo dell’assegno con il sistema totalmente contributivo, che in caso di un’uscita anticipata procurerebbe penalizzazioni per il lavoratore. Il ministro avrebbe allo studio una modifica all’eta in cui entrare in pensione cioe con 35 anni di contributi e ad un eta di 62 anni. Nonostante una penalizzazione economica che ne deriverebbe, questo criterio andrebbe ad interessare anche il nodo degli esodati. Il sistema pensionistico piu morbido cosi indicato aiuterebbe anche il ricambio generazionale tra lavoratori anziani prossimi alla pensione e giovani in cerca di occupazione stabile. Anche in questo caso, pero, come accade gia ora, chi lascia prima sara soggetto a penalizzazione: andando, infatti, in pensione prima dei 62 anni si perde l’1% della pensione per ogni anno di anticipo eil 2% per ogni anno ulteriore rispetto ai primi due. Sono "costituzionali" solo i prelievi sulle pensioni povere! La notizia dell’incostituzionalita del modesto prelievo sulle pensioni d’oro (oltre i 90.000 euro l’anno) per un giorno ha bucato lo schermo e trovato spazio sulla stampa quotidiana. E invece "costituzionale" il prelievo operato sulle pensioni superiori ad euro 1.217 netti al mese effettuato con il blocco per due anni della rivalutazione al costo della vita. Nelprimo caso il "prelievo di solidarieta" ammonterebbe a 25 milioni annui, nel secondo a 6 miliardi annui. I parlamentari del Pd e del Pdl sapevano che il prelievo (di solidarieta) sulle pensioni d’oro del pubblico impiego sarebbe stato giudicato illegittimo dalla Consulta in quanto in precedenza la stessa aveva gia bocciato il prelievo (di solidarieta) sui megastipendi dei dipendenti pubblici. La motivazione e che il prelievo non poteva essere limitato ai megastipendi e alle pensioni pubbliche ma esteso al settore privato. Non risulta che il Governo Letta abbia intenzione di varare un provvedimento che estenda, nel nome dell’equita, il prelievo di solidarieta al settore dell’impiego pubblico e privato. Non risulta, al momento, che un gruppo parlamentare abbia formalizzato una proposta con tale finalita. Quel modesto prelievo sui megastipendi e le pensioni d’oro era stato "venduto" come un atto di equita quasi a giustificare il salasso operato dal decreto Salva-Italia e dallalegge Fornero sulle pensioni e sui salari che hanno impoverito i ceti medio-bassi, il lavoro dipendente, i pensionati e fatto precipitare centinaia di famiglie nell’indigenza. Nell’anno 2012 si sono determinati consistenti arricchimenti in quasi tutti i Paesi del mondo ed anche in Italia e cresciuto il numero dei ricchi. Ultimamente ai nomi noti di quanti percepiscono pensioni d’oro, oltre i soliti Dini e Amato, se ne sono aggiunti altri provenienti dal mondo delle banche e di importanti aziende private e pubbliche. Mario Draghi, Presidente della Bce, gia governatore della Banca d’Italia, e un attivo super-manager (o banchiere) che, oltre al suo lauto stipendio incassa 192.959 ?uro l’anno di pensione. E quel Mario che ha sempre predicato il ridimensionamento dello stato sociale ed in particolare del sistema pensionistico. Mario ha 65 anni ma si e pensionato a 57. In questi giorni a Draghi (ed a tutti i pensionati d’oro) verra restituito il prelievo che per lui e pari a 7.990euro, a cui verranno aggiunti gli interessi. Due anni e 20 giorni e la pena inflitta ad una ottantenne sorpresa a rubare del cibo in un supermercato, quindi in fragranza di reato. La signora, incensurata, ha dichiarato al giudice che "con la sua pensione riesce a comprare solo il latte". Condannata anche se non e finita in prigione. Nei supermercati aumentano i furti di cibo e di persone che "consumano" in loco scartando merendine o cose varie, ed altri che frugano nei cassonetti vicino ai mercati per cucinarsi una zuppa o arrangiare una macedonia. Questi fatti, che possono sembrare marginali, sono la conferma di una societa sempre piu inumana, nonostante si continui ad esaltare, dal Presidente della Repubblica, da chi ci governa e da larga parte dei media, la nostra civilita e la nostra democrazia. Sante Moretti
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