Sono 530 mila le famiglie italiane in difficoltà finanziaria nel pagamento della rata di mutuo. Di queste - secondo i dati riportati ieri dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà - circa 420 mila sono esposte ad un aumento della rata a causa del rialzo dei tassi, e 110 mila sono quelle a rischio insolvenza (e dunque pignoramento). L’incubo si chiama Euribor, il tasso preso a riferimento nella maggior parte dei contratti di mutuo, e le sofferenze economiche di casa nostra originano dalla crisi americana. Sale l’indice Euribor e salgono di conseguenza le rate dei mutui. In tempi di grande depressione (come titolava l’Independent due giorni fa) le banche tendono a fare tesoro della propria liquidità - cioè non si prestano più soldi - la domanda di ’cash’ resta alta e fa salire il tasso di interesse medio con cui gli istituti di credito si prestano vicendevolmente i soldi. Le immissioni di liquidità della Banca centrale europea, che a gennaio aveva fattoscendere l’Euribor dopo il picco di fine novembre, non sono bastate. A marzo l’Euribor, ha raggiunto il livello massimo dal dicembre scorso: l’Euribor a un mese (a cui il 64% delle banche aggancia i mutui concessi) è cresciuto dello 0,18%, quello a tre mesi (a cui sono agganciati il 30% dei mutui) dello 0,34%. Tutto ciò si è tradotto in un salasso per chi si è indebitato sottoscrivendo un mutuo a tasso variabile (3,2 milioni di persone in Italia), la cui rata mensile viene calcolata proprio sulla base di quell’indicatore. L’80% delle famiglie italiane vive in case di proprietà. L’istituto di statistica nazionale considera le rate del mutuo come investimento e non come consumo, tenendole fuori (come avviene anche per l’affitto) dal paniere sulla cui base viene stimato l’aumento del costo della vita. Che in febbraio ha registrato un’impennata, specialmente per quanto riguarda i beni di prima necessità, raggiungendo i livelli più alti dal 96’. Secondo gli ultimi dati della Bancad’Italia, ad essere indebitate sono l’11,6% delle famiglie, e il rapporto del debito sul reddito è pari al 33%. «L’Italia resta comunque uno dei paesi meno indebitati», ha detto Catricalà. Certo è che mentre tutto cresce (dai beni alimentari alla casa), solo i salari restano al palo. All’aumento del tasso Euribor, si aggiungono anche i problemi di trasparenza nella concessione di mutui. E gli istituti di credito nostrano, in materia, decisamente non brillano, come mostra un’indagine di Altroconsumo. A distanza di un anno dall’entrata in vigore, solo 2 banche su 40 rispettano la legge Bersani sulla portabilità del mutuo (la possibilità di trasferirlo cioè da una banca ad un’altra) con surrogazione dell’ipoteca a costo zero. Quali sono le due in questione? Le agenzie romane del Banco Desio e Intesa San Paolo. Curiosità a parte, la fotografia scattata dall’associazione dei consumatori (e basata su indagine condotta a più riprese su 20 agenzie bancarie romane e 20 milanesi) non èaffatto incoraggiante: quasi tutte le banche interpellate si sono dette «non pronte» all’operazione. Altroconsumo ha quantificato il danno per i mutuatari in circa 4,5 milioni di euro. Di più. Su 168 istituti di credito interpellati, solo 68 hanno consegnato a chi chiedeva di contrarre un mutuo il modulo che consente di confrontare le offerte di tutte le banche, comprese quelle straniere: il modulo non è obbligatorio ma erano state le stesse banche, in un codice di condotta, a prevederne la consegna ai cittadini. «Serve un intervento chiarificatore sui poteri coercitivi e sugli strumenti sanzionatori che noi e altre autorità dovremmo avere per ottenere il rispetto delle nuove normative su estinzione e portabilità dei mutui», ha detto ieri Catricalà. Oggi l’Antitrust può intervenire per pratica commerciale scorretta, cosa che evidentemente non spaventa più di tanto i colossi nostrani del credito. Chiamato in causa, il direttore dell’Abi (associazione banche italiane), GiuseppeZadra, ha menato il can per l’aia, balbettando: «La lentezza nel fare funzionare in maniera adeguata la legge non è dovuta a un atteggiamento doloso del sistema bancario». In attesa che le banche «sistemino gli ultimi dettagli», come ha concluso Zadra, le associazioni dei consumatori chiedono alla politica provvedimenti urgenti.de Il Manifesto
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