Hizbollah: l’Ue discuterà dell’inserimento nella lista nera del terrorismo
 











La discesa in campo delle milizie di Hizbollah ha cambiato il corso della crisi siriana. La riconquista, quasi due mesi fa della città strategica di Al Qusayr, avvenuta grazie al supporto dei miliziani sciiti, più esperti delle forze regolari siriane nel contrastare le azioni di guerriglia, ha ridato fiato alle forze regolari di Damasco e fatto ricredere chi si aspettava che la caduta di Assad fosse una questione imminente. Mentre qualche settimana fa pareva che l’Occidente avrebbe iniziato a inviare ufficialmente armi ai ribelli siriani, si sta verificando una inversione di tendenza. Secondo il quotidiano panarabo-saudita al Hayat, Washington ha chiesto alla Francia di non vendere armi ai ribelli, mentre fonti del governo britannico hanno fatto sapere che Londra “non fornirà armi ai ribelli, in nessuno modo e sotto nessuna forma”.
Parliamo dei due Paesi che fino a poco tempo fa si erano posti in prima linea nel sostenere necessità di armare irivoltosi siriani in chiave anti Assad. Con ogni probabilità è stato il fattore-Hizbollah e cambiare le carte in tavola. Lo dimostra anche il nuovo attacco europeo al Partito di Dio libanese: eliminato Hizbollah anche in Siria si riaffaccerebbe la possibilità di rovesciare rapidamente l’attuale governo. Così, nell’anniversario dell’attentato all’aeroporto di Burgas che un anno fa uccise cinque turisti israeliani e l’autista del loro pullman, oltre all’attentatore kamikaze, la Bulgaria è tornata ad accusare Hizbollah di avere ordito l’attentato. L’Ue si è sempre rifiutata di inserire il movimento sciita nella “lista nera” dei gruppi terroristi in assenza di prove sul suo coinvolgimento in azioni terroristiche e Sofia sta facendo il gioco di chi vuole mettere al bando il partito sciita libanese. Il consiglio degli Esteri dell’Ue che si riunirà lunedì prossimo a Bruxelles affronterà l’argomento delle tensioni nel Vicino Oriente e con ogni probabilità si parlerà anche di Hizbolla e del suo inserimento nella black list.
Tuttavia per un atto del genere serve l’unanimità dei 28 membri Ue. Austria e Repubblica Ceca sarebbero ancora nettamente contrari, avanzando soprattutto, e ragione, il timore di ripercussioni dirette sulla precaria stabilità in Libano. L’Italia ha la solita posizione attendista, probabilmente aspetta di accodarsi alla maggioranza. La Gran Bretagna insiste da mesi perché il partito di Hassan Nasrallah venga inserito nella lista, e secondo fonti interne all’Unione, la rappresentante per la politica estera europea, la baronessa britannica Catherine Ashton, potrebbe proporre una soluzione di compromesso: bandire l’ala militare del movimento ma rinforzare il dialogo con quella politica.
Ma, come ripetuto in diverse occasioni a Rinascita da rappresentanti di Hizbollah, il partito sciita libanese non ha due strutture, una politica e una militare, ma si tratta di un vero e proprio partito-milizia, nel quale ogni membro, anche quelli presenti nelleistituzioni, riveste o ha rivestito anche il ruolo di combattente. Poco più di un anni fa, il responsabile degli Esteri di Hizbollah, Ammar Moussawi ci disse che già allora la Gran Bretagna insisteva per accostare il partito di Dio all’Ira (Irish republican army), distinguendo nel movimento un’ala politica e una militare, al fine di inserire la milizia nella lista nera senza incorrere nel problema di considerare terrorista un partito che aveva deputati e ministri nel Parlamento libanese. E aggiunse che lui stesso, se e quando fosse stato necessario, sarebbe potuto tornare al fronte a combattere per la Resistenza. È evidente che chi vuole condannare Hizbollah mira a destabilizzare il Libano, tanto che giovedì, lo stesso governo libanese ha chiesto all’Ue di non inserire il movimento nella black list.
La presidenza del Libano ha rilasciato una dichiarazione nella quale si afferma che il governo di Beirut ha incaricato il ministro degli Esteri, Adnan Mansur, di presentare allaCommissione Ue e ai paesi membri dell’unione - tramite il rappresentante libanese presso l’Organizzazione - un nota diplomatica che richiede alle istituzioni europee di non inserire il partito sciita libanese nella lista delle organizzazioni terroristiche e, in particolare, di non prendere decisioni conclusive in modo affrettato, senza prove obiettive e precise.Alessia Lai









   
 



 
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