Usa. Non passa l’emendamento contro il monitoraggio dell’Nsa
 











La Camera degli Stati Uniti ha respinto con una stretta maggioranza un emendamento per bloccare i finanziamenti al discusso programma di sorveglianza della Nsa (National Security Agency) sui tabulati telefonici di milioni di persone. L’emendamento alla legge che regola le spese per la difesa era stato presentato dal deputato repubblicano Justin Amash insieme al democratico John Conyers,  sulla scia delle polemiche seguite alle rivelazioni della talpa Edward Snowden sul controverso programma di monitoraggio dell’Nsa denominato Prism. L’obiettivo era di tagliare i finanziamenti al programma con il quale la Nsa raccoglie tutti i dati delle chiamate da e verso cellulari posti su territorio nazionale statunitense. “Il mio emendamento blocca i fondi alla raccolta condotta dalla Nsa dei dati personali se questi dati non riguardano persone sotto indagini”, aveva spiegato Amash durante la presentazione dell’emendamento.
Il testo aveva trovatoconsenso in ambienti sia repubblicani che democratici. Ma anche l’opposizione è stata bipartisan. Ad esempio ha votato contro l’ex speaker del parlamento Nancy Pelosi, democratica liberal, così come il repubblicano Michele Bachmann, rappresentante dei conservatori del Tea Party.
Così, nonostante la maggioranza repubblicana della Camera dei Rappresentanti, l’emendamento è stato bocciato, se pur con uno scarto risicato: 217 contro 205.
L’amministrazione Obama si era subito scagliata contro la proposta, definendola “pericolosa” e difendendo l’operato dell’Nsa. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha invitato pubblicamente i deputati a rifiutare l’emendamento di Amash, sostenendo che metterebbe “seriamente a rischio la lotta al terrorismo”. “Questo brusco approccio non è il prodotto di un processo deliberativo, informato e aperto”, ha dichiarato Carney, sollecitando “un approccio che prenda in considerazione in maniera appropriata il bisogno di una riforma ponderata su qualistrumenti possano garantire la migliore sicurezza per la nazione”.
Lo stesso capo della Nsa, il generale Keith Alexander, era sceso in campo per difendere l’operato dell’agenzia. “Tutti vogliono assicurarsi che proteggiamo le libertà civili, la privacy e la difesa del Paese”, ha dichiarato alla Cnn. “Il problema è come possiamo farlo? Come possiamo prenderci cura delle nostre persone, proteggere le libertà civili e la privacy? È una difficile questione”.
“Anche se alla fine non è passata, questa votazione ha dimostrato che più di 200 membri del Congresso si oppongono a questo programma”, ha invece commentato il politico democratico David Segal, direttore esecutivo del gruppo per la libertà della rete Demand Progress. “È stato un importante primo passo. È stata la migliore votazione che abbiamo mai avuto sul Patriot Act”, ha dichiarato al Guardian un rappresentante dell’American Civil Liberties Union (Aclu). f.c.









   
 



 
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