Lo stato preagonico in cui due secoli o poco più di "sviluppo" capitalistico hanno ridotto la Terra, tali da indurre gli studiosi più seri a dubitare che si tratti ormai di un male reversibile, segnala ormai l’approssimarsi dello scontro finale. Da un lato l’eletta schiera dei grandi usurai internazionali, in possesso di tutti i mezzi coercitivi palesi e occulti , esperti in tutte le frodi, e annoveranti, sui loro libri-paga, pubblici poteri "democratici" e criminalità organizzata. Dall’altro i pochi demiurghi, gruppi e individui che, conservatisi immuni dal globale lavaggio dei cervelli, non si rassegnano ad abdicare alla loro qualità di uomini e donne, per imbrancarsi col bestiame da macello. Più o meno nitidamente, chi non sia del tutto idiota, o abbia conservato la memoria, diretta o indiretta, degli anni Trenta europei del Novecento, una qualche idea dei due opposti schieramenti, ce l’ha, ma, o per viltà, o per stoltezza, o permalintesa convenienza, o per servilismo, finisce col servire il più "potente", ossia quello che -verosimilmente- vincerà E’ lì l’errore fatale contro cui teniamo a mettere in guardia i nostri lettori. Perchè la possibilità di vittoria dei nemici dell’Uomo e della Terra è zero! Che significa vittoria? Significa, se non erriamo, il conseguimento dell’utilità che si ripromette chi partecipa a una contesa. Ebbene: quale vera utilità per sé o per altri consegue un Rothschild o un Barroso? Solo nell’ambito della forma paranoica che lo possiede. Essi sono poveri mentecatti, dediti a inseguirsi la coda intorno a una colonna. Può forse chiamarsi vittoria, la loro? E’ un pidocchio vittorioso sui capelli? Possono, spingendo un bottone, far fallire uno Stato o indurre mille produttori al suicidio. E poi, quando sentono un doloretto all’ascella e crepano come un ratto di fogna, che differenza c’è tra loro e il predetto roditore? Ed ora, nel momento in cui costoro e i loro serviriuscissero, con un ennesimo sotterfugio o un ennesimo delitto, a procrastinare ancora per qualche anno il "sistema" che ha condannato a morte se stesso, l’umanità e il Pianeta che ospita anche loro. sarebbe quella una vittoria, o piuttosto un ennesimo "tubo" per donare apparente vita a un cadavere? Ecco perchè, amici, vi diciamo “vittoria o nulla”! Non perchè pensiamo -e saremmo matti- che la vittoria redentrice sia per noi facile. é difficilissima: quasi disperata. Solo un connaturato senso del dovere; non un’ottimistica previsione, ci ordina di combattere. Ma perchè sappiamo che l’alternativa alla nostra vittoria non può essere la vittoria loro. Quella è oggettivamente impossibile. L’aberrazione della loro follia è morte per loro e per tutto ciò che esiste. Altra, non ve n’è. Rutilio Sermonti
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